
......A
tre miglia da Lentini, c'è un immenso lago, chiamato Bivieri, o lago di
Lentini, che appartiene al Principe Butera e gli rende trentaseimila libbre
di rendita per l'affitto del diritto di pesca che consiste in anguille,
tinche e cefali. La caccia vi è sbalorditiva e la si pratica nella maniera
più comoda. Tutte le mattine gli uccelli che si trovano al Bivieri passano
ai laghi Pantani, situati a qualche miglio di là. Dopo aver comodamente
sparato al loro passaggio, si cacciano durante tutto il giorno con delle
piccole barche, girando sul lago, e la sera si spara loro al secondo
passaggio, quando ritornano dai Pantani al Bivieri. La selvaggina è così
abbondante ed anche così varia che ogni mese vi porta delle nuove specie, in
modo tale che gli stessi cacciatori ammazzano ogni giorno degli uccelli che
neanche conoscono. All'inizio dell'inverno, al momento delle migrazioni,
potrebbe essere uno dei soggiorni ideali per uno studioso che volesse
completare un gabinetto di storia naturale di uccelli di fiume. Vi ho visto
l'uccello cardinale che non si conta neanche più nel numero degli uccelli
d'Europa. Il resto del paese non è meno ricco in altre qualità di
selvaggina: alle beccacce, alle lepri, si spara finanche nei piccoli
giardini di Lentini...............(tratto dal "Voyage en Sicile" di Vivant
Denon).
Il
bacino idrografico occupa una vasta depressione naturale situata tra la
piana di Catania e le falde settentrionali dei Monti Iblei. Le sue origini
risalgono tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo ad opera dei
Templari. Infatti, i monaci-cavalieri volevano realizzare una grande riserva
per la caccia e la pesca, grazie allo sbarramento del fiume Trigona-Galici,
prima che le sue acque confluissero nel San Leonardo. Nel 1510, il possesso
del Lago era di proprietà della famiglia Santapau, quindi è passato alla
famiglia dei principi di Butera, e in mancanza di discendenti maschi alla
famiglia Trabia. La principale risorsa del lago era la pesca. La cattura dei
pesci era praticata sia con le barche che da terra, quest’ultima utilizzava
il sistema delle “cadute d’acqua” o morti. Questi erano un complesso
di canali e bacini in cui confluivano le acque del lago, che venivano
filtrate mediante la presenza delle canne situate nel fondo. Ciò permetteva
il solo passaggio delle anguille, mentre gli altri pesci rimanevano
intrappolati. Oltre alla pesca, nel lago si praticava anche la caccia in
qualsiasi stagione. Altra risorsa del lago era la canna da palude (cannedda)
che veniva tagliata e venduta ai fornai locali. Purtroppo a causa della
malaria, dovuta all’acqua malsana del lago, si dovette provvedere a
bonificare il lago. I lavori di
bonifica durarono circa trenta anni. Scomparve così il lago di Lentini e con
esso anche la ricchissima flora e la fauna in esso presente. Alla fine degli
anni 70, si pensò alla ricostruzione del lago per un suo duplice uso:
agricolo e industriale. Esso si presenta più piccolo ma anche più profondo
rispetto al precedente, ha un perimetro di 14 Kmq e una capacità d’invaso di
127 milioni di mc d’acqua. Per la sua posizione geografica è un’importante
oasi naturalistica. Infatti si è rapidamente trasformato in un eccellente
habitat per la sosta e la nidificazione degli uccelli. Le specie volatili
più rappresentativi sono: gli aironi cinerini, la sgarza
ciuffetto, la garzetta, le oche, le
anatre, i cigni, il cormorano, le
spatole e le cicogne. Quest’ultime sono l’elemento
più rappresentativo dell’avifauna nidificante del lago. In pratica
all’interno dell’invaso troviamo tutti i tipi di uccelli: estivanti,
svernanti, stanziali e migratori. Anche la vegetazione del lago è molto
rigogliosa; esso è ricco in piante acquatiche perenni quali le
Callitriche stagnalis, le Ceratophyllum d., ecc.,
mentre le specie più comune sono il Myriophyllum s. e le
Tamarix.
|