Sono in esposizione permanente le opere di Gaetano Miani a Troina (En), paese dove è nato, nel 1920.
L'artista si è formato artisticamente a Palermo, alla scuola di Pippo Rizzo, poi a Milano, sotto la guida di Aldo Carpi. Nel dopoguerra si trasferisce in Brasile, dove esegue imponenti lavori: affreschi in edifici pubblici e privati. Si dedica pure all'insegnamento, all'Accademia di San Paolo, e al contempo dipinge 'tele che raffigurano sontuosi nudi femminili che coniugano la tradizione cortonesca e le immagini delle indigene, pure e provocanti, che egli incontra nella foresta ; cieli incandescenti; nature morte che bruciano di fastose cromie che ricordano le forme laviche dell'Etna; cancelli che sono rutilanti segni nello spazio' (Bonanno '99).
Passando dall'informale approda ad un rinnovato figurativo: dà vita ad una nuova realtà pittorica che Fagiolo Dell'Arco ha categorizzato come 'Natura nella natura'.
Come tanti altri pittori siciliani, Miani, ha trasferito nelle sue opere immagini e memorie della sua terra natia. Già nel 1945 Beniamino Joppolo notava nei paesaggi di Miani 'tutta la sospensione perplessa tipica dei paesaggi dei paesaggi dell'isola, in cui ogni manifestazione assume un misterioso senso di luce alta, ferma e vibrante'. Più recentemente Claudio Strinati ha osservato come, in molti dipinti, Miani rievochi il suo viaggio tra mondi lontanissimi, quali la Sicilia e il Brasile, eppure vicini esistenzialmente.
Nel 2001 il Comune di Troina aveva invitato il Maestro Gaetano Miani ad esporre in una sua personale alcune opere.
Il Maestro, dopo una lunga assenza dal suo paese, ha voluto omaggiare la comunità regalando tredici delle sue tele.
L'anno successivo, ancora una volta ha voluto dare prove del suo affetto e legame con Troina, inviando altre due tele.
Una delle due è la rappresentazione di un fatto storico avvenuto nel marzo del 1088: il Papa Urbano II va in Sicilia e si incontra con il gran Conte Ruggero il Normanno proprio a Troina, sede della corte normanna, per definire i contenuti della loro storica alleanza.
La tela, che misura due metri per tre è attualmente esposta nella sala della Biblioteca Comunale e verrà ospitata, assieme alle altre, nella sala grande del locale Museo arabo-normanno, di cui a breve si avrà l'apertura.
Formulando un acuto commento critico su questo lavoro di Miani, Maurizio Marini, l'illustre studioso di Caravaggio, ha sapientemente scritto:
'la vocazione espressiva del Miani rivela un denominatore comune nel fascino della pittura per la pittura quale si percepisce nel mondo ispanico-latino, da Venezia a Roma, da Toledo a Madrid e a San Paolo, nella lontana America, per ricongiungersi, al centro del Mediterraneo, nella dimensione di una Sicilia nella 'Storia', al di là di Omero'.