• Editoriale

 

 

 

 

 

 

 

 

La Regione Siciliana arriva all’appuntamento con Leader+ ancora in ritardo. Nella stragrande maggioranza dei paesi europei e delle regioni italiane i programmi Leader+ nazionali o regionali sono stati, non solo dibattuti e consensualizzati con le organizzazioni del mondo rurale, ma anche valutati e approvati dalla Commissione Europea, pubblicati sulle Gazzette Ufficiali regionali o nazionali in forma di bandi, divenuti, quindi, oggetto di Piani di Sviluppo Locale, in alcuni casi già valutati e selezionati e, quindi, con le risorse finanziarie 2000-2006 già impegnate, ed, in altri casi, in via di valutazione, selezione o di impegno di spesa. La Regione Siciliana, invece, è ancora nella fase di verifica di una prima sintesi con le organizzazioni del mondo rurale: finora sono stati realizzati due incontri con i GAL Leader II, con la Rete Leader Sicilia e le Associazioni agricole, presso le Facoltà di Agraria di Catania e di Palermo, rispettivamente il 29 e il 30 ottobre 2001. In seguito a questi incontri, la Rete Leader Sicilia, costituita dalla maggior parte dei Gal siciliani, ha elaborato, discusso, approvato e inviato alla Regione (l’8 novembre) un documento con puntuali suggerimenti destinati a rafforzare la qualità e la coerenza del PRL. La Rete Leader Sicilia da oltre un anno chiedeva alla Regione la messa in moto di un confronto su temi, metodi e contenuti del PRL Leader+. La risposta è arrivata a fine ottobre 2001. Meglio tardi che mai. Il ritardo regionale, però, ha causato nel frattempo la perdita dei primi sei milioni di Euro (circa 12 miliardi di lire), sui 39 milioni di Euro (78 miliardi di lire) di apporto pubblico previsto. Riuscirà la Regione ad evitare gli errori e i ritardi di Leader II? Alla luce di queste considerazioni sarebbe quanto mai opportuno che la Regione, attraverso una puntuale analisi, mettesse a nudo gli snodi e i passaggi politico-istituzionali che hanno ostacolato o facilitato la vita del Programma Regionale Leader II Sicilia. L’analisi veritiera di detto percorso potrebbe costituire un’importante valore aggiunto non solo di Leader +, ma anche di tutti gli altri programmi destinati allo sviluppo della Sicilia, dal momento che Leader II è stato, finora, l’unica esperienza siciliana di Sviluppo Locale Integrato. Esso, infatti, ha interessato agricoltura, artigianato e PMI, servizi, turismo  agriturismo e ambiente attraverso una molteplicità di azioni: ricerca, animazione socioeconomica, formazione professionale, creazione di impresa, sostegno agli investimenti aziendali, etc. Nella quasi totalità dei casi i GAL,  e i gruppi operativi da essi promossi, hanno avviato la loro attività del tutto privi di esperienza e, dato il ritardo del programma LEADER II Sicilia, hanno dovuto gestire in gran fretta (dal 2000 al 2001) e senza sponde metodologiche  e tecniche  PAL (Piani di Azione Locale) estremamente complessi, che avrebbero dovuto essere realizzati in 6 anni (1995-2000). Nonostante, l’approccio empirico, nonostante la fretta, nonostante l’impossibilità di impiegare tutte le risorse disponibili, nonostante la limitata efficacia di molte azioni, il programma LEADER II SICILIA ha prodotto diversi nuclei esperti di Sviluppo Locale  in altrettante aree rurali della Sicilia. Questi nuclei sono divenuti vere e proprie Agenzie di Sviluppo Locale Integrato e Sostenibile capaci di interagire con tutti gli altri strumenti dello Sviluppo Locale (Patti Territoriali, P.I.T., Patti Agricoli, P.I.C., etc.) con buona parte del P.O.R. (con particolare riferimento agli assi  I, II, III E IV) e con vari altri programmi comunitari , nazionali e regionali, fornendo loro il prezioso  know how LEADER. Essi hanno dato vita alla Rete LEADER SICILIA, attraverso cui molte aree rurali siciliane sempre più cooperano e progettano su scala regionale, dialogano con le aree urbane e con le aree industriali, interagiscono con le istituzioni regionali e con altre esperienze regionali italiane ed europee.