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Una nuotata in abito da sera.
In certe occasioni è proprio d’obbligo concedersi l’abito da sera. Per gli
appuntamenti mondani, nelle cerimonie più importanti si rispolvera
volentieri l’abito più bello. Qualcuno poi, magari un po' snob, preferisce
indossare il suo vestito più bello tutti i giorni. Noi abbiamo conosciuto un
tipo simile, anche se
piuttosto
scontroso e, nonostante la sua eleganza, non troppo felice di mostrarsi in
giro rimanendo ben nascosto agli occhi dei più. Ma andiamo con ordine. Per
vedere questo strano dandy estetizzante siamo partiti una mattina presto da
Ragusa e abbiamo fatto rotta verso la sua piccola frazione di San Giacomo.
Cuore ibleo e ambiente rurale, il piccolissimo centro è circondato da una
campagna stupenda con gli immancabili carrubi e pascoli verdissimi durante
le stagioni piovose e gialli delle erbe rinsecchite dal sole in estate. A
pochi passi dalla frazioncina, in direzione di Palazzolo Acreide, sulla cima
di una verde collina sta un'antica masseria fortificata, “a turri ri San
Giacumu”, come la chiamano da queste parti. E' una delle tante che affollano
la campagna iblea e che un tempo rappresentavano il centro nevralgico della
vita contadina, abitate dai padroni, che si concedevano, come nel caso della
nostra, il lusso di una chiesetta privata, e da contadini e pastori che
accudivano le terre circostanti.
A
formare un fitto ed intricato intarsio nella campagna della zona sono gli
immancabili muretti "a secco", esempio straordinario della maestria di abili
artigiani, in grado di mettere su questi recinti in pietra resistenti
all'incedere inesorabile del tempo, senza l'utilizzo di alcun materiale
cementante. Dopo aver dato un' occhiata intorno, ci dirigiamo sul luogo dove
siamo abbastanza certi di trovare il nostro misterioso ed elegantissimo
amico. Facciamo quindi rotta in direzione Noto, a partire ovviamente proprio
da San Giacomo. Percorsi circa tre chilometri la strada svolta a sinistra ed
in corrispondenza di questa curva, una traversa tira dritto. La seguiamo
sino a quando il fondo asfaltato non termina, quindi per circa 1,5 km. Alla
nostra sinistra troviamo un cancello della Forestale. Lasciamo la macchina e
proseguiamo a piedi approfittando dei varchi lasciati liberi ai lati del
cancello. Sotto di noi la stretta vallata scavata dal fiume Tellesimo, uno
dei tanti fiumi che solcano gli iblei irrorando profonde "cave" e
consentendo lo sviluppo, sul loro fondo, di una ricca e lussureggiante
vegetazione. Anziché scendere sul fondo valle, saliamo i gradini a destra
del cancello, ricavati dalla Forestale sulle ripide pendici della cava e
seguiamoli sino in fondo, sino cioè a dove si trova un antico dolmen, o
meglio ciò che ne resta. L'ambiente è rimboschito sapientemente ed offre
scorci
di
grande interesse naturalistico concedendoci, da quella posizione, anche di
ammirare da una postazione più alta il meraviglioso paesaggio della cava. A
questo punto ritorniamo indietro ed affrontiamo l'agevole sentiero che ci
conduce a fondo valle sino al fiume. Le pareti della cava sono pieni di
tracce di insediamenti probabilmente neolitici scavati dagli antichi
abitatori del sito approfittando del lavoro iniziato dall'azione erosiva del
fiume e completato dall' energia eolica. Il fiume si presenta con una
portata non particolarmente abbondante ma che ha consentito, in tempi in cui
era sicuramente più ricca, la formazione di"marmitte dei giganti". Queste
particolari strutture geologiche sono dei rapidi abbassamenti del livello
del letto che consentono al fiume di raggiungere, in alcuni tratti del suo
corso, anche profondità di un certo rilievo. Si sono prodotte in seguito al
rotolamento su se stessi di ciottoli e pietre che hanno scavato il letto del
fiume quando non riuscivano a proseguire a causa di qualche impedimento. La
bianca roccia calcarea, dell'area poi si è ben prestata ad assecondare
questo particolare processo erosivo. La natura è particolarmente selvaggia e
seguire il corso del fiume diviene piuttosto
complesso
allorché il sentiero che lo costeggia per un breve tratto viene inghiottito
dalla fittissima vegetazione. Per andare avanti è talvolta necessario
guadare il fiume approfittando di qualche sasso emergente. Meglio se si è
provvisti di scarpe da trekking impermeabili e con le suole antisdrucciolo
se non si vuol fare un bagno che, tutto sommato, può anche essere piacevole
nei caldissimi mesi estivi. Non è difficile scorgere il volo di qualche
falco o di una poiana che ci seguono curiosi lanciando di tanto in tanto il
loro caratteristico grido rapace. In effetti le ampie fratture sulle nude e
ripide pareti della cava rappresentano ottimi rifugi per la nidificazione di
queste ed altre specie di uccelli. Lanciando uno sguardo sul fiume, in
particolare in primavera, nei tratti in cui l'acqua è più calma, un fitto
tappeto di girini colora di nero il letto del corso d'acqua. Qualcuno di
questi diventa poi preda di qualche
bell'esemplare di granchio di fiume, e se si è fortunati si può assistere a
scene di caccia spietata. Avviciniamoci con calma e circospezione ad una
delle marmitte di cui abbiamo già parlato ed aguzziamo lo sguardo attenti a
non far troppo rumore. Ecco, questo è proprio il regno del nostro amico, o
meglio, della nostra amica: la Salmo trutta macrostigma. Si tratta di una
sottospecie di trota molto rara ed endemica in alcuni fiumi del bacino del
Mediterraneo, rigidamente protetta, come indicano i cartelli apposti
all'ingresso della valle. La sua livrea è di una bellezza straordinaria
caratterizzata da grosse macchie colorate poste sui fianchi e che la
contraddistinguono dalla specie Salmo trutta di cui è, per l'appunto una
sottospecie. Vive ancora nel Tellesimo perché durante la
stagione estiva, quando la portata del fiume si riduce drasticamente, le
marmitte dei giganti che si trovano in questo fiume garantiscono una
adeguata riserva idrica in attesa delle piogge autunnali. Esperienze di
ripopolamento per la macrostigma sono sperimentalmente in corso anche su un
altro fiume ibleo,l'lrminio.
Soddisfatti dell'incontro? Si può ritornare indietro, magari per
approfittare delle trattorie della zona dove si mangia un po' più che molto
bene.
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