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Per la prima volta un gruppo di 15 buyers internazionali hanno conosciuto la
Sicilia rurale, evento che non ha precedenti.
Qualcuno l’aveva battezzata come la “coda di Agrietour”, ma in realtà si è
rilevata una ghiotta occasione per il panorama agrituristico siciliano.
Centoventi aziende agrituristiche siciliane dalle quattro del pomeriggio del
18 novembre, fino a tarda sera, hanno presentato le proprie offerte a questi
incuriositi buyers internazionali desiderosi di conoscere le preziosità
della nostra campagna. L’emozione ha colto tutti gli imprenditori. Si sono
presentati con i loro vivacissimi deplian sfavillanti di colori. L’inglese,
lingua ufficiale dell’appuntamento è stentato, ma non il sorriso, che è
luminoso, ammaliante e persuasivo. Mariti e mogli. Padri e figlie. Mamme e
figlie. La composizione è varia. Alcuni parlano la lingua inglese, altri un
po’ meno. Alla
fine basta un sorriso perché le due interpreti si siedono
accanto ai nostri imprenditori e li aiutano ad esporre i loro “gioielli
verdi”. La convinzione è comune. Sicuramente si tratta di un avvenimento che
va riproposto ed incentivato. La Sicilia, alla vigilia dell’appuntamento del
2010 “area di libero scambio” manca una kermesse di caratura internazionale.
Il preparasi prematuramente consentirebbe, specie per il turismo elemento
dell’economia principale regionale, potrebbe rappresentare la possibilità di
appropriarsi della centralità mediterranea: storica, politica, filosofica,
culturale, enogastronomia, di cui ha sempre detenuto la guida di questo
piccolo grande mare. Mare che unisce e non divide. Mare che lega, mare che
propizia speranze e ricchezze. Nel frattempo ci godiamo il “borsino
dell’agriturismo siciliano”, esperienza semplice, naturale che già, a detta
di qualche azienda comincia a dare i primi frutti. Un plauso va ai Mario
Liberto e Domenico Cacioppo che con professionalità e maestria hanno
organizzato l’intera manifestazione.
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