Sfugge
a chi vive in marina o in paesi non attraversati da antiche strade o
dorsali che portano in montagna, lo spettacolo della transumanza. I
ricordi, inevitabilmente, riconducono il trasferimento degli animali
per ragioni di pascolo dal piano al monte, e viceversa, a evocazioni
letterarie. "Non è bella la vita dei pastori di Aspromonte:
l'inverno quando i torbidi torrenti corrono al mare…; sugli spiazzi
le caldaie nere sulla bianca neve…".
Praticata da piccole aziende d'allevatori, la transumanza continua a
conservare il suo fascino. E in Sila si sale già intorno alla
fine di giugno, quando le greggi sono dirette ai pascoli montani. Ai
primi freddi d'autunno questi animali ripartono verso nuovi pascoli
marini dove la temperatura invernale è pressoché mite.
Anche quest'anno, il consueto spostamento di greggi e mandrie sta avvenendo
secondo antica tradizione. Mucche, capre e pecore con ai lati bei cani
pastori, davanti uomini con segnaletiche. Si prediligono sempre strade
secondarie; vecchie mulattiere o chiubbiche, in queste zona rese famose
dal passaggio dei fratelli Bandiera. Di notte lo scampanellio avverte
che in atto la transumanza. Anche in questo inizio di estate che si
annuncia afoso e piovigginoso, i pastori raccolgono i propri capi, sparsi
sulle falde della presila, dove l'erba poco verde è già
secca, la frescura è sempre piu' ridotta e mille colori danno
vita ad uno spettacolo di rara bellezza . Al tramonto la partenza, attraversando
sentieri e mulattiere, intorno a mezzanotte la sosta. Gli animali riposano,
i cani fanno la guardia; è una festa, una solennità che
dura a suon di salame e pasti cotti, innaffiati da buon vino. Alle tre
si riparte per arrivare nel cuore della Sila: erba alta, verde cupo.
Fiori e colori, mille tinte. E' il meglio che si può offrire
a queste mandrie di buoi e greggi. Il silenzio di queste località
montane con l'arrivo di questi animali si tramuta in festa. E si sentono
qua e là campane e campanelle, mentre i pastori a dorso di cavalli
e muli controllano le mandrie, dando pure un'occhiata ai reticoli adiacenti
le strade piu' importanti. E' un'altra stagione, quella meno difficile
che anticipa l'inverno, per continuare questo impegnativo lavoro. Una
tradizione di vita e di bontà che si tramanda. Poi in autunno
si riparte per la collina. Transumanza ricordo di un'altra epoca vinta
dai motori e dall'industrializzazione. Per questo è difficile
far quadrare i conti. Per questo gli armenti sono diminuiti notevolmente.
Ma la transumanza, sia pure meno faticosa, resiste ancora ed è
un'allegria, di notte, sentire il passaggio di queste bestie.
La giornata, adesso, vicino ai freschi ruscelli della Sila, è
riempita dalle stelle estive. Giornata sempre lunghe, che col passare
dei giorni si rimpiccioliscono sempre piu'. Ma è la vita dei
pastori che, come scriveva D'Annunzio, "Vivono come bruti, con
la terra e con Dio".