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L'indagine SWG-Fondazione Campagna Amica nel corso di AgrieTour 2008 di
Arezzo svela due preannunciate verità: la campagna piace e che la prima
fonte di informazione per le vacanze rurali è il web.
Leggendo i vari dati si scopre che per il 19% degli italiani la campagna è
la meta ideale della vacanza. I “turisti verdi” hanno una possibilità di
spesa medio-alta e un elevato livello culturale: il 25% ha una laurea, e
oltre il 50% è diplomato.
Persone con una capacità di spesa che arriva a 2.266 euro al mese per
famiglia e una spesa annuale pro-capite per la vacanza di 952 euro.
I dati Istat evidenziano inoltre che il volume di affari legato al settore
dell'agriturismo nel 2008 supererà il miliardo di euro. Così come si avrà un
aumento di presenze che, nei primi otto mesi dell'anno, ha registrato un
sensibile incremento.
Desta curiosità il fatto che “la prima fonte di informazione dei clienti
abituali è internet, poi giornali e quotidiani ed anche le guide di
settore”. E che inoltre, “in Italia ormai quasi il 50% delle prenotazioni
della vacanza rurale avviene on line”.
Questo dato, pensando alla Sicilia, potrebbe sicuramente incrementarsi se
fosse possibile introdurre ulteriori canali a banda larga nelle nostre
campagne.
Roberto Weber, presidente della società di sondaggi SWG afferma che
«L'immagine del settore agrituristico sia per qualità che per intensità è
probabilmente superiore alla sua effettiva capacità di soddisfare la
domanda, specie quella potenziale. Si notano però segnali di "fatica" nel
pubblico per quanto riguarda in termini di prezzo e una difficoltà a
misurarsi con l'offerta dei bed&breakfast e appartamenti privati che
riescono a drenare una parte significativa di chi si avvicina alla campagna
e sempre più spesso confuse con agriturismo».
Da parte degli operatori esiste la consapevolezza che l’agriturismo, oggi,
non ha raggiunto il punto massimo d’espansione, rimane ancora vasta,
l’utenza che potrebbero entrare in contatto con l'agriturismo.
Gli appassionati della “vacanza verde”, il 18% alloggia in agriturismo,
mentre il 26% lo fa solo occasionalmente. Per un altro 22% la vacanza in
campagna coincide con la seconda casa di proprietà, mentre ben il 34% degli
italiani, che pur si dichiara attratto dalla vacanza in campagna, anche per
motivi culturali ed enogastronomici, non è ancora intercettato dall'attuale
offerta agrituristica.
«Dall'indagine - commenta Carlo Hausmann, dell’osservatorio nazionale
dell'agriturismo - si evidenzia chiaramente che è quanto mai importante
proporre soluzioni che incontrino le esigenze emergenti (svago, relax,
rapporto con la natura, accoglienza dei più piccini). Vanno poi ottimizzate
le peculiarità dell'agriturismo, quelle legate alla presenza
dell'imprenditore agricolo e della sua famiglia che, in qualche modo, invita
il visitatore a condividere alcuni momenti della sua pratica quotidiana».
Quindi, con un +6,7% dell'offerta e +4% della domanda l'agriturismo tiene
alla attuale crisi del turismo. E' questa la fotografia di un settore che
sta rispondendo alle contingenze economiche sfavorevoli rinnovando la
propria offerta.
Nel 2008 gli agriturismi italiani hanno superato la quota di 16 mila
strutture con un incremento del 6.7 per cento (+1.240 rispetto a fine 2006).
Di queste, 14.810 dispongono di alloggio (per 179mila posti letto), mentre,
8.410 sono quelli che fanno ristorazione; 2.664 effettuano solo la
degustazione.
In forte crescita anche le strutture che svolgono attività collaterali
(9.643), con un aumento medio del 10%. Aziende che puntano alla
valorizzazione del territorio, inteso come ambiente e cultura, attraverso
l'escursionismo (3.130), l'equitazione (1.550) e il trekking (1.465), ma
anche osservazioni naturalistiche e mountain bike (2.311), oltre a diversi
sport (3.680) e ai corsi (1.025) in particolare di cucina.
Per il 2007 si può stimare un consolidamento della domanda rispetto all'anno
precedente, ed esclusivamente grazie alla componente estera (+8%) mentre
quella italiana avrebbe visto una riduzione del 2%, mentre l'offerta ha
continuato a crescere per la spinta generata dalla diversificazione del
settore agricolo. Il giro d'affari complessivo è stimato in oltre mille
milioni di euro, con un fatturato medio delle aziende che appare in leggera
ma progressiva diminuzione visto l'aumento del numero delle unità, arrivando
ad attestarsi poco al di sotto dei 60 mila euro. Si tratta di un ammontare
decisamente ridotto anche qualora si consideri la natura "complementare"
dell'attività agrituristica rispetto a quella agricola, che certo non può
favorire l'auspicato incremento della quantità e del livello qualitativo dei
servizi offerti e che spesso non consentono il raggiungimento di adeguati
livelli di redditività.
La Toscana resta la capofila nell'offerta turistica nazionale rappresentando
il 22,7% delle aziende ma crescono sempre di più altri territori come il
Veneto che detiene il 6,7% del totale nazionale. Complessivamente, si
conferma una presenza agrituristica capillarmente diffusa e storicamente
radicata in Toscana e Alto Adige, ove sono localizzate, rispettivamente,
3.798 e 2.916 aziende. L'attività agrituristica presenta dimensioni
significative anche in Veneto (1.124), Lombardia (966), Umbria (952),
Piemonte (795), Emilia-Romagna (772), Campania (734), Marche (670) e
Sardegna (656). Fra gli incrementi più consistenti va segnalato quello delle
Marche +27,4% (con 677 strutture, +144 rispetto al 2005); il +18%
dell'Emilia Romagna (+118); l'Abruzzo + 16,6% (535, +76). Crescono anche il
sud (+8.4) e isole, con Sicilia +10.2% (377 agriturismi) e Sardegna + 7.4%.
Svetta la Toscana nelle quote rosa, regione in cui le donne gestiscono ben
1.536 agriturismi, pari al 40.4% dei conduttori toscani (contro una media
nazionale del 34.1%).
"Adesso le imprese devono saper puntare al miglioramento e alla
specializzazione della propria offerta - spiega Carlo Hausmann, responsabile
scientifico di AgrieTour - perché esiste una fetta di mercato non ancora
esplorata dal settore che è formata da giovani con cultura medio-alta che
pretendono oltre all'offerta paesaggistico-ambientale, anche maggiore
attenzione alle attività collaterali legate al territorio".
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