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Lo
scorso dicembre la Sicilia
ha lanciato il marchio regionale “Pasta di grano duro
siciliano di qualità certificata”. Il predetto marchio è stato realizzato
nell’ambito del progetto pilota “Implementazione di un Sistema di
certificazione per la pasta e il pane di grano duro siciliano”, avviato dal
dipartimento Interventi Infrastrutturali dell’Assessorato Agricoltura e
Foreste, in collaborazione con il consorzio di ricerca “Gian Pietro
Ballatore”. Il varo di questa attesa certificazione ha visto la
presenza del
presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, dell’assessore
regionale all’Agricoltura e foreste, Michele Cimino, dei dirigenti generali,
Cosimo Gioia (dipartimento Interventi infrastrutturali), Rosaria Barresi
(dipartimento Interventi strutturali), Fulvio Bellomo (dipartimento Aziende
foreste demaniali) e dal presidente del consorzio “Ballatore”, Norberto
Pogna. Per Raffaele Lombardo, governatore della Regione, l’obiettivo è
quello di: “sviluppare una filiera cerealicola integrata, sostenendo accordi
di filiera che puntano a prodotti di elevata qualità. Il marchio regionale
avvia un processo virtuoso che può dare i suoi frutti nell’immediato futuro,
soprattutto ai granicoltori, perché coinvolge tutta la filiera, dalla
produzione alla trasformazione, e in quanto tale può mettere a sistema un
intero settore”.
Per l’assessore regionale all’agricoltura Michele Cimino: “E' necessario
rivitalizzare la filiera cerealicola, per evitare l'abbandono di questa
importante coltura. La Sicilia vanta un ricchissimo patrimonio alimentare e
culturale associato al frumento duro, prodotto grazie ai 258mila ettari di
superficie coltivata, da cui dipende la sopravvivenza della maggior parte
della piccole e medie imprese agricole delle aree interne. La coltivazione
si va assottigliando e ed è preoccupante. Non solo per ragioni di natura
economica, ha concluso l’assessore, ma la drastica riduzione delle semine e
l’abbandono degli agricoltori
delle aree collinari e montane sono fenomeni
strettamente legati a problemi importanti di dissesto idrogeologico”.
“Il traguardo dell’amministrazione – ha detto Cosimo Gioia - è arrivare ad
un accordo di filiera esteso al maggior numero di produttori e trasformatori
possibile. Il progetto è stato pensato per coniugare la qualità del nostro
grano duro con la sicurezza alimentare, e per offrire un valore aggiunto al
prodotto finito da ripartire tra tutti i componenti attraverso accordi di
filiera. I produttori che forniranno all’industria pastaria frumento
siciliano di elevato pregio, privo di elementi contaminanti come le
micotossine, dannose alla salute, saranno premiati con appositi contratti”.
In Sicilia, la crisi cerealicola ha origini antiche. Una crisi che è stata
determinata dalla politica, dall’economica e da un ritardo culturale. Il
sostegno alle produzioni, la globalizzazione del mercato, i costi eccessivi
di produzione e la mancanza di forme associative hanno messo in ginocchio un
comparto che per secoli e secoli è stato, nel bene e nel male, “la storia
della Sicilia”.
Il marchio costituisce un primo passo che serve a ridare fiducia agli
operatori dell’intera filiera. La promozione e la spinta ai consumi di pasta
certificata, la concentrazione dell’offerta e l’associazionismo può fare il
resto.
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