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Un
grande arco bianco sancisce ogni anno il passaggio di migliaia di turisti.
Una volta attraversato si ci trova in una strada dove prospettano grandi
edifici dorati appartenenti al clero ed alcuni, un tempo, a nobili. Qui a
Noto e genericamente in tutto il siracusano la pietra bianca locale
utilizzata in edilizia illumina d’immenso il centro cittadino.
Non tutti sanno però che soffermandosi in questa o in quella bottega, tra
salite e discese, ma soprattutto se si va verso la periferia, dove vasti
terreni agricoli prendono il posto dei lucenti edifici, è possibile
incontrare la vera padrona di questi luoghi. È la più ricca e nobile da
queste parti, con le sue innumerevoli proprietà terriere dà lavoro alla
maggior parte della popolazione. Odia il freddo, e nonostante tenti di
nascondersi sotto un carnoso cappotto verde, una robusta corazza legnosa e
ancora un mantello vellutato, è impossibile non
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Mandorle sull'albero. Il rivestimento è detto mallo
notarla.
Il suo profumo soffice e delicato inebria l’aria, la sua pelle chiara, come
la pietra bianca, rispecchia la calda luce solare. Originaria dell’Asia, con
il passare del tempo si è sicilianizzata ed oggi qui è presente in tre
famiglie: Romana, Pizzuta d’Avola e Fascionello. Il suo nome è Mandorla (in
sicilano "Miennula").
Il mandorlo predilige clima temperato-caldo e teme le gelate, è molto
longevo (produce fino a 70/80 anni di età), le sue foglie sono dentellate, i
fiori bianchi o rosati, il frutto è caratterizzato da una forma ovoidale e
schiacciata con un gusto delicato e particolare. La fioritura avviene tra
gennaio e marzo.
Nel siracusano (soprattutto a Noto, Avola, Rosolini e Canicattini Bagni) a
settembre vengono potati gli alberi, mentre a dicembre si innestano le
piante selvatiche. Durante l’anno, tre o quattro volte, si ara il terreno e
una volta si concima con il letame di vacche. Tra luglio e agosto i
braccianti, detti “ciurme”, battono i rami con canne lunghissime e
raccolgono le mandorle in grandi teloni
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Smallatrice in azione
distesi a terra, poi li mettono in
sacchi di iuta e li trasportano fino alla smallatrice. Si tratta di un
dispositivo costituito da un grande imbuto e un rullo che gira, rompe il
rivestimento carnoso detto appunto mallo e lo separa dalle mandorle. Fatto
ciò, le mandorle vengono stese nel cortile ad asciugare. Tutte le fasi
successive (sgusciatura, tostatura, lavorazione) non sono più affare dei
contadini, che vendono soltanto la materia prima.
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Mandorle poste ad asciugare dopo che è stato tolto il
mallo
Le varietà coltivate, in queste zone, sono tre:
- Romana: prende il nome dalla famiglia di Avola che ha avuto il merito
della sua introduzione sul territorio. Ha il guscio duro e rugoso, pori
piccoli, il seme è di forma pressoché triangolare, con una gemellarità molto
elevata.
- Pizzuta d’Avola: è la mandorla più pregiata al mondo. Selezionata
nell’Ottocento dal botanico avolese Giuseppe Bianca. Fiorisce in pieno
inverno e per questo prolifera solo nelle zone di marina e di bassa collina.
Ha un guscio duro e liscio, dai pori piccoli. Il suo seme ha la forma di una
ellisse. È piatto dal colore rosso cuoio. È la mandorla
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Romana
eletta della
confetteria e, in generale, della cucina più evoluta. Le sue rese molto
basse contribuiscono ad impreziosirne la qualità organolettica.
- Fascionello (in siciliano “Fasciunieddu”): è una via di mezzo fra le prime
due. Guscio di grandi dimensioni sovente con striature ocra. Superficie
liscia dai pori piccoli. Seme asimmetrico, con un lato ovalizzante. Dalla
pelle scura e robusta presenta profonde venature. Bassa gemellarità.
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Pizzuta d'Avola
Le mandorle contengono importanti sostanze nutritive, notevoli quantità di
minerali e vitamine essenziali, lo sapevano bene gli abitanti del Medio
Oriente che le usavano regolarmente nell’alimentazione già molto tempo prima
della nascita di Gesù.
È con gli Arabi che la mandorla si trasforma da frutto a dolce per
eccellenza. Sono loro, infatti, a scoprire il segreto di lavorare i frutti
tritati con l’albume d’uovo e il miele ed a inaugurare
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Fascionello
così la grande
tradizione siciliana dei dolci di mandorle. Pasta reale, martorana
(riproduzione fedelissima di frutti o di ortaggi), faccioni di Noto o petitfour (biscotti decorati con una mandorla o con una ciliegia candita),
la cassata, e ancora il latte di mandorle, il torrone, i mustazzuoli (a
forma di esse e fatti di pasta di miele farcita di mandorle tritate e miele
di arancia) sono solo alcuni esempi.
Concentrati di energia
Le mandorle racchiudono tanto nutrimento in poco spazio.
Trenta grammi di mandorle (20-25 semi) contengono:
- circa 170 calorie di carboidrati complessi;
- circa il 10 per cento del fabbisogno quotidiano di fibra, più di quanta ne contengono due fette di pane integrale;
- la stessa quantità di calcio che c’è in 70 gr. di latte, e la stessa quantità di ferro che c’è in 40 gr. di manzo o di carne magra di maiale;
- il 10 per cento della dose quotidiana di proteine consigliata negli Stati Uniti;
- la stessa quantità di vitamina E che si trova in circa 200 gr. di germe di grano o in 500-600 gr.
di fegato.
Inoltre forniscono fosforo, rame, magnesio, vitamina B2, grassi e non contengono colesterolo.
Le informazioni sono tratte dall’opuscolo Almonds - A Health Nut, pubblicato dall’Almond Board della California.
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