L’Europa del XII e XIII secolo è inserita in un quadro storico estremamente mosso e articolato. E’ un Europa di grandi fermenti,di lotte per il potere,diretta conseguenza di eventi particolarmente importanti che segnarono in maniera indelebile i secoli precedenti. Aspetti fondamentali del X e dell’XI secolo sono lo sviluppo signorile e il correlato dissolversi dell’autorità statale. Si assistette,cioè,per far fronte alle incursioni e invasioni barbariche,al fenomeno dell’incastellamento,la tendenza da parte dell’aristocrazia alla costruzione di castelli-fortezza,muniti di torri,fortificazioni,possenti mura per difendersi appunto da eventuali assalti esterni. Tale fenomeno però accelerò il disfacimento dell’organizzazione pubblica e favorì la nascita di poteri locali,il consolidarsi dei così detti poteri “dal basso”. Ben presto infatti i signori iniziarono ad agire sul feudo con maggiore libertà acquistando autonomia quasi assoluta,grazie anche all’affermarsi dell’ereditarietà dei benefici e delle cariche ed esercitando sul territorio circostante un potere tendenzialmente sostitutivo di quello degli ufficiali pubblici. Questo fenomeno dilagò in quasi tutta Europa e vide coinvolte le maggiori monarchie che popolavano la scena politica del XII secolo: la monarchia francese,quella anglo-normanna accomunate da un’austera politica atta al rafforzamento del potere regio mediante l’inquadramento feudale dell’aristocrazia. Nell’Italia meridionale assai potente era la monarchia creata dai normanni;già alla fine dell’XI secolo era quasi tutta sotto il loro controllo,ma si dovrà attendere il XII secolo affinché l’opera di unificazione sarà completa. Fu Ruggero II d’Altavilla (1113-1154) a impadronirsi di tutte le terre occupate in Italia dai normanni e a ottenere dal papato il titolo di “re di Sicilia,di Calabria e delle Puglie”,nel 1130. Si venne a creare un regno solidissimo e centralizzato proprio nel cuore del mediterraneo dove si incontravano tre mondi diversi,arabo,bizantino e latino con lingue,razze e civiltà diverse. Un tale miscuglio non si trovava allora in nessun paese europeo. Anche nell’ambito del regno normanno di Sicilia furono eretti numerosi castelli ma raramente sfociarono in vere “signorie” territoriali,minanti il potere regio;molto spesso erano voluti direttamente dal re o dai suoi rappresentanti,che controllavano eventuali usurpazioni di poteri pubblici o appropriazioni indebite di facoltà di comando o coercizione.
IL CASTELLO DEI GAETANI: OGGI OGGETTO DI ANALISI…
E’ nell’ambito di questo vasto panorama storico,nazionale e internazionale che possiamo inserire a buon diritto il ruolo che ha assunto la feudalità nella storia di Sortino,piccolo paese della provincia di Siracusa,e soprattutto la sua azione sul territorio. E’ stato infatti oggetto di analisi l’antico castello feudale, che dominava il vecchio abitato di Sortino, prima che il terribile terremoto del 1693 lo radesse al suolo. Le notizie sono assai scarse e spesso avvolte nelle nebbie. Tuttavia pare certo che il casale di Sortino risalga all’età normanna, voluto da Ruggero II,come nucleo abitativo che si sviluppava sulla fiancata Sud del monte Aita; a poca distanza continuava ad esistere dall’età del bronzo il centro abitativo di floridissima civiltà: Pantalica. Questa poiché era gelosa della propria autonomia, forse non avrebbe offerto garanzie necessarie di fedeltà alla corona normanna sicchè RuggeroII aveva ritenuto opportuno creare un castello quale struttura feudale militare e amministrativa, come spina al fianco di Pantalica, che ben presto fu rasa al suolo dall’esercito dell’imperatore EnricoVI di Svevia, sposo di Costanza d’Altavilla. Successivamente il castello fu concesso ad Arnoldo, conte di Modica ed allora rimasto prevalentemente in mano ai signori della contea, fino all’acquisto nel 1477 da parte della famiglia Gaetani, con la quale il castello si trasformava da fortezza in residenza dove dimoravano il marchese, la sua famiglia e la servitù. I Gaetani passarono da Pisa in Sicilia nel corso del XV sec., pare chiamati da Alfonso D’Aragona, per il quale occuparono importanti cariche consolidando un’imponente fortuna. Nel giro di poche generazioni concentrarono la loro attenzione sulla terra di Sortino e quella di Cassaro, adottando un’ambiziosa politica, offerta anche dalle condizioni favorevoli del territorio. Grazie alla presenza nel feudo delle sorgenti più importanti della Valle dell’Anapo, e di antichi acquedotti ebbero il possesso e il controllo quasi totale dell’acqua, utilizzata sia ai fini agricoli che industriali. Agli inizi del XVII sec. I Gaetani ottennero il riconoscimento regio del titolo di marchesi di Sortino e poco dopo di principi di Cassaro. Dopo il grande sisma del 1693 che distrusse totalmente il paese, furono i Gaetani ad adoperarsi per la ricostruzione, non solo stanziarono le ingenti somme necessarie ma fecero venire da Palermo un architetto che diresse la ricostruzione che tra l’altro avvenne in sito diverso. E si adoperarono alla costruzione di un nuovo palazzo nobiliare, che potesse sostituire il vecchio castello. La nuova dimora dei Gaetani non fu realizzata più alla tradizionale maniera, ma un palazzo vero e proprio, costruito nel contesto urbano della nuova Sortino. Oggi non esiste alcuna traccia di questo palazzo, abbandonato all’incuria fin dal 1812 anno dell’abolizione della feudalità in Sicilia, demolito nel 1910, per farne un edificio scolastico (scuola elementare). Lo storico castello aveva una forma quadrangolare, con un piano terranio, un primo piano nobile ed un ammezzato, il tutto affiancato a sinistra da una poderosa torre quadrangolare portata, finestrata e merlata alla guelfa; l’uno e l’altro protetti da un antistante muro di cinta a sinusoide. Ad una certa distanza dal castello si ergeva, poi, una torre di minore dimensione, utile al controllo militare e dell’ordine pubblico. Ci rimangono pochissime testimonianze soprattutto archivistiche, e una raffigurazione pittorica, un grande dipinto ad olio su tela conservato ed esposto nella sagrestia della Chiesa di Santa Sofia, con l’iscrizione sopra cielo dentro un cartiglio bianco “Sortino patria antica, distrutta nel anno 1693 per vehementissimi terremoti a 9 e 11 Gennaro”. E’ come se il castello risorgesse dalle sue fondamenta per dirci che, nonostante la scomparsa materiale, un tempo Sortino aveva un centro di potere forte e significativo.
… E OGGETTO DI VALORIZZAZIONE!
In questi ultimi anni a Sortino si è rinnovata l’attenzione per l’antico castello; sono stati completati i lavori per il recupero dallo stato di abbandono della comunemente detta villa delle rose, facente parte, prima del terremoto del 1693 del piano del castello, nell’800 adibita a cimitero. E inoltre nell’antico muro di cinta della suddetta villa, si è proceduto alla realizzazione di splendide immagini, che vogliono essere una rivisitazione illustrata dell’abitato della vecchia Sortino. Sei meravigliosi murales sono stati realizzati con cura e con amore da giovani artisti sortinesi che parlano attraverso la pittura, esprimono le proprie emozioni, liberano la propria creatività. Sei splendide immagini che illustrano luoghi significativi della Sortino diruta, quali:
Dunque immagini che vogliono cristallizzare dei luoghi che sono stati e che rivivono ancora.Sono queste lodevoli iniziative che dimostrano quanto stia a cuore all’amministrazione comunale e ai cittadini tutti il recupero e la valorizzazione di luoghi di antica memoria. Sono sicuramente uno stimolo nei confronti di ognuno di porre la propria attenzione al proprio paese, alla storia del proprio paese. E come… se non con iniziative di recupero del proprio paese? |
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