Tra le piante più diffuse in Sicilia, il cui uso rientra nella storia più antica, abbiamo la Borragine (Borrago officinalis L.). Gli antichi Greci, a detta di Plinio, la definivano "pianta che porta la felicità". Gli Arabi la somministravano ai soldati per aumentarne il coraggio e la saldezza dei nervi in vista delle battaglie. In generale anche i ricercatori più moderni ne hanno sottolineato l'utilità come blando stimolatore e tonico nevrino grazie anche alla sua azione sugli ormoni.

Oltre a queste funzioni terapeutiche essa rientra negli ingredienti di molte ricette tradizionali di numerose regioni italiane: in Liguria viene utilizzata come ingrediente base della torta pasqualina o come ripieno dei ravioli e in generale, mischiata ad altre verdure, era un valido sostitutivo degli spinaci. E' una pianta erbacea annuale coperta di peli sia sul fusto che sulle foglie; il nome deriva dal nativo "borra" che indica una stoffa di lana grezza, pungente, una volta d'uso comune. Un'altra ipotesi indica l'origine araba del termine "borrago" (abou rusch) che letteralmente significa "padre del sudore" in riferimento alle sue proprietà sudorifere. Essendo molto comune nelle nostre campagne, è spesso stata considerata una pianta pericolosa in quanto infestante i terreni seminativi e i frutteti. La sua diffusione copre tutta l'Italia dalle pianure alle zone collinari e sub-montane. Secondo alcuni Autori la sua provenienza è dal basso Mediterraneo da cui veniva importata nel Medioevo, e successivamente sfuggita alla coltivazione si è diffusa in quasi tutta l'Europa meridionale. La sua fioritura è molto caratteristica: Alla sommità della pianta si sviluppano delle infiorescenze a grappolo, formate da fiori pentameri che aprendosi assumono una forma stellata con cinque punte di petali azzurri alternate con quelle dei sepali verdi e setolosi. Il frutto è formato da quattro acheni dentro i quali si sviluppano i semi ovoidali che, a maturità, fuoriescono e vengono disseminati dall'acqua e dal vento provvedendo così ad una forte diffusione della specie. Essendo così facile trovarla a livello spontaneo, la coltivazione della borragine è pochissimo praticata e di fatto non esiste nessuna coltura industriale. Le sue molteplici qualità e l'uso specifico all'interno di una alimentazione moderna la rendono potenzialmente indicata per una sua coltivazione nell'ambito di una riconversione di coltura tradizionali oggi palesemente in crisi. Occorrerebbe però che vi fosse una contestuale educazione all'uso di questo particolare vegetale, soprattutto riscoprendone le qualità alimentari, delle quali numerose indicazioni possono essere ritrovate nella gastronomia tradizionale (ad esempio potrebbe essere con poca spesa proposta nei menù delle aziende agrituristiche che così andrebbero incontro alle esigenze di un'utenza sempre più curiosa e attenta alla riscoperta di alimenti naturali di origine vegetale). La borragine è una pianta molto rustica con modeste esigenze di cura, la sua coltivazione di conseguenza non presenta particolari difficoltà e non necessita di terreni e tecnologie specializzate, né di particolari apporti idrici prestandosi anche al trattamento biologico dei campi.

Il periodo ideale per la raccolta è da aprile a maggio per i suoi usi alimentari e giugno-agosto per la raccolta delle infiorescenze. In quest'ultimo caso si procederà all'essiccamento stendendo le piante all'ombra sui teli di cotone o di iuta, in luoghi asciutti e ventilati. I fiori essiccati verranno conservati in barattoli di vetro ben chiusi ed al riparo della luce. Torniamo ora al suo uso medicinale: molte delle proprietà attribuite a questa pianta nel passato sono state confermate dalle conoscenze scientifiche odierne. Il suo alto contenuto in sali di calcio e potassio svolge un'azione tonica e sedativa nei confronti del sistema nervoso, inoltre si ritiene che essa abbia un effetto stimolante sulla secrezione lattea aumentando il valore nutritivo del latte per la presenza di sali di calcio fosforo e potassio. Le mucillagini contenute nella pianta si sono rivelate molto utili per il trattamente di tossi secche ed ostinate in quanto, fluidificando il catarro svolgono un'energica azione espettorante. Altre proprietà riconosciute sono quelle di stimolare la funzione adrenalinica delle ghiandole surrenali favorendo l'incremento delle funzioni vitali dell'organismo; possiede inoltre proprietà colagoghe, depurative, deostruenti, emollienti e sudorifere. Il suo uso deve essere dosato in maniera rigorosa possibilmente seguendo i consigli di un erborista specializzato o consultando un buon manuale scientifico. Si può consumare per infuso, decotto e tintura vinosa. In definitiva una pianta estremamente versatile.