MONUMENTI STORICI E TRADIZIONI ARTIGIANATO LOCALE E GASTRONOMIA VILLAFRANCA SICULA UN PAESE DA SALVARE Il principe Alliata "apre" gli archivì di famiglia
Sicilia bella e sconosciuta; ma perché, spesso, bella e abbandonata? Inevìtabile e immediato interrogativo che ci si pone entrando a Villafranca Sicula, un paese che sembra destinato a sparire con tutto il suo bagaglio di storia, di arte, di tradizioni, di cultura. Basta inoltrarsi nelle stradine più interne per avere un sentore del fascino che questo piccolo centro avrà avuto in tempi passati. Quando ancora l'agricoltura, attività prevalente della gente del posto, dava i suoi frutti, quando gli emigrati potevano ritornare con gioia nella loro terra natia con la possibilità di farsi una casa, quando l'artigianato era fiorente; quando si celebravano ancora tanti matrimoni e tantissimi battesimi. La gente era riunita come in una grande famiglia; tutti si conoscevano e si dividevano in due fazioni antagoniste solo in occasione dei festeggiamenti alla Madonna del Mirto, quando organizzavano "le Rigattiate" in onore di San Giovanni una fazione, di San Michele, l'altra. Adesso, invece, i problemi socio-economici, comuni anche ad altri centri dell'entroterra siciliano, sembrano qui amplificati e destano serie preoccupazioni per la futura esistenza stessa del paese: Il forte calo demografico (le scuole materne ed elementari perdono classi ogni anno); la crisi dell'agricoltura, che ha determinato un'alta percentuale di disoccupati; la conseguente emigrazione; il degrado delle strutture e dell'ambiente. Non è difficile incontrare ancora qualche donna anziana che, forse per antica abitudine, lavora all'uncinetto sulla porta di casa. Le stradine più antiche di ciottolato, fungono dal cortile e, resistendo alle incurie del tempo, ospitano bambini impegnati a commentare i risultati scolastici. Molte delle nuove strade, non sono nemmeno asfaltate. E'una calda mattina di giugno, per le vie del paese s'incontrano molti uomini anziani impegnati, in gruppi, a chiacchierare. Il Municipio, ex Convento di San Giovanni è circondato da una tela verde per lavori di restauro; la Chiesa Madre, poco più giù, è chiusa per lavori di restauro da circa 30 anni; un dipinto su un muro, ricorda come era il Palazzo della Famiglia Alliata che fondò il paese. Al posto di tale palazzo oggi sorge una moderna costruzione. LA STORIA Fa parte della provincia di Agrigento, completamente ignorato da qualsiasi guida o itinerario turistico della zona; si raggiunge facilmente proseguendo, oltre Agrigento fino a quando, superato il paese di Ribera, si incontra lo svincolo per Caltabellotta, Burgio, Villafranca. Questi tre paesi sono molto vicini - Burgio e Villafranca distano tra loro circa 2 km. Caltabellotta si trova più in alto a circa 700 m s.l.m. e si distingue da lontano per la sua posizione sulla sommità di una montagna che finisce con tre caratteristiche punte. Villafranca Sicula si estende per circa 18 kmq alle falde della Collina di San Calogero a 370 m s.l.m. in prossimità di una vallata in cui scorre il Fiume Sosio-Verdura. Vastissime le distese di mandorleti, uliveti, vigneti, aranceti e pescheti che circondano il paese. Ai terreni ben curati se ne contrappongono altri del tutto abbandonati che fanno intuire come le ripercussioni della crisi del settore agricolo, siano state devastanti per l'econornia dei centri più piccoli e più interni. I Villafranchesi oggi non raggiungono le duemila unità soprattutto a causa dell'emigrazione. Il territorio su cui sorge il paese, da quanto testimoniano numerosi reperti archeologici, pare sia stato abitato, sin dall'età del Bronzo, da diverse popolazioni. Probabilmente, una delle prime civiltà ad insediarsi in questo territorio, chiamato "kratas ", fu quella dei Sicam, soggetti alla colonizzazione dei greci e sconfitti dai Romani nel Il sec. a.C. durante una battaglia svoltasi nei pressi della città di Triocala. Ai Romani seguirono Bizantini, quindi Arabi e Normanni secondo la storia comune a molti centri siciliani. Fu Re Ruggero il Normanno a donare all'Archimandrita di Messina, nel XII sec. il territorio in questione su cui si trovava un monastero basiliano dedicato a San Giorgio di Triocala (da cui proviene il nome "Troccoli" dato al luogo) nonché un tempio costruito nel 1098. Nel XV sec. il territorio denominato "Troccoli", passò ai Conti di Caltabellotta e, quindi, al cognato di uno di loro, Pietro Alliata. Quest'ultimo, non avendo figli, lo donò, nel 1497 al fratello Antonio Alliata che ottenne dal Vicerè Giovanni La Nuzza, la facoltà di fondarvi, il 27 Settembre 1499, un centro abitato di nome Villafranca, secondo le regole del feudalesimo. Le origini dei nome sembra possano risalire a Calcerano Villafranca, il "tecnico" di fiducia del Conte Alliata che scelse il territorio di "Troccoli" ritenendolo il più idoneo per far sorgere un centro abitato. L'acqua era abbondante, i terreni particolarmente fertili e l'aria buona. li termine Villafranca potrebbe derivare anche dal fatto che numerose franchigie vennero concesse per aggregare più facilmente gli abitanti nel nuovo centro. Il paese, dal momento della sua fondazione e per l'intero periodo feudale, quindi fino al 1812, fu governato dalla Famiglia Alliata a cui deve oltre la sua nascita, anche il suo sviluppo economico, sociale, religioso ed artistico. Si arricchì di palazzi, chiese, conventi e numerosi dipinti e opere artistiche grazie a diversi maestri dei tempo chiamati a lavorare alla corte della famiglia Alliata. Tale nobile famiglia proveniva da Pisa e la sua origine fu attribuita, da un anonimo, all'ottavo re della Lidia che, venuto in Italia, aveva ereditato il principato di Toscana. MONUMENTI Oggi a Villafranca, ben poco rimane delle opere che gli Alliata hanno fatto realizzare nel corso dei secoli. E' da ricordare, innanzitutto, la Chiesa Madre, 'Telegante Chiesa Maggiore" secondo la definizione dello storico Vito Amico. E' dedicata a Maria SS della Catena ed è stata costruita, ad opera della famiglia Alliata, tra la fine dei 1600 e l'inizio del 1700 probabilmente su una chiesa preesistente, più semplice e più piccola di cui si hanno notizie sin dal 1540. In essa si trovano le reliquie del patrono di Villafranca: Sant'Eucarpio che significa buon frutto e la cui festa si celebra il 18 Marzo. Purtroppo, nel corso dei secoli la Chiesa Madre è stata più volte danneggiata a causa di movimenti franosi e terremoti. Lo stesso principe Giuseppe Alliata, personaggio di spicco della famiglia, che si distinse per la sua intelligenza e la sua capacità organizzativa, all'inizio del XVIII sec. dovette far riparare la Chiesa. Ma il ciclo di danneggiamenti e riparazioni durò fino al 1960 quando venne definitivamente chiusa al culto, nella lunga attesa che dura ancora oggi, dì un progetto globale di restauro e di un suo finanziamento. La Chiesa si può guardare solo dall'esterno. E' molto grande, a tre navate e nella parte posteriore sorge un imponente campanile fornito di un orologio a pendolo e di tre campane fatte a Burgio. In tempi passati la Chiesa Madre era consecutiva al Castello della Famiglia Alliata che aveva dall'intemo accesso alla Chiesa. Lo stesso campanile, ricostruito interamente nel 1958, probabilmente, agli inizi del XVI sec. era una torre del Castello. L'antica residenza degli Alliata è stata danneggiata e quindi follemente demolita del tutto per dare spazio ad un palazzo moderno. Anche la Chiesa della Madonna del Mirto venne completamente distrutta in seguito a movimenti franosi ed il quadro della Madonna oggi si trova presso la Chiesa del Carmelo. Sorgeva nella zona in cui adesso si trova il cimitero e ad essa sono legate diverse leggende e grandi tradizioni. La Madonna del Mirto originariamente era la "Madonna del Buon Riposo" raffigurata in un dipinto su tela di autore ignoto. Si racconta di Fra Diego Ferrantelli da Burgío, un francescano che portava in spalla il quadro della Madonna lungo la strada che porta a Villafranca. Ad un certo momento il quadro diventò talmente pesante da essere necessariamente poggiato sulle piante di mirto che crescevano in quel punto. Il frate, informate altre persone dell'accaduto, ritornò con loro sul posto per riprenderlo e proseguire. Ma fu impossibile. Fatti pochi passi, bisognava subito tornare indietro e riporre il dipinto sulle piante di mirto. Si racconta ancora di un altro fraticello che portava diversi quadri, ma arrivato a destinazione, scoprì con sorpresa che gli mancava misteriosamente quello della Madonna Del Buon Riposo ritrovato poi nel solito punto. Un'altra storia narra di un quadro con la Vergine del Buon Riposo donato dai frati Domenicani ad un principe di Villafranca come ringraziamento per una lauta offerta ricevuta. Il quadro pur essendo gelosamente custodito, riusciva regolarmente a sparire e veniva sempre ritrovato sulle piante di mirto. Nel luogo dei prodigiosi ritrovamenti fu quindi edificata una magnifica chiesa di cui si hanno notizie a partire dal 1654. Nacque così questa antichissima devozione alla Madonna del Mirto, compatrona del paese la cui immagine e presente m ogni famiglia di Villafranca e alla quale si attribuiscono numerosi miracoli. Si festeggiava l'8 Maggio con un rito ricco di folklore suddiviso in diversi momenti: l'entrata dell'Alloro, la fiaccolata, la rigattiata. Attualmente i festeggiamenti si svolgono la prima domenica di Agosto per dare la possibilità agli emigrati, tornati in quel mese in vacanza, di parteciparvi. I Villafranchesi sono sempre stati devoti anche a San Michele e a San Giovanni. In passato, entrambi i santi, in modo piuttosto insolito, partecipavano ai festeggiamenti alla Madonna del Mirto. idue santi, dalle rispettive chiese venivano portati da due esultanti processioni, alla Chiesa Maggiore per rendere omaggio alla Madonna. I devoti dell'uno e dell'altro santo con rami di alloro vi si stringevano intorno gridando, cantando, ballando e facendolo girare vorticosamente in una sorta di gara che continuava con i giochi d'artificio. Nella parte alta del paese è possibile ammirare la Chiesa di San Giuseppe ultimamente restaurata la cui origine risale alla metà del XVII secolo. Numerosi dipinti di un certo pregio provenienti dalle diverse chiese distrutte o danneggiate, sono stati in parte restauratí e alcuni si trovano nella Chiesa del Carmelo vicino il Municipio. Il paese di Villafranca ha dato i natali al Cardinale Pappalardo la cui casa d'infanzia è possibile ancora trovare. Tra i personaggi da ricordare, vi è senz'altro il Barone Musso (18601922) il quale lasciava i suoi averi , con testamento olografo, alle famiglie più povere del suo paese, ed in particolare la sua abitazione "la casina" al Comune affinché potesse trasformarla in ricovero per anziani. Quest'ultimo desiderio fu normalmente disatteso ed oggi , poco distante dal centro abitato, "la Casina- una bellissima villa del secolo XIX si presenta ai rari visitatori in precarie condizioni. ARTIGIANATO
LOCALE Chi si trova nei dintorni di Villafranca e ama i lavori all'uncinetto, ha un buon motivo per andare a trovare la simpaticissima Signora Giglia e sua figlia Enza, le quali riusciranno senz'altro a sbalordirvi. Innanzitutto per l'ospitalità e la cordialità con cui usualmente accolgono i forestieri ed inoltre per i loro meravigliosi lavori artigianali. Cominceranno con orgoglio ed entusiasmo a tirar fuori una inesauribile quantità di camice da notte, coperte, lenzuoli, asciugamani veramente preziosi, frutto di anni di esperto e paziente lavoro. Su commissione possono preparare pregiati corredi (tel. 0925 550177). All'ingresso del paese si incontra un piccolo ristorante che funge anche da chiosco. La struttura è piuttosto modesta ma la cucina è ottima. Lodevole lo sforzo imprenditoriale dei proprietari, due giovani di Villafranca che con grandi sacrifici hanno messo su una loro attività nel loro paese dal quale altri coetanei pensano solo di andar via. VILLAFRANCA
SICULA Attenzione e urgenti interventi da parte dell'Amministrazione Comunale, Provinciale e Regionale sono auspicabili per questo piccolo comune che vuole sopravvivere. Viene voglia, per un momento, di immaginare Villafranca Sicula. posta in un altro angolino dell'Italia o, meglio ancora, dell'Europa, come un fiorente centro, meta di turisti. La speranza è che lo diventi presto anche se in Sicilia!
La grande scommessa Villafranca, poco meno di 2000 anime, una marea di emigrati verso gli Stati Uniti, il Canada, il Venezuela, la Germania, il nord Italia. L'agricoltura, un tempo florida, costituita al 90% da agrumeti, ridotta oggi ad una attività stagnante. Un paese dove è possibile toccare con mano l'ordinaria disattenzione dello Stato, nelle sue emanazioni regionali e provinciali. Basti pensare che ci sono monumenti che aspettano da trenta anni di essere restaurati. Ma ciò che rende indifferibile un intervento per il rilancio dell'economia è la mentalità assistenziale che caratterizza le nuove leve. Mentalità frutto di soporifere politiche assistenziali, che vedono la quasi totalità dei giovani villafranchesi impegnati nei cosiddetti progetti di pubblica utilità. Lasciando senza seguito il grande spirito imprenditoriale degli anziani, scolpito in maníera indelebile nelle enormi distese degli agrumi ben allineati. Eppure non mancano le spinte culturali e gli sforzi amministrativi che hanno prodotto, tra l'altro, una palestra, un campo sportivo, un campo da tennis, una piscina, un centro di aggregazione utilizzabile per congressi e manifestazioni culturali. Infrastrutture a disposizione della collettività e utilizzate anche dai centri vicini. Per finire con l'idea di "paese albergo";una struttura ricettiva decentrata nell'ambito del comune, che attraverso il passaparola degli emigrati villafranchesi , sparsi per il mondo, potrebbe vedere nascere tutte le attività economiche connesse con il turismo stanziale. 0ppure con gli sforzi di alcuni agrumicoltori che stanno riconvertendo con coltivazioni biologiche i loro agrumeti. O sentire Don Pasqualino Barone , che con il suo mensile "Il Ponte" è una spina al fianco di qualsiasi stasi sia essa amministrativa che culturale. Padre Barone a suo dire un paesano che ama il suo paese, ma secondo altri una autentica forza della natura , con entusiasmo ci parla delle potenzialità agricole, turistiche e artigianali del suo paese; ma ci parla anche delle occasioni mancate, delle migliori energie emigrate, dell'assenza di spirito imprenditoriale. Però non perde il suo innato ottimismo e crede fermamente in un progetto complessivo per il rilancio socio-economico della sua Villafranca. Anzi ci credono tutti i nostri interlocutori. E da come ci credono, ci si può scommettere, ce la faranno. Il principe Alliata "apre" gli archivì di famiglia Non capita certo tutti i giorni d'avere la possibilità dì scambiare due battute con il discendente del fondatore della cittadina che vogliamo fare scoprire al lettore. E' il caso dì. Francesco Alliata XVI Principe di Villafranca, discendente di quel Antonio Alliata che nel 1499 fondò Villafranca Sicula. Un legame viscerale che in questi ultimi anni si è andato sempre più rafforzando e che ha visto il doti. Alliata presente in diversi incontri organizzati nella stessa Villafranca da alcuni dinamici operatori della cittadina. Incontri aventi un solo obiettivo: rilanciare la realtà socio economica della cittadinanza. E per tale obiettivo il Dott. Alliata non esita a mettere a disposizione gli archivi di famiglia dove sono ancora conservati tutti i documenti indispensabili per una puntuale ricostruzione storica delle vicende cittadine. Il dott. Alliata, oltre che custode delle memorie storiche, ha anche una non indifferente esperienza imprenditoriale. "Agricoltura, agriturismo e artigianato sono le direttrici lungo le quali può essere rilanciata Villafranca" afferma il dott. Alliata "ciò che è importante è trainare tali settori. E la realtà giovanile di Villafranca a tal fine potrebbe avere un ruolo strategico". E il dott. Alliata sembra quasi voler trasmettere ai giovani villafranchesi il motto della propria famiglia: "duriora decozi". |