AMBIENTE
Verso il Parco
Fluviale del Simeto

 di Natale Torrisi

 

Rigogliosi uliveti e aranceti su terrazzamenti, qua e là delimitati da blocchi lavici, eruttati dall’Etna, e sapientemente modellati da abili mani di artigiani locali.
L’agriturismo “Casale del Simeto” è una antica masseria intrinseca di storia e tradizioni ricadente sul territorio di Paternò (c.da Schettino). Non poteva essere posto migliore per ospitare il primo incontro verso il Parco Fluviale del Simeto. Numerosi i partecipanti, tutti con la voglia di dare il loro contributo per la realizzazione di un’idea portata avanti, già da qualche anno, dall’Associazione Vivisimeto ed ora supportata anche dalla sezione Costruzioni e Territorio del Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università di Catania.
L'incontro, iniziato alle ore 11.00 e conclusosi alle 13.30 del 07/06/2008, si è basato su una tavola rotonda preparata da esperti in diversi settori. L’apertura dei lavori è stata affidata a Graziella Ligresti, associazione Vivisimeto.

Sono intervenuti: Antonino Failla, ordinario di Costruzioni Rurali e Territorio Agroforestale, Università di Catania; Gesualdo Campo, soprintendente ai BBCCAA di Catania; Pietro Alicata, ordinario di Zoologia, Università di Catania; Alfio Grassi, geologo, esperto in sistemi informativi territoriali; Alessandro Distefano, ingegnere, esperto in reti di monitoraggio fluviali e ambientali; Salvatore Cartarrasa, CUTGANA Università di Catania; Salvatore Rapisarda, vicepresidente nazionale associazione produttori UNACOA; Salvatore Rasà, sindaco di Santa Maria di Licodia; Davide Felice, assessore di Centuripe (En); Santo Liotta, ex senatore; Valerio Buemi, fondatore associazione Attraversa-mente (collettivo di ricerca artistica-filosofica); Paolo Guarnaccia e Turi Maurici, associazione Vivisimeto. Il moderatore dell'incontro è stato l’ingegnere Nino Paternò, esperto in sviluppo locale.

Nella complessa e multiforme realtà che chiamiamo paesaggio assume un risalto particolare l’acqua. Essa conferisce dinamicità al paesaggio, entra nella storia degli individui e delle società, alimenta la vita, il lavoro, si manifesta con il suo fluire, con i suoi suoni, con i suoi colori, con le sue luci.
L’acqua è un bene prezioso che non deve essere sprecato, per questo motivo il 18 febbraio 2005 è stata firmata a Madrid la “Dichiarazione Europea per una nuova cultura dell'acqua”. Il documento indica le linee guida per una gestione equa, sostenibile e partecipata delle risorse idriche in Europa e nel mondo.
Il Simeto è il principale fiume della Sicilia, con i suoi 113 km di lunghezza è secondo solo all’Imera, ma è primo per estensione del bacino idrografico e portata d’acqua alla foce. Per secoli ha rappresentato la linea di confine Nord/Sud tra Val di Noto e Val Demone. Quando sono nate le province e sono state abolite le vecchie intendenze, non si è tenuto conto come in passato dei valori geomorfologici della zona, ma solo di quelli amministrativi per questo motivo oggi il fiume con il suo bacino si estende tra le province di Catania, Messina ed Enna.
Per tutelare il territorio nelle immediate vicinanze del corsi d’acqua sono state emanate diverse leggi, ma spesso sembra vengono dimenticate. Il Regio Decreto 523 del 1904 sulle opere idrauliche. La Legge n. 431/85, detta "Legge Galasso", che estende il vincolo paesaggistico della legge n. 1497 del 1939 per proteggere meglio i laghi e i fiumi del territorio italiano. Il D.P.R. dell’aprile 1993 emanato dal Presidente della Repubblica, e prima ancora la legge regionale siciliana 37 del 1985 per limitare l’attività urbanistico-edilizia indica ad esempio che la costruzione di muri vicino ai corsi d’acqua deve essere realizzata in muratura di petriame a secco o con malta cementizia.
E’ impensabile, pertanto, poter installare un termovalorizzatore proprio nella valle del Simeto, eppure qualcuno l’ha proposto. Ammettendo di utilizzare un impianto di ultima generazione che riesca a rendere biologicamente e chimicamente inerti i rifiuti, si ha come scarto una grande quantità d’acqua. Questa, anche se trattata, produce un danno all’ecosistema in quanto aumenta la portata del fiume e indirettamente va a sconvolgere gli equilibri naturali. Allo stesso modo è improponibile l’installazione di pale eoliche che oltre a costituire un impatto visivo negativo generano delle pesanti ricadute sull’ecosistema, il loro rumore spaventa gli animali che come è stato provato non defecano più nelle loro vicinanze, la loro rotazione spaventa gli uccelli che cambiano le rotte migratorie.
La Sicilia è sempre stata terra di contraddizioni, se da un lato l’abusivismo edilizio ha superato la fantasia, dall’altro stupisce il fatto che la prima iniziativa di tutela culturale e ambientale d’Europa sia nata proprio qui, risale infatti al 21 agosto 1745 il primo atto di tutela istituzionale degli antichi castagni di S. Alfio e di Mascali. Bisogna aspettare il 24 maggio 1909, più di 150 anni, per vedere nascere il primo parco naturale in Svezia.
Il Simeto presenta già delle aree tutelate, ma sono solo pochi tratti, in particolare la sua foce ricade nella riserva regionale naturale Oasi del Simeto di circa 2000 ettari istituita nel 1984. Le forre laviche del fiume, il tratto di Pietralunga, la foce del Simeto e il lago Gornalunga costituiscono siti d’Importanza Comunitaria (SIC), la foce e il lago Gornalunga sono anche Zone di Protezione Speciale (ZPS) per gli uccelli selvatici. I SIC e le ZPS sono stati istituiti con la Direttiva Cee 92/43 “Habitat” del 21/05/92 che ha lo scopo di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio degli Stati membri.

L’istituzione del parco fluviale del Simeto, pertanto, dovrà:
- tutelare l’intero percorso del fiume compreso il bacino;
- salvaguardare flora e fauna della zona;
- monitorare il fiume e l’ecosistema;
- migliorare i percorsi per fruire al Parco stesso;
- limitare gli interventi artificiali;
- recuperare il rapporto multidisciplinare per valorizzare il territorio;
- coinvolgere le popolazioni locali;
- promuovere attività di educazione e di formazione;
- riacquisire il diritto di proprietà morale per cui la natura ha un valore spirituale in se (rappresentato ad esempio dalla bellezza ed emotività che suscita nell’animo umano);
- essere il trampolino di lancio per attività ricreative e socio-economiche compatibili.

Per istituire il Parco si possono seguire due itinerari.
Il percorso classico è quello che passa attraverso il Comitato di proposta, lo studio tecnico scientifico di fattibilità a 360° compreso lo spettro ambientale, lo studio archeologico (verificare l’esistenza di miniere, castelli, masserie ecc.), la presentazione all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, il controllo da parte del comitato dell’Assessorato, l’emanazione da parte di quest’ultimo del decreto per la costituzione. Il percorso alternativo è quello di creare un consorzio tra le province interessate e poi istituire il Parco secondo la riforma del 2001 del capitolo V della Costituzione che prevede pari dignità costituzionale di Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato.
Nell’attesa della scelta della strada migliore da percorrere è, intanto, stato siglato un Protocollo d'intessa per la costituzione del “Comitato Proponente" per la realizzazione del Parco Fluviale del Simeto.