Il mondo dei funghi è un mondo appassionante, fantastico, inesauribile e che va conosciuto e apprezzato, ma anche amato e difeso come daltronde tutta la natura. Molti sono gli amatori dei funghi,(soprattutto a tavola) tra questi una figura tipica è il cosiddetto "funciaro- cercatore di funghi selvatici, che è riuscito a trasformare il suo amore per la natura e per i funghi in un vero e proprio mestiere che può " fruttare"ai più esperti anche un buon reddito. Le nostre montagne siciliane sono prodighe di varie specie fungine che vanno dai chiodini, agli ovoli, dai prataioli, agli ombrelli (meglio conosciuti come i cappellini), alle russule ("russeddi") nelle loro diverse varietà avolte anche ingannevoli, ai lattari facilmente riconoscibili, ai più famosi e amati funghi di "ferra"(cioè di ferula specie dei tipo Pleurotus), più facili da trovare attaccati atronchi ea ceppi molto camosi con la cappella a forma di ventaglio a volte sovrapposta. I più apprezzati sono sicuramente i porcini, a pori rossi e a pori gialli tipici dell'Etna, appartenenti al genere Boletus da sempre presenti, sin dai tempi antichi, nella prepararazione di prelibati piatti. Squisita e tenera è la loro carne che si presta ad essere consumata in tanti modi; ottimi sono quelli freschi alla griglia, ma anche stufati con cipolla e pomodoro, impanati o trifolati e si prestano molto bene ad essere conservati sott'olio o essiccati. Oltre alle specie finora descritte, se ne possono trovare ad ogni stagione, di nuovi, rari o semplicemente diversi che un particolare andamento climatico ha fatto scaturire; altri sono inspiegabilmente assenti poichè il loro micelio (parte vegetativa del fungo) si è temporancamente insterilito per tanti motivi, tra cui anche il vandalismo di molti cercatori improvvisati. Nel periodo auturmale-invernale, dopo le prime piogge, tipici sono i cesti pieni di funghi porcini, russule, cappellini e altri ancora, esposti in bancarelle improvvisate per le strade o nelle piazze dei paesi, che provengono dal lavoro di questi "funciari" che conoscono la montagna, i boschi come le loro tasche, ai quali ogni sentiero, ogni valle, ogni angolo anche il più impervio e nascosto, non è ignoto. L'esperto sa molto bene che per ogni varietà di fungo esiste un suo habitat naturale dove cresce e si sviluppa. La conoscenza dell'habitat è il banco di prova di ogni bravo cercatore di funghi; sicuro che di anno in anno la sua-macchia- non lo tradirà, quasi un appuntamento che ha qualcosa di misterioso e di romantico ma che riempie di gioia ogni qualvolta si scopre tra le "macchie" il cappello di un bel fungo. L'esperto "funciaro", infatti, quando va alla ricerca di questi misteriosi organismi vegetali eterotrofi, così vengono definiti, tanto decantati per le prelibate pietanze e i succulenti piatti tipici che si possono preparare, (e tanto, a volte aimè maledetti, per il rischio che si corre e le conseguenze provocate dal consumo di certe specie non del tutto commestibili o velenose) corre poche volte il rischio di tornare a casa a mani vuote perchè sa scegliere quei posti, anche a costo di percorrere parecchi chilometri, dove è sicuro di poterli trovare. Posti che vengono gelosamente tenuti segreti e mai svelati a nessuno se non a qualche amico intimo. Per chi ama la natura e vuole riscoprire questo mondo così fantastico, avventurandosi per i boschi alla ricerca di questi meravigliosi frutti, e non è un vero esperto, ci permettiamo di dare qualche suggerimento. Indispensabile è equipaggiarsi di stivali, bastone, coltello e cesto. Evitare sempre l'uso di sacchi di plastica che facilitano processi di fermentazione che potrebbero trasformare i funghi in pericolosissimi veleni. Raccogliete solo i funghi di cui siete assolutamente certi della commestibilità e soprattutto non distruggete quelli sconosciuti perchè togliereste ad altri più esperti il gusto della raccolta e contribuireste a distruggere quell'equilibrio biologico del quale il fungo è una componente importante. E'consigliabile pulire i funghi direttamente sul luogo di raccolta per evitare di portare a casa parassiti, impurità o altro. Conviene in ogni caso, alla fine di ogni raccolta, consultare il più vicino ufficio igiene dove si trovano a disposizione degli esperti che indicano senza errori la commestibilità dei funghi. A nulla valgono in realtà tutte quelle prove di commestibilità, (sull'argento, sull'aglio e ancora meno su una povera cavia), scaturite da chissà quali fantasie che non hanno nessun fondamento scientifico. Soprattutto cerchiamo di salvaguardare il meraviglioso habitat naturale del bosco; un mondo sconosciuto sempre da riscopri re, fatto di tante piccole e grandi cose: alberi, ma anche fiori, erbe, muschi, animali, tutte cose piene di vita in grado di esprimersi e di farci riscoprire quella genuinità, quella spontaneità che sopisce più o meno profondamente dentro di noi.