Nata anche per riparare i danni causati dal secondo conflitto mondiale, alle linee elettriche  e alle centrali, e rivitalizzare l'alimentazione elettrica con le sue risorse idriche, la diga dell'Ancipa, oggi si presenta come un invaso insufficiente a dare semplicemente soddisfazione ai bisogni di acqua potabilizzata per uso casalingo. Promossi dalla Regione Sicilia, i lavori di costruzione dell’invaso iniziano il 21 settembre 1949; consentono l'occupazione a centinaia di troinesi;  richiamano lavoratori e tecnici da tutta Italia.

Il lavoro, nei cantieri, è molto duro e pericoloso: tante sono le rivendicazioni che gli operai avanzeranno nel tempo della realizzazione dell'opera; gravi gli episodi di morte sul lavoro. Nasce senza dubbio in quegli anni un forte sentire sindacale e mutano le condizioni economiche e sociali del territorio: ma si scrive anche una pagina ancora vivissima nei ricordi degli anziani dell'alto costo umano dell'opera che ha piegato la natura al servizio dell'uomo e dei suoi bisogni e ha costituito per più di un decennio il volano dello sviluppo di Troina. Tanto da apparire, ad un intelletuale come Vittorini, una di quelle realtà significative della modernizzazione e del progresso della Sicilia: uno degli avvenimenti che avrebbero permesso alle isolane 'Città del mondo' di passare da un immobile e arcaico retaggio di sottosviluppo alle progressive conquiste del mondo del lavoro, capaci di preparare un futuro di civiltà e benessere:

(….”Potrebbe lavorare da zolfataro e guadagnarsi dei soldi .... O alla diga che costruiscono su a Troina ....” ... “se lavorassi per conto tuo a incatramare le strade o a costruire la diga di Troina, allora il denaro che guadagneresti saresti tu a disporne. E a cottimo ne guadagneresti mica poco, forte e robusto come sei ….”). Ma nel breve volgere del tempo non solo sulla Diga non si è riusciti a creare motivi e strutture che valorizzassero il luogo e la sua espansione economica ma si è addirittura arrivati ai gravi problemi recenti. Posta in un contesto naturale fra i più belli delle zone interne della Sicilia, alle porte del bosco dei Nebrodi, immersa nelle demaniali 'foreste di troina', in cinquant'anni non vi è stata proposta comunale, provinciale, regionale di sfruttamento a fini turistici , ricreativi, paesaggistici dell'area lacustre. Assurdamente esclusa, Troina, dall'area del Parco dei Nebrodi, il lago artificiale dell'Ancipa non è stato interessato ad alcun intervento di inserimento in itinerari e progetti di fruizione ambientalistica. Intanto poco si è fatto anche per potenziare la Diga nella sua originaria funzione. Negli ultimi ventanni si sono eseguiti lavori per ampliare il bacino imbrifero e potenziare la rete acquedottistica di distribuzione: interrotti per le denuncie di Lega Ambiente: motivate e opportune . Leggendo il rapporto che ne ha fatto l’Eurispes, si evince con chiarezza che si trattava di affidamenti di appalti fortemente condizionati da pressioni affaristiche e addirittura mafiose (si veda sul sito Internet www.eurispes.it “Le Ecomafie. Appalti ad ogni costo: il caso dell’acquedotto dell’Ancipa”). Le acque della diga Ancipa sono pure, e non contaminate dall’inquinamento: a monte dell’Ancipa, infatti, non esistono né insediamenti urbani, né insediamenti industriali.

L'unico problema è quello di dare maggiore stabilità al muro di sbarramento.

La sua acqua copre il fabbisogno di gran parte della Sicilia interna. Il suo uso è prevalentemente potabile e, solo in piccola parte, irriguo, mentre è venuto meno l’uso  per il quale era stata concepita, quello idroelettrico. Per questa sua importante funzione, la Diga va conservata e ristrutturata nel senso di renderla funzionale a contenere tutta l'acqua di cui la sua capienza si può fare carico. Tutto questo, sicuramente dovrà tenere conto del massimo rispetto per l’ambiente e potrà avere senso se verrà contestualizzato ad una seria e funzionale politica di sfruttamento delle acque, in tutta la zona dei Nebrodi.

Stranamente sconosciuti, a tale proposito, rimangono gli Studi recenti di Istituti Interuniversitari Europei (The Valse Project) che indicano un potenziale enorme di Sviluppo economico e di Creazione di imprese nel bacino dell’Ancipa e nel bosco dei Nebrodi (e che si possono leggere su Internet alla pagina www.alba.jrc.it/valse/documentation.htm). Bisogna insomma che quello che è stato un simbolo dello sviluppo incompleto, negli anni 50/60, diventi parte di un progetto di rinascita autocentrata e  compatibile con la storia  e la natura del territorio di Troina.

in alto cantiere dell'Ancipa negli anni 50 (foto Chiolini)