(Rosmarinus 0fficimalis)

In tutta la zona mediterranea il rosmarino cresce abbondante, non lo spaventa nemmeno il freddo, gli basta essere ben esposto al sole e che il terreno sia leggero e un poco umido. Il rosmarino è un arbusto cespuglioso sempreverde il cui fusto legnoso può anche raggiungere il metro di altezza, le foglie sono opposte, strette e allungate con la parte inferiore argentea, i fiori possono essere bianchi o azzurrini e sono riuniti in cima ai rami. E' un arbusto largamente coltivato negli orti. La droga è costituita dalle foglie e dai rami giovanissimi che si raccolgono preferibilmente in estate e fatti rinseccare all'ombra. Essi hanno un caratteristico sapore, un odore aromatico, amarognolo ma gradevole. Le proprietà del rosmarino sono molteplici, le principali sono legate alla digestione e alla secrezione biliare e può essere adoperato in tutti i casi in cui bisogna attivare le funzioni dello stomaco e del fegato. Il suo uso nelle pietanze è molto diffuso appunto per questa ragione. E' indicato per i disturbi di dispepsia dovuti all'atonia delle vie respiratorie e ai malati indeboliti per malattie infettive. Preso prima dei pasti è utile, per l'aumento che produce della secrezione biliare, nelle colecistiti croniche. Agisce pure sulla circolazione sanguigna del bacino e si può quindi usare contro l'amenorrea e la dimenorrea; nella tradizione siciliana per questo suo effetto veniva usato come infuso: 5 grammi di rametti in fiore per ogni 100 cc di acqua. Il rosmarino è anche uno stimolante nervino per eccellenza e per questo effetto eccitante e stimolante viene prodotto in tintura: 20 gr in 100 cc di alcool a 70°. Macerare per cinque giorni e prenderne fino a mezzo cucchiaino di caffè su una zolletta di zucchero. In Sicilia le foglie vengono anche cotte nel vino ed impiegate esternamente sui gonfiori articolari e sulle contusioni. Per ottenere un effetto diuretico e di stimolazione epatica si fanno macerare in un litro di vino una manciata di foglie per 48 ore se il vino è rosso, per 24 se è bianco, poi si cola e se ne beve un bicchierino dopo i pasti. Nell'antichità con i rametti del rosmarino si ornava il capo delle vergini spose a simboleggiare l'amore che non conosce la morte o la vecchiaia. Per questo motivo il rosmarino non mancava mai sui sarcofaghi dei Faraoni. L'usanza egiziana ha origine dal corpus delle leggende intorno alla dea Iside. Le foglie del rosmarino ricordano infatti i due aspetti della dea: verdi come la Terra e argentei come la luna. Il mito narra dell'amore di Iside per Osiride. Quando questi morì per l'inganno del perfido Shet, Iside iniziò un lungo viaggio alla ricerca del suo corpo e quando lo trovò cercò di ridargli la vita ma Shet, che l'aveva seguita, approfittò di una breve assenza per sottrarle il corpo, distruggerlo e disperderne le membra per tutto l'Egitto. Questo non scoraggiò la dea che percorse la terra in lungo e in largo, finchè riuscì a ricomporre quel corpo tanto amato e a ridargli la vita. Per gli antichi egizi ogni faraone era un dio, quando moriva ponevano sul suo corpo imbalsamato un ramo di rosmarino quale simbolico pegno d'amore della dea Iside. Questa storia, regala a questa pianta "casalinga" un aspetto misterioso, ma non bisogna dimenticare che gli antichi associavano sempre il concetto di amore con l'uso benefico di alcune erbe.

La salvia (salvia officinalis)

La salvia predilige i terreni asciutti, calcarei epietrosi, è quindi reperibile allo stato selvatico in tutta la zona del Mediterraneo. mentre la specie coltivata si trova negli orti e nei giardini. E'un arbusto confusto ramificato, le foglie sono ovali allungate, morbide e vellutate, dal caratteristico colore verde argenteo; i fori sono rosati o violacei, raccolti in pannocchie sulla cima degli steli. Lefoglie si raccolgono da maggio ad agosto tagliando ì rametti 10 cm circa sotto i fiori. La salvia è essenzialmente uno stimolante, influisce beneficamente sul sistema nervoso e attiva la circolazione del sangue, è eccellente nei casi di sovraffaticamento cerebrale, nevrastenia, esaurimento La sua azione stimolante si estende anche all'equilibrio ormonale. Un semplice ed efficace rimedio consiste nel tenere in bocca una fogliafresca di salvia ingerendo la saliva che si produce al contatto di questo aromatico stimolante. Oltre a curare, dona anche un alito leggero e profumato a chi specialmente è soggetto all'alitosi. Ma ora vediamo come viene utilizzata la salvia nella nostra Sicilia come erba officinale. Per il suo effetto tonicostimolante si fa un infuso con mezza manciata di foglie e fiori in un litro d'acqua, se ne beve una tazza dopo ipasti come stimolante della digestione; prima di andare a letto come rilassante. Per bagni alle mani e ai piedi: una manciata e mezza di foglie e fiori nel pediluvio. Soprattutto viene utilizzata nel vino, in diversi modi. Questa usanza ci è stata tramandata da Tommasi di Lampedusa, il noto scrittore del Gattopardo. Si mettonodue manciate difoglie e fiori in un litro di vino bollente. Si lascia infusione per 20 minuti, si cola zuccherando a piacere e aggiungendo la scorza di un'arancia; dopodiche si beve a bicchierini. Oppure si può macerare per una settimana in un litro di buon vino tre manciate di Salvia e una manciata mista di fiori di lavanda,foglie d'arancio, menta e rosmarino. Si cola zuccherando a piacere e si beve a bicchierini. Anche Carlo Magno si interessò alla salvia e ne ordinò la coltivazione intensiva; per le ambizioni di Carlo era necessaria una base di uomini vigorosi e lui cercava di procurarseli con ogni mezzo. Questa pianta però, proprio per le sue qualità, può essere pericolosa per quei soggetti sanguigni e vigorosi: va da sè quindi che chi già possiede un sangue ricco e caldo non debba cercarsi dei guai portandolo ad ebollizione.