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Parlare
di Castronovo è come aprire uno scrigno. Al suo interno è infatti
custodito un vero tesoro, rappresentato da una storia ricca di fatti ed
eventi che l'hanno vista da sempre protagonista, in tute le fasi che hanno
caratterizzato le vicende della nostra terra. Ricchissime le testimonianze
che hanno lasciato segni indelebili sul suo territorio, e che vanno dai
lontanissimi sedimenti geologici all'accertata presenza di un popolo di
combattenti che ha lasciato tracce importanti, quale quello dei Sicani;
dalla fertilità delle sue campagne, animate dalla fitta presenza di
animali al pascolo, cui si unisce una ricchezza ambientale davvero
notevole, al patrimonio artistico e culturale del tutto singolare. La sua
posizione geografica a cavallo fra le province di Palermo e Agrigento, le
conferisce di per se una "centralità" che va però ben oltre la
semplice collocazione territoriale, facendole assumere una posizione di
primo piano fin dai tempi dell'antica Castro, il cui significato
etimologico indica la natura particolarmente fortificata della località,
arroccata com'era sopra una rupe insidiosa, denominata Kassar. A
Castronovo si arriva percorrendo lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento.
Al km 11,800, dopo il bivio per Lercara Friddi, in prossimità della
stazione, si trova l'innesto della strada provinciale; dopo un percorso
tortuoso di 3,5 km si arriva al centro abitato. E' un piccolo comune di
circa 3,500 abitanti, collocato in una fascia altimetrica che va dai 700
ai 1100 metri s.l.m.. Nella parte orientale del suo territorio sono
comunque presenti picchi che superano i 1100 metri, quali quelli della
Sierra del Leone (1,316 mt) e del monte Carcaci (1,196 mt), Pizzo Lupo
(1.092 mt) e P.no di Fieravecchia (1.081 mt). Lungo il fiume Torto si
rinvengono delle vallate più o meno larghe costituite dalle alluvioni
recenti e in generale la morfologia del territorio è dominata
dall'aspetto montano e di collina dove sono evidenti i segni dell'erosione
idrica. Un pianoro molto esteso e
suggestivo è quello collocato nella zona sud-occidentale del territorio
di Castronovo, intorno al lago di Pian del Leone. Ed è sempre nei pressi
della catena montuosa delle Serre del Leone, esattamente da Cozzo
Stagnataro e da Pizzo Catara, al confine col territorio comunale di
S.Stefano di Quisquina, che nasce il fiume Sosio, il quale proprio
all'inizio del suo percorso dà subito origine al citato invaso di piano
del Leone, nella contrada omonima. Numerose
sono le ricchezze ambientali tra cui il lago Fanaco e, confinante con il
territorio di Prizzi, il Piano Leone. Dal
punto di vista paesaggistico e naturalistico, Castronovo ha poco da
invidiare ad altri comuni della Sicilia. Il suo territorio include, tra le
altre cose, la istituenda riserva naturale di Monte Carcaci. Essa, per una
piccola parte ricadende nel limitrofo comune di Prizzi, è una riserva
classificata come orientata, con una estensione complessiva di 1437 ha, di
cui 574 costituente l'area di pre-riserva e 863, l'area di riserva vera e
propria. Tra le motivazioni che stanno alla base dell'inclusione di
quest'area nel piano regionale dei parchi e delle riserve naturali, vi
sono le estese formazioni boschive con dominanza di Quercus ilex (leccio)
e la presenza tra l'avifauna, del Picchio rosso maggiore e dello
Sparviero.
Origini storiche di Castronovo
Le
lontane origini di Castronovo trovano conferma nell'esistenza delle grotte
di Capelvenere e di Annibale, abitazioni trogloditiche riconducibili al
popolo sicano. Gran parte degli storici attribuiscono la fondazione della
città di Castro a popolazioni preelleniche e sicane, giudicando appunto
di età preistorica i resti archeologici presenti sul territorio, il cui
nucleo più notevole è rappresentato dalla possente cinta di mura
ciclopiche e pelasgiche. Secondo alcuni storici, la costruzione
dell'antica fortezza di Castro si deve all'iniziativa di Falaride tiranno
di Agrigento che, dopo aver risalito il fiume Lico (oggi Platani),
assoggettando diversi territori sicani, costruì questa fortezza al limite
dei territori Cartaginesi e siracusani. Alla centralità territoriale di
Castronovo fa eco una centralità storico-culturale che non tenne
confronti con altri comuni della Sicilia. Posta a 680 mt s.l.m., essa si
trova incastonata fra le montagne, all'ombra di un altopiano. L'antica
Castro, il cui nucleo originario, come già detto, si pensa sia opera di
popolazioni preelleniche e sicane, fu celebre nei secoli per la presenza
di bellissime donne e per aver dato i natali ad Epicarmo, inventore della
commedia (anche se i siracusani non sposano questa tesi). La distruzione
della città di Castro è legata alle guerre servili, in quanto i romani
demolirono le città di Triocala, Crasto e Scirtea per l'appoggio
incondizionato dato dalle popolazioni delle tre città alla causa degli
schiavi. I superstiti ricostruirono il nuovo sito sulla montagna reale o
rupe di San Vitale (l'attuale patrono della città). Proprio sul colle di
San Vitale è possibile ammirare rovine di templi greci e romani, oltre
agli avanzi di un mulino a vento sulla cresta di un'alta rupe e di due
castelli. La presenza di un ponte levatoio sembra attestata dalla presenza
di alcuni fori nella roccia in corrispondenza di un piccolo ponte in
cemento sulla stradella che attualmente collega il colle all'abitato. Del
castello resti consistenti delle mura di cinta, di alcuni edifici interni,
di una torre circolare e di una cisterna, all'interno della cinta resta,
in precarie condizioni, la chiesetta del Giudice Giusto. Visibili anche
fabbricati arabi, tra cui i resti della casa dell'Emiro. Dall'11
novembre 839 al 29 ottobre 840, anno 225 dell'Egira, nel territorio sud
occidentale dei monti Sicani i Musulmani conquistarono tutte le residenze
dei Cristiani, tra cui anche Castro, strappandola al controllo dei
Bizantini. Sotto il dominio degli Arabi si ebbero i primi lavori di
bonifica, iniziarono le pratiche irrigue e furono introdotte nuove
colture. L'antico nome "Crastus" si trasformò, per la
trasposizione della lettera "r", in Castrus, e quindi Kassaro
Kars-nub per gli arabi, fino a divenire Castrum per i Normanni. Furono
proprio i Normanni che sconfissero gli Arabi con il conte Ruggero, a
rafforzare le mura della città costruendo due castelli. Ruggero fece
erigere una cappella dedicata a San Giorgio, sulle cui vestigia sorse
successivamente la chiesa di San Vitale. Sorsero anche i due nuovi borghi
di Rabto e di Rakbiat, detto poi di S. Maria Bagnara; da questo nucleo
sorse la nuova Castronovo. Durante il periodo della guerra del Vespro,
Castronovo assunse un ruolo fondamentale. Federico II d'Aragona, battuti
gli Angioini a Caccamo, a Corleone ed a Sciacca, nel 1302 costituì il suo
quartier generale a Castronovo, iniziando le lunghe trattative che
dovevano portare alla pace di Caltabellotta, sancita il 24 agosto del
1302, concludendo così la lunga guerra del Vespro durata ben vent'anni.
Castronovo divenne la sede principale di Federico. Durante la guerra del
Baronaggio a Castronovo il 10.07.1391 nella chiesa di San Pietro, sulle
sponde del fiume Platani, è stata convocata la prima seduta del
Parlamento del Regno Siciliano, per iniziativa di Manfredi Chiaramonte che
aveva preso l'impegno con il legato del Papa Bonifacio IX di fare cessare
le discordie interne alla Sicilia. Gli
abitanti di Castronovo, nel corso dei secoli, si sono dimostrati gente
forte e temeraria al punto di dover riacquistare per ben quattro volte il
titolo di città demaniale, con notevoli sacrifici per non subire
l'umiliazione del declassamento a città feudale. Il
10 luglio 1401 l'Università di Castronovo si diede un proprio statuto
successivamente sanzionato dal re Martino. In esso erano introdotti i
primi elementi del nostro Diritto Amministrativo in un regolamento
municipale. Castronovo dal 1587 al
1812 è stata capoluogo di Comarca ed alla sua giurisdizione appartenevano
sette casali e ventisei feudi.
Il patrimonio artistico
Il
patrimonio artistico di Castronovo è del tutto singolare. I suoi
dominatori, ognuno con la propria storia, hanno lasciato la propria
impronta. Il colle di S.Vitale costituisce uno scrigno d'arte dove è
possibile ammirare, oltre ad un suggestivo paesaggio, la vecchia Matrice
dedicata alla Madonna dell'Udienza (XII se.), la chiesa del Giudice
Giusto (XII sec.) e quella di San Vitale, costruita sulla
chiesa dedicata a San Giorgio (XI sec.). La
Chiesa Madre, opera alquanto singolare perchè costruita
sull'antico castello normanno, conserva delle opere d'arte di valore
inestimabile. Presenti opere dei fratelli Gagini, una iscrizione latino
barbara che porta la data del 570, un quadro raffigurante la Maddalena di
Van Dyck, varie opere di Vito D'Anna. Le
chiese di S. Francesco e S. Caterina conservano opere dei Lo Cascio
di Chisua Sclafani, varie pitture del Buttafuoco e dei Cavallucci ed
ancora opere di Frate Fedele da San Biagio. Dalle
cave di marmo del Kassar di Castronovo sono state prelevate le 98
colonne ed il ciborio che adornano il maestoso portico e la cappella
palatina della Reggia di Caserta.
Le "sorprese" di Castronovo
Il paese è in una posizione che ricorda
quella di un grande palcoscenico con a ridosso la montagna del Kassar, la
cui sommità supera i 1000 metri di altezza. Ciò avviene in un punto che
gli abitanti chiamano "pizzu di guardia" o della Specola,
e pare che nel periodo arabo fosse una vedetta di osservazione. Castronovo
si contorce tra vicoli, archi e cortili che lasciano ancora intravedere
l'antico tono romantico dell'arte urbanistica arabo-normanna. Particolare
attenzione deve essere prestata dal visitatore ai bellissimi palazzi con
i portali settecenteschi ed i balconi in ferro battuto da dove pendono
copiosi e profumati gerani che fanno percepire ancora la presenza
gentilizia di un'epoca che il tempo ha quasi dimenticato. Di
particolare bellezza naturalistica, è il bosco di S. Caterina,
sotto la tutela dell'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Palermo;
di facile accesso è dotato di un'area attrezzata che consente di
assaporare un'area salubre ed un singolare panorama. Un'altra perla di
Castronovo è il fiume Platani (per gli antichi Lico), ricco di
storia e di tradizioni, ricordato da diversi storici nel susseguirsi degli
avvenimenti storici della Sicilia. Sul suo percorso sono rinvenibili
ancora i resti di mulini ad acqua che un tempo costituivano l'elemento
trainante dell'economia castronovese; il fiume nasce dal lago Fanaco e
attraversa il territorio nella zona sud del paese, percorrendo
parallelamente lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento per poi tuffarsi
dopo ben 84 km, nel mare Mediterraneo. Una particolare importanza storica
ha l'area che collega Castronovo allo scorrimento
veloce Palermo-Agrigento, sia per la presenza delle grotte
trogloditiche che testimoniano le antiche origini sicane di Castronovo
con le due grotte principali di Capelvenere e di Annibale, che per la
presenza della chiesa di San Pietro dove, durante la guerra del
Baronaggio (10.07.1391) fu convocata la prima seduta del Parlamento del
Regno Siciliano per iniziativa di Manfredi Chiaramonte. L'antico monumento
si presenta in condizioni vetuste tali da richiedere un restauro immediato
da parte delle autorità competenti. Sulla
montagna del Kassar sono ancora evidenti i resti archeologici di
età preistorica della possente cinta di mura ciclopiche e pelasgiche che
difendeva l'antica città di Castro. Di
particolare interesse sono le strade vicinali e le antiche
trazzere, percorsi che si inerpicano sugli altopiani e consentono di
raggiungere le antiche fattorie fortificate; facilmente percorribili a
cavallo, dove è possibile trovare ristoro nelle fattorie dislocate nel
territorio tra gli allevatori disposti a scambiare due parole ed a fare
degustare i pregiati prodotti caseari accompagnati dall'aromatico vino
rosso. Tra queste fattorie vanno ricordate quella di Melia, un
antico monastero bizantino ricco di storia e di fermenti religiosi oramai
in possesso di privati, dove permane ancora l'antica arte religiosa del X
secolo; la masseria fortificata di De Pupo, Carcaciotto, Riena etc.
Le fontane di Castronovo
costituiscono il fiore all'occhiello della comunità castronovese. Un
cenno a parte, per le sue particolari valenze architettoniche, merita il Fonte
Regio, posto a ridosso di un dislivello sullo slargo omonimo nel
quartiere sorto presso l'antico casale di Rakal-biat. La fontana è
composta da un abbeveratoio di forma rettangolare lungo oltre 15 metri
realizzato con blocchi di pietra locale. Esso è addossato ad un muro di
contenimento, tripartito in altezza; lateralmente sono presenti due muri
alla testata si riscontrano due elementi architettonici di pianta
quadrangolare. Un pregevole bassorilievo che rappresenta lo stemma regio
è collocato al centro del muro frontale. L'abbeveratoio è alimentato da
uno sbocco idrico frontale mentre lateralmente sono presenti due augelli
che sfociano da due formelle romboidali di pietra dura, scolpita a
bassorilievo, con due differenti mascheroni e delle piccole
fortificazioni. A coronamento dei muri e degli elementi di testata sono
state collocate delle lastre di pietra serena. La pavimentazione della
piazza è realizzata con basole. Il Fonte
Rabato, altra emergenza architettonica sita nel quartiere "Batia",
si trova nell'attuale Piazza Fontana ed è stato costruito presso la
sorgente Rabat, da cui ha preso il nome. Attualmente
è composto da un abbeveratoio centrale di forma rettangolare lungo 13
metri realizzato con grossi blocchi di pietra locale. Anch'esso è
frontalmente addossato ad un muro e lateralmente delimitato da due corpi
rettangolari. Due vasche ricavate da due blocchi di pietra locale, sono
collocate simmetricamente a ridosso dei due elementi laterali. Ciascuna
vasca è alimentata da due cannoli di metallo con sembianze zoomorfe. Al
centro della piazza, di fronte alla fontana, si trova il lavatoio pubblico
a pianta trapezoidale, realizzato in muratura di pietrame calcareo. La
piazza è pavimentata con ciottoli di fiume e basole. Le
acque della sorgente Kassar alimentano un'altra fontana collocata nelle
vicinanze della chiesetta del Calvario. Ha forma circolare con diametro di
circa 6 metri e la vasca, realizzata anch'essa con blocchi di pietra, è
alimentata da un gruppo erogatore adagiato sul bordo. Di particolare
rilevanza monumentale è l'antico lavatoio interamente restaurato
che conserva l'antica avversione alla fatica.
Feste religiose e sagre
Tra le feste religiose principali vanno
ricordate:
- Festa di S. Giuseppe - la
devozione al Patriarca è molto sentita; per l'occasione vengono allestiti
gli "altari" arricchiti con i caratteristici pani votivi e le
varie pietanze a base di verdure.
- SS. Crocifisso - costituisce la
festa principale del paese, nell'occasione sfilano le statue di tutti i
Santi portati a spalla dai loro devoti appartenenti ad un ceto o ad una
categoria professionale. Tra queste va ricordata la statua di S. Giorgio,
l'antico patrono del paese, portata a spalla da tutti i bambini del paese.
La sfilata dei Santi è preceduta dalla statua di S. Michele Arcangelo.
Nell'occasione si svolge anche la fiera del bestiame. Negli anni passati
si svolgevano corse dei cavalli.
- S. Vitale - è la festa del
patrono. Castronovo è uno dei pochi paesi della Sicilia che ha adottato
come Santo patrono un proprio concittadino, quasi a sfatare l'antico detto
"Nemo profeta in Patria". La festa religiosa viene celebrata il
9 marzo di ogni anno con una cerimonia solenne. La stessa viene ripetuta
nella prima settimana di agosto nell'ambito dell'estate castronovese; ciò
per favorire la partecipazione degli emigrati castronovesi che in quei
giorni tornano al paese natio.
- Estate Castronovese - è una
festa dei tempi moderni, in qualche modo le Amministrazioni comunali
dell'ultimo decennio stanno utilizzando la formula per favorire
l'accoglienza degli emigrati e tenere in armonia il paese. In queste
settimane di agosto vengono allestiti tornei sportivi, spettacoli musicali
ed un palio combattuto tra i vari quartieri del paese che prevede
l'alternarsi di varie discipline sportive.
- Venerdì Santo - Una processione
molto sentita che si snoda per il paese fino al raggiungimento del
Calvario posto all'ingresso del centro abitato dove tutto l'anno è vivo e
presente il simbolo della croce che richiama tutti al ricordo della
passione di Nostro Signore.
- Pasqua - viene festeggiata con
il celebre "ncontru", una rappresentazione
folkloristico-religiosa che vede come protagonisti le statue della Madonna
Addolorata, portata in processione il Venerdì Santo, il Cristo risorto e
S.Michele Arcangelo. Dopo una animosa ricerca l'arcangelo Gabriele
annuncia alla Madre Celeste che Cristo è risorto preparando così il
fatidico incontro al suono di campane e spari di mortaretti, accompagnati
dal festoso suono del locale corpo bandistico.
- Sagra del pesco - In questi
ultimi anni va assumendo sempre più importanza; si tiene annualmente alla
fine di Settembre, con manifestazioni dall'antico sapore agreste,
patrocinate dal comune e relativa distribuzione della pregiata pesca
locale.
- Sagra dell'olio - Si svolge in
inverno inoltrato, patrocinata dal comune e dall'Assolivo. In tale
occasione, vengono distribuite le gustose bruschette condite con pomodoro
essiccato e con il pregiato olio locale.
Agricoltura
Nel territorio del comune di Castronovo
sono presenti ben 10803 ettari di seminativi, la qual cosa fa collocare il
paese al terzo posto tra gli 80 comuni della provincia di Palermo, subito
dopo Monreale e Corleone; discretamente rappresentate anche le
coltivazioni arboree ed i pascoli, rispettivamente con 642 e 1414 ettari
di superficie. Di tutto rispetto anche la superficie boscata con 4750
ettari, seconda solo ai comuni di Petralia Sottana e Monreale. L'intera
superficie a seminativi è equamente distribuita tra frumento e foraggiere
avvicendate a conferma della vocazione prettamente cerealicolo-zootecnica
del territorio. Tra le coltivazioni arboree spiccano l'olivo e gli altri
fruttiferi, tra cui i rinomati pescheti, con circa 300 ettari di
superficie ciascuno.
L'allevamento del bestiame è forse
l'attività agricola che meglio caratterizza il territorio di Castronovo:
più di 5.000 capi bovini (seconda in provincia solo a Caccamo) ed oltre
17.000 quelli ovini che nell'insieme, rappresentano una vera
"ricchezza" per il paese. Completano il quadro quasi 900 capi
caprini e 235 equini.
Analizzando più da vicino
l'utilizzazione agraria del territorio emerge che la destinazione
colturale prevalente risulta essere quella del seminativo asciutto che,
insiste su tutta la fascia rappresentata dalle zone tipicamente
collinari di medio pendio. Il seminativo
asciutto risulta occupato in prevalenza da cereali (grano e in misura
minore orzo ed avena) e da colture foraggere avvicendate quali sulla e
veccia, destinate all'alimentazione del bestiame. Tra le leguminose da
granella, un tempo assai diffuse, solo la fava riesce ancora a ritagliarsi
un certo spazio. In genere gli avvicendamenti colturali più comuni sono
fava-frumento nella piccola proprietà e sulla-grano-ringrano nelle grandi
aziende. Nelle zone di fondovalle ed in quelle di bassa collina si coltiva
il pomodoro asciutto con produzione spesso destinata al mercato locale. Le
aree ad orto sono di piccole dimensioni, in genere ubicate in prossimità
del centro urbano e vi si coltivano fagiolini, zucchine, melone, agli e
cipolle, irrigati con acqua fornita da pozzi e cisterne. Il seminativo
arborato è in genere costituito da frumento consociato con frutteti di
specie diversa tra cui spiccano il mandorlo e l'olivo. Per quanto concerne
la vite, l'allevamento più diffuso è ancora l'alberello ma, nelle aree
più vocate, è presente la spalliera; le varietà più diffuse risultano
Catarratto, Nerello Mascalese, Trebbiano, Grillo, Insolia e Calabrese. Un
discorso a parte merita la pesca tardiva di Castronovo. Con il termine
generico di pesca "montagnola" in Sicilia vengono indicate
diverse varietà di pesche, provenienti in gran parte dall'area
sud-occidentale dei monti Sicani e dalla zona di Leonforte. La pesca di
Castronovo, tardiva, chiude la stagione di produzione delle pesche ed è
coltivata lungo la valle del Platani nel territorio di Castronovo,
spingendosi anche nei territori di Cammarata e Bivona. Il calendario
produttivo va da settembre ad ottobre e la produzione riesce a soddisfare
il mercato provinciale. E' una pesca dal sapore squisito e dall'aroma
intenso, oltre che dall'ottima resa produttiva; gli ettari coltivati sono
90 per una produzione annua media di circa 1.700 quintali. In
considerazione del fatto che il frutto si può ben conservare per 30
giorni è inoltre potenzialmente in grado di raggiungere tutti i mercati
europei.
I pascoli presenti nel territorio
rappresentano aree molto estese la cui vegetazione è formata da Dactilis
glomerata, Lolium perenne, Avena fatua, Festuca pratensis e da leguminose
tipo Trifolium pratensis, T. repens, Lotus corniculatus e Vicia stiva,
oltre che da composite tra cui il Millefoglio. Il bosco, la cui superficie
risulta essere di tutto rispetto, presenta le seguenti essenze vegetali:
roverella, leccio, cerro, sughera, frassino, acero, olmo, cipresso,
eucaliptus, pioppo e robinia. Rappresentate anche le essenze della macchia
bassa del Lauretum, quali rovi, ginestra e pungitopo. Tra le aree di
rimboschimento va segnalata quella di Fanaco.
I piatti tipici
Castronovo è ricca di storia e quindi
anche di tradizioni, sia nel campo folkloristico che gastronomico. Diverse
sono le ricette della cucina locale, tramandate di generazione in
generazione, preziosamente conservate e arricchite nel corso della
articolata evoluzione storica locale. Tra i prodotti tipici ricordiamo il
cardo, cucinato e condito in diverse maniere: "carduna fritti cu
l'ova, a pastetta, all'umitu". Si ricorda ancora il buonissimo
pane, cotto ancora a legna, che, quantunque sfornato da diversi giorni,
conserva ancora la fragranza e il sapore di quello appena cotto. Il pane
duro viene utilizzato condito, cotto o anche fritto. Un esempio di questo
utilizzo è rappresentato dai cudduruni (una specie di focaccia)
dalla pupa e dalla 'nfriulata. Tra le frittate
caratteristiche si ricordano quelle di cipolla, di fava, di formaggio e di
ricotta. Il formaggio viene poi utilizzato, oltre che arrostito sul fuoco,
anche sott'olio, fresco ed indurito. Tra i dolci particolare il dolce di
ficodindia, del quale vengono utilizzate solo le aromatiche bucce passate
al setaccio. Prelibati i dolci fatti coi noccioli di pesche, i pastizzotti,
la pignolata, i passavulanti, i pupa cu l'ova e i panaredda
o coffe ed ancora i tetù e le taralle. |
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