Notevoli
sono stati in questi ultimi anni le trasformazioni nelle abitudini e
negli intenti di chi intraprende un viaggio.
La scelta della meta e delle cose da fare è mutata: alle vacanze
massificate e dirette verso le mete più note si è preferita
una logica di viaggio interessante oltre che piacevole e rilassante.
Il viaggio con valenze conoscitive, il turismo culturale è diventato
una vera e propria realtà, peraltro in continuo aumento, come
obiettivo di sempre più numerose persone.
I grandi centri, facilmente raggiungibili, sono diventati saturi di
presenze, e anche per questo si è formato un’esigenza più
raffinata e ricercata di un turismo che vuole esplorare gli angoli più
appartati dell'Italia, alla ricerca dell'anima genuina della nostra
terra e dei caratteri originari dell’identità degli italiani.
Non è ovviamente una moda del momento, essendo stato il gran
tour nella penisola italiana un costume, una pratica e una filosofia
sin dal diciassettesimo secolo e praticato per tutto il diciottesimo
secolo. Meta privilegiata del gran tour, viaggio iniziatico per la gioventù
europea e viaggio conoscitivo per l'intellettualità era il sud
d'Italia e la Sicilia in particolare, alla ricerca delle testimonianze
della civiltà greca, del passato romano, Era dunque il mediterraneo,
già secoli fa la meta di un turismo culturale ante-litteram.
La natura d'élite del gran tour, oggi è divenuta invece
possibilità per tutti.
Gli stessi beni culturali non sono più fortunatamente privilegio
di alcuni ma patrimonio disponibile alla fruizione di tanti: Se è
cresciuto l'interesse di vasti gruppi sociali verso i musei, le pinacoteche,
le biblioteche, etc. questo è accaduto grazie ad una sensibile
attenzione della società verso la salvaguardia del bene culturale
come bene di tutti. D'altro canto la nostra carta costituzionale sancendo
all'art. 9 la tutela del patrimonio culturale, s'era già posta
come una delle più avanzate forma di costituzione repubblicana
in ambito di beni culturali.
A determinare i gusti nuovi, della ricerca di percorsi diversi dagli
itinerari comuni e delle mete famose è stato un convergere di
diverse tendenze, accomunate dalla rivalutazione del’locale',
come riscoperta del valore delle tradizioni particolari, dei sentieri
minori, dei paesaggi e dei monumenti minori.
E' accaduto nel turismo quello che è accaduto nella maniera di
fare storia: dalla conoscenza dei grandi eventi si è passati
all'esigenza non meno importante di scoprire la microstoria, la vita
delle comunità, e le usanze del popolo, le presenze d'arte minori
ma necessarie a comprendere la realtà e la consistenza delle
testimonianze maggiori dei grandi centri.
Il turismo di massa, organizzato e predeterminato ha lasciato il passo
al turismo individuale e a soggetto; la mentalità di chi viaggia
non è più quella del turista ma quella dell'ospite, che
vuole capire cosa sta visitando, compartecipare alla natura del luogo,
conoscere persone e vicende delle terre che attraversa.
Anche nel modo di fare turismo si è passati dal globale al locale:
nelle aspettative del nuovo turismo e nelle cose che si aspetta da un
viaggio: se anni fa venivano ricercate maniere internazionalmente condivise
adesso si ricerca e ci si aspetta il caratteristico e particolare. Un
solo esempio: il successo dell’enogastronomia tipica e locale
come tendenza opposta a quella che dominava anni fa che consentiva ovunque
una cucina riconosciuta a livello internazionale;
la scelta dei siti e degli itinerari è sempre più determinata
dal rifiuto dei luoghi affollati,’riminizzati' intendendo con
questo termine le zone congestionate alla scoperta degli itinerari percorribili
e vivibili dove all'incanto del paesaggio e della natura si può
abbinare un percorso d'arte e di eventi culturali.
Dai grandi luoghi, dai centri rinomati, alla scoperta dei posti minori
ma carichi comunque di storie non raccontate d’identità
culturali arcaiche ma significative, spesso denigrati da stereotipi.
Chi viaggia per il sud può accorgersi della vera identità
meridionale, fatta di senso della solidarietà, della pratica
del dono, dell'ospitalità, oltre le immagini del familismo amorale
e dell'individualismo egoistico, generalizzato con analisi superficiali
da tanta sociologia.
Alla scoperta dell'insolito e del curioso si va a costo di rinunciare
alle comodità dei grandi alberghi; nelle scelte del viaggiatore
nuovo vi è anche la preferenza per residenze medie, considerate
più in sintonia con le realtà che si visitano.
La visione del viaggio con finalità culturali è quello
del turista che non solo vede ma vive ciò che visita, partecipa
di quello che lo circonda, non punta alla quantità di ciò
che visita ma alla qualità.
Secondo i dati di varie istituzioni, oggi il turismo culturale, è
una delle realtà più rappresentative e più in aumento
del turismo in generale. Anche in Sicilia.
Il rapporto sul turismo in Sicilia, fatto per conto della regione nel
2000, indica i flussi turistici come in aumento nell'isola, addirittura
con saggi di crescita più elevati rispetto a quelli nazionali.
Ma dice che il richiamo più forte per il turista è costituito
dal mare. Il rapporto evidenzia, perciò, una curiosa contraddizione:
la percezione generale della Sicilia è quella di una regione
tra le più ricche d'arte e di testimonianze culturali, molte
delle quali talmente tipiche che ne caratterizzano fortemente l'identità(
tanto da far parlare di 'sicilianità') ma il turista preferisce
comunque le coste. Questo è dovuto a vari motivi, secondo gli
estensori del rapporto, ma uno dei prevalenti è di tipo strutturale
e d inerente alla precarietà dei trasporti interni all'isola
e alla difficile mobilità delle mete più isolate.
Anche se l'istituzione dei parchi letterari in Sicilia, sostenuta da
campagne di informazione e propaganda, di itinerari specifici sul barocco,
sul liberty, oltre alla frequentazione delle mete classiche del turismo
conoscitivo, ha potenziato il viaggio culturale, rimarrebbero sottostimate
le zone interne della Sicilia e non preferite come mete dai viaggiatori.
Eppure proprio le zone interne della Sicilia avrebbero tanto da offrire
e quindi da guadagnare se sostenute da politiche favorevoli allo sviluppo
del turismo culturale.
Per queste zone anzi il turismo culturale si potrebbe configurare come
un aspetto di un nuovo modello di sviluppo. Uno sviluppo di sicuro compatibile
con l'ambiente, con il ripristino architettonico e urbanistico, con
la rivalutazione della tradizione e della cultura locale e comunitaria.
Valorizzando le vocazioni e le capacità intrinseche di gran parte
del territorio isolano si può costruire una strategia di sviluppo
locale, centrate su una pluralità di interessi dei vari protagonisti
dell'economia e delle istituzioni locali.
Per una Sicilia che vuole a gran titolo inserirsi nei circuiti turistici
del mediterraneo è essenziale proporre e propagandare il viaggio
nel cuore antico dell'isola.
Ma per far sì che questo centro della Sicilia possa diventare
appetibile e frequentato dai turisti bisognerà adottare politiche
di recupero del territorio e del paesaggio, che appaiono comunque urgenti.
Pensiamo all'ennese e alle difficoltà di fare impresa o azienda
impiantando stabilimenti che dovrebbero produrre e commercializzare
prodotti che non hanno relazioni né con l'ambiente né
con il mercato locale.
Il turismo culturale valorizzerebbe risorse naturali e testimonianze
storico-artistiche che esistono come beni di tutti, e che allo stato
attuale non producono effetti in termini di ritorno economico.
Prevale ancora, nei casi migliori dobbiamo dire, una pratica di conservazione
dei beni culturali e non di promozione a fini turistici, secondo logiche
di mercato. Logiche di mercato che non sono solo quelle del guadagno
da realizzare con il biglietto d'ingresso ai siti ma quelle del guadagno
possibile e funzionale dell'indotto, attorno al sito di richiamo turistico.
I beni culturali non sono riproducibili e un loro mancato sfruttamento
, anche solo in termini economici, sottrae ricchezza al tessuto economico
e produttivo della comunità. La loro scarsa valorizzazione o
addirittura l'incuria che può portare alla distruzione del bene
stesso elimina la possibilità dell'utile che il bene poteva produrre.
Eppure accade normalmente che i beni culturali dei centri minori, vengano
non tutelati e conservati, anzi danneggiati da un uso del territorio
superficiale e poco interessato ad un armonico disegno di sviluppo urbanistico.
Così che è possibile vedere edifici di dubbio gusto a
ridosso, intorno e accanto ad antichi monasteri o aree archeologiche
o altri rilevanti monumenti del passato; nuove zone di espansione edilizia
dissonanti dall'impianto del centro storico e finanche esteticamente
discordanti con la creatività dell'edilizia popolare e spontanea
degli antichi quartieri paesani.
E' possibile istituire itinerari turistico-culturali nel nostro territorio.
Il nostro territorio vede la presenza di un patrimonio culturale diffuso,
ma oltre che non molto conosciuto è spesso non censito e non
valorizzato o in stato di vero e proprio degrado. Preliminare è
quindi un'azione di catalogazione dei beni culturali disseminati nel
territorio, dei reperti che giacciono in palazzi chiusi, in chiese e
conventi, in edifici pubblici; di sistemazione delle emergenze archeologiche,
artistiche; del contesto urbano in cui sono palazzi e dimore storiche.
A seguito va adottata una politica di cooperazione tra soggetti istituzionali:
associazioni di Comuni, di enti preposti alla valorizzazione dei beni
culturali e delle tradizioni(Pro loco, aziende per il turismo); adesioni
a reti nazionali e internazionali che propongono e sostengono la scoperta
delle zone interne: la rete mediterranea del turismo rurale per es.
Esistono a Troina, condizioni che possano far ipotizzare un itinerario
turistico- culturale? Diciamo intanto che una positiva novità
di questi ultimi anni è la nascita di diverse aziende agrituristiche,
che hanno cambiato l'idea di una campagna abbandonata e deserta e che
rappresentano un punto valido di partenza per una valorizzazione del
paese in ambito turistico, potendo offrire al visitatore accoglienza
e introducendolo al tipico locale, in ambito gastronomico.
Questi piccoli segnali di una realtà di turismo rurale, seppur
piccoli sono indicativi perché avvengono in un ambiente e dentro
una mentalità rurale che ha sempre avuto diffidenza verso i cambiamenti
e ha denotato lentezza nell'approcciarsi alle nuove forme di utilizzo
della campagna. Questo ritardo e questa refrattarietà a ristrutturare
l'esperienza passata, ha fatto sperare in uno sviluppo economico e sociale
importato e 'industrializzato'. Peraltro laddove questo è avvenuto
in realtà, sostituendosi all'economia agricola ha dato scarsi
risultati sia in termini di reale occupazione, di produzione di risorse,
di rispetto dell'ambiente.
L'intervento invece di conservazione della natura e di tutela di beni
culturali, specialmente se sostenuto dalla comunità, potrà
dare risulti di sicuro successo.
Adottare quindi un'idea di sviluppo locale, condivisa dalla popolazione
e centrata sul rispetto e la proposta della qualità dell'ambiente
e del paesaggio come piacevole sfondo ad una fruizione di beni culturali
di sicuro interesse anche se non competitivi con quelli delle città
d'arte, ha un esito non indifferente sulla qualità e quantità
dei flussi turistici e quindi un effetto retroattivo e positivo sull'economia
generale del luogo.
Troina è punto di sosta per chi vuole conoscere l'età
normanna e medievale in Sicilia, vivendone il centro storico, tra la
cattedrale e i resti del castello, accostandosi alla sontuosità
dei monasteri basiliani, seppur ridotti a ruderi, di san Michele il
vecchio e di san Michele il nuovo, andando alla scoperta del luogo in
cui vi fu il monastero di sant'Elia, tra Troina e Cesarò, anche
per rendersi conto che si sta incamminando per un percorso che attraversando
i boschi dei Nebrodi porta agli altri monasteri basiliani di san Salvatore
di Fitalia e Fragalà, lungo una antica trazzera che collegava
Longi a Troina, per le esigenze militari dei normanni e che è
oggi un itinerario che sullo sfondo delle bellezze naturalistiche del
parco dei Nebrodi consente di conoscere e vedere le fattezze architettoniche
dei conventi voluti da Ruggero il normanno e di capire le ragioni religiose
e politiche della loro creazione.
Se poi questo itinerario lo si intraprende nei mesi primaverili, si
può assistere alle paganeggianti feste dell'alloro, uniche nella
ritualità arcaica a Troina, caratterizzanti l'area dei Nebrodi,
simili ai riti giudaici di San Fratello, alla festa dei 'muzzuni' di
Alcara li Fusi nell'aspetto orgiastico e falloforico.
Sempre sul fronte degli itinerari militari non trascurabile è
la spendibilità turistica degli avvenimenti dell'agosto 43, durante
la seconda guerra mondiale. Gli scatti famosissimi di Capa hanno reso
gli avvenimenti troinesi parte dell'immaginario e della cultura visiva
mondiale. Tour operator americani da tempo inseriscono Troina in viaggi
che hanno per itinerario i luoghi siciliani dello sbarco e dell'avanzata
degli americani nell'isola. Un omaggio a Robert Capa che rievochi stabilmente
la battaglia di Troina, sarebbe senz'altro motivo di sosta turistica.
Il turista potrà verificare la vetustà della cittadina
andando per gli scavi archeologici che rendono l'antica cinta muraria
della città ellenistica che Troina è stata, oppure indirizzarsi
allo scavo recente, curato dagli archeologi di Cambridge, che fanno
risalire, con la loro scoperta di una capanna preistorica, l'origine
di Troina, al neolitico. Ovviamente l'insieme dei siti archeologici
di Troina che sono diversi, va recuperato alla fruizione visto che ancora
non è pienamente usufruibile per il turista
E possibilmente contestualizzata ad altre strutture.
Ma non solo quello che è in atto e che adeguatamente valorizzato
potrà rendere Troina meta di un turismo culturale ragguardevole.
E' possibile cerare altro. Agendo sul centro storico per es., dove vi
sono palazzi di proprietà comunale che si possono trasformare
in luoghi espositivi vari, costituenti assieme un piccolo polo museale
paesano: già l'ex- carcere borbonico è pronto a diventare
giacimento ed ospiterà la collezione Miani di cui il comune è
proprietario grazie al dono di tele fatto dall'artista; il sito diventa
pinacoteca e laboratorio creativo, nonché sede di possibili eventi
d'arte in grado di attirare visitatori. Anche se sembra inverosimile
parlare di grandi eventi per Troina, mirati allestimenti di mostre,
potrebbero dare opportunità di visite turistiche di non poco
conto, a Troina.
Altri locali di proprietà del comune, vicini all'ex-carcere borbonico
possono ospitare l'antiquarium, dove andrebbero sistemati i pezzi, rinvenuti
nelle campagne di scavo degli anni '70, da allora giacciono da ormai
trenta anni nei magazzini comunali e nei depositi dei musei regionali
di Agrigento e Siracusa).
Ancora, una forma di raccolta e conservazione nonché di valorizzazione
integrata del territorio ci sembra quella dell'Ecomuseo.
L'ecomuseo, è un museo dell'identità: obiettivo primario
è quello della ricerca dell'identità locale attraverso
una ricognizione delle proprie radici. Gli oggetti destinati all'esposizione
sono quelli della civiltà contadina, del lavoro artigiano, della
vita materiale, contestualizzati alla storia del territorio.
In zone vicine a Troina vi sono esempi di raccolte private. A Troina,
dove sono a rischio di scomparsa i segni della tradizione e della civiltà
legata al lavoro dei campi, una raccolta e sistemazione di questo materiale
, risulta necessaria e di sicura anche di effettiva efficacia.
La musealizzazione dei beni è la strategia indicata come migliore
specialmente per i centri piccoli, dove è possibile che vadano
dispersi importanti reperti o per incuria o per altri motivi o che vadano
con facilità rubati.
D'altronde è la creazione di luoghi stabili di produzione culturale
e di appuntamenti strutturati che rende alla lunga in ritorno turistico.
L'attivazione di siti museali nel centro storico e la rivitalizzazione
della zona servirebbe ad incentivare la ristrutturazione degli edifici
privati, peraltro agevolata dalla recente legge regionale in favore
del recupero dei centri storici minori. Si creerebbe un circuito virtuoso
tra intervento pubblico tendente a fare della proprietà pubblica
nel centro storico un cantiere culturale e iniziativa privata che potrebbe
attivarsi non solo a migliorare l'aspetto delle case di abitazione ma
anche a far nascere attività che potrebbero da una rinnovata
frequentazione del centro, trarre profitti in termini economici.
Inoltre , salvando opere d'arte e manufatti della civiltà locale,
si possono recuperano anche i luoghi destinati a contenerli, che sono
quasi sempre palazzi, chiese, conventi , magari di fattura architettonica
minore ma pur sempre pregevoli e spesso destinati all'abbandono e alla
distruzione.
Il vantaggio locale di una serie di spazi espositivi deve coniugarsi
con una necessaria creazione di una rete dei piccoli luoghi espositivi.
Tanti sono i modelli che si possono seguire, realizzati in varie parti
d'Italia, di connessione in rete di realtà museali di centri
minori che, presentati al turista in un unico itinerario organico; modelli
che sono in grado di stimolare curiosità e voglia di conoscenza
In un sentire sempre più diffuso che privilegia i percorsi dei
centri minori, alla ricerca di quell'equilibrio tra tempi esistenziali,
lavoro e modernità non omologata che in molti paesini è
ancora possibile trovare. In un recente convegno organizzato dall'Ente
Cassa di Risparmio di Firenze è stato presentato un modello di
strutturazione di un itinerario dei musei minori della provincia fiorentina
e , che attraverso il supporto di cd esplicativi e di un sito internet
ad hoc, è possibile adottare anche in realtà, certo meno
ricche di reperti ed esperienze, come quella del nostro territorio.
La rete dei musei, centri d'arte, luoghi permanentemente aperti al pubblico
(chiese, oratori, ecc.) adottando una comune programmazione delle iniziative
di promozione turistica, attivando eventi culturali itineranti, hanno
una possibilità maggiore di attingere a finanziamenti pubblici
o sponsorizzazioni private, di permettersi servizi professionali adeguati,
di ottimizzare i costi,, di limitare, aiutandosi reciprocamente, le
modeste risorse complessive che la localizzazione in un territorio ancora
periferico, comporta per ogni impresa fortemente caratterizzata in senso
culturale, di aumentare la visibilità con una comune pubblicizzazione
dell'offerta.
In un momento in cui vi è un apprezzamento turistico dei percorsi
sinora giudicati a torto 'secondari', bisogna far sì che un’oculata
promozione del luogo, accompagnata possibilmente dalla programmazione
di eventi di richiamo spettacolare, sia in grado di attirare parte del
flusso turistico che si dirige preferibilmente verso le nota città
d'arte.
La pubblicizzazione gioca un ruolo notevole: per quanto riguarda Troina,
primi tentativi si stanno facendo: la pubblicazione di un cd su Troina
a fini turistici, l'apertura di un sito internet sembrano segnali positivi
per far conosce al turista le potenzialità e gli utili di una
escursione a troina, anche se questa va fatta inerpicandosi per stradine
solitarie e lasciando le comode strade di grande collegamento.
Non va tralasciata perché peraltro anche parecchio carente la
segnaletica comune. Molte indicazioni, di pregevoli emergenze artistiche-architettoniche,
sono prive di segnalazione.
Accanto alla pubblicizzazione va operata anche una scelta più
approfondita e oculata di adozione di operatori professionali in mediazione
linguistica e turismo culturale ed esperti in marketing, capaci di promuovere
con una efficace comunicazione ed una efficace valutazione economica
la valenza turistica di Troina.