Quando si parla di multifunzionalità, cioè il modo di fare acquisire alle aziende agricole redditi aggiuntivi, in grado di consentire la permanenza degli imprenditori nelle aree rurali ed infondere quel poco di fiducia che consenta di non mollare tutto e andare via, si consiglia come soluzione al problema l’attività agrituristica. Ad onor del vero, esistono diverse alternative, tra queste si segnalano due nuove iniziative: le fattorie d'animazione e le fattorie didattiche. Entrambe attività, si prefiggono l’obiettivo di consentire ai ragazzi di scoprire la realtà agricola cercando di stimolarli con un approccio attivo col mondo animale e vegetale e favorire, nel contempo, una maggior attenzione all'ambiente, al valore e all'origine dei prodotti alimentari. L’origine di questa nuova esperienza, City Farms, cioè fattorie d'animazione, sono i paesi europei con in testa i francesi, seguiti dal Belgio, Olanda, Germania, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Norvegia. I nostri cugini francesi riguardo questo l’attività sono all’avanguardia, attualmente le aziende agricole aperte alle scuole sono circa 1200, organizzate in 18 reti regionali. Tra l’altro, dal 1985 è stato creato il GIFAE (Gruppo internazionale Fattorie d'Animazione e Didattiche) che raggruppa cinquanta city farms e centocinquanta fattorie didattiche. Negli ultimi anni è stato istituito un coordinamento nazionale presso la Bergerie National, un istituto del Ministero dell'Agricoltura che svolge attività di ricerca, formazione e divulgazione nel settore zootecnico; un gruppo di lavoro di rappresentanti dei Ministeri dell'Agricoltura, dell'Educazione e dello Sport sta lavorando alla definizione di standard qualitativi minimi delle aziende che propongono attività didattiche. In Italia qualcosa si va muovendo, specie, nelle zone del nord. L’Osservatorio Agroambientale di Cesena, delle province di Parma e Piacenza hanno dato vita a  due reti di Fattorie Didattiche: una nella regione Piemonte promossa dalla Federazione Coltivatori Diretti, l'altra in provincia di Mantova promossa da Confederazione Italiana Agricoltori - Turismo Verde. Le "Fattorie didattiche" promosse dalla Provincia di Modena rientrano nel più ampio progetto di educazione alimentare. L'unica City Farm italiana si trova a Cascina Falchera del Comune di Torino dotata di stalla, orto, frutteto, laboratori e cucina e gestita dagli educatori del Settore Pedagogico. In Sicilia, l’unica esperienza del genere è la “Scuola in Fattoria” promossa dal comune di Castronovo di Sicilia (PA) in collaborazione con l’Istituto comprensivo Dante Alighieri ed alcune aziende agricole locali del medesimo comune, la cui attività è stata ampiamente trattata nel numero di agosto di questo giornale. Le attività delle fattorie d'animazione e le fattorie didattiche hanno caratteristiche differenti, sia sotto l’aspetto organizzativo, che dal tipo di servizio offerto. Le fattorie d'animazione sono strutture che hanno l'obiettivo di permettere ai cittadini (bambini, ragazzi e adulti) di scoprire il legame che unisce il mondo rurale a quello urbano, iniziativa realizzata, oltre che dai comuni cittadini anche dalle istituzioni provincia e comuni. A livello educativo le fattorie d'animazione propongono una serie di attività che implicano un approccio concreto (dalla preparazione del pane e della zuppa alla cura degli animali, dell'orto e del frutteto) e che possono essere sviluppate in una giornata o durante l'intera settimana per le "classi verdi". Le fattorie didattiche sono delle vere aziende agricole che accolgono gruppi scolastici e pubblico in genere nascono sia dalla necessità di trovare forme di reddito supplementare per gli agricoltori che di comunicazione diretta fra l'agricoltore e il cittadino. Nelle fattorie didattiche sono gli stessi agricoltori che fanno conoscere ai ragazzi la vita degli animali, l'origine dei prodotti che consumano, stimolando nel contempo, lo spirito critico e la curiosità. Una maniera per i giovani di scoprire l'importanza sociale ed economica di un mestiere spesso sottovalutato. Gli agricoltori illustrano agli studenti il mondo agreste, fanno conoscere loro l’origine degli alimenti di cui si nutrono e ne stimolano l’interesse e la curiosità. Le fattorie-scuola rappresentano una opportunità per aumentare la conoscenza in campo agroalimentare dei ragazzi, ma anche una possibilità per creare reddito aggiuntivo agli agricoltori che si impegnano in questa attività di promozione del loro lavoro e del mondo agricolo. All’interno delle aziende agricole i bambini possono scoprire un universo a loro sconosciuto, essere stimolati a un approccio attivo al mondo animale e vegetale, avere una maggior attenzione per l’ambiente, per il valore e l’origine degli alimenti che quotidianamente consumano. Naturalmente, oltre alla realizzazione di forme di reddito supplementare per l’imprenditore agricolo l’iniziativa di "Fattorie aperte" consente una comunicazione diretta tra agricoltore e cittadino. “Non dobbiamo dimenticare che oramai è solo l’industria di trasformazione dei prodotti agricoli che gestisce la comunicazione con il consumatore, emarginando l’aspetto produttivo originale che ha dei caratteri culturali e valoria da cui non si può prescindere nell’ambito dell’educazione alimentare e della salute dei consumatori, soprattutto i giovani”. “ E’ fondamentale  coinvolgere il mondo della scuola, fin dai primi anni di vita dei bambini, per promuovere una sana cultura del cibo che, vista nella sua complessità, non può prescindere dal territorio e dalle tradizione produttivi locali e far crescere l’amore per la salvaguardia dell’ambiente” . E’ chiaro che bisogna formare sia gli imprenditori agricoli, ma anche gli insegnati a queste nuove esperienze. Iniziative che potrebbero essere un ulteriore filone dei Servizi allo sviluppo della Regione Siciliana.  L’attività dovrebbe prevedere una serie di incontri formativi riguardanti alcuni aspetti scientifici come  il concetto di biodiversità culturale e colturale; il bioregionalismo e le mappe bioregionali come strumento di progettazione, ricerca ed educazione; gli elementi strutturali che caratterizzano l'azienda per la realizzazione di un'aula di ecologia all'aperto; visita sperimentale in azienda per una verifica in campo; l'organizzazione dei percorsi e gli strumenti formativi; lo studio dei prodotti tipici; l’educazione agroalimentare, ecc.; promuovere un percorso autoistruito, con l’ausilio di cartellonistica, quaderni dell'aula di ecologia all'aperto, la fattoria, l'agricoltore e le sue attività come strumento di educazione. La campagna costituisce il luogo deputato per l’incontro del mondo scolastico con l’ambiente naturale, ed al riguardo il grande  S. Benedetto soleva dire: “si impara di più un giorno in un bosco che un anno a scuola”.