|
-
Le misteriose origini di Mazzarino
Lungo le strade dei Branciforte
Le difficoltà
nell'interpretare i testi che gli antichi storici ci hanno tramandato
sulla nascita di Mazzarino hanno gettato un velo di mistero sulle
origini del centro nisseno che l'opera certosina degli studiosi ha
soltanto in parte sollevato.
Le misteriose
origini di Mazzarino
|
Balcone di un palazzo nobiliare
Le vicende storiografiche che riguardano le origini di Mazzarino sono
sempre state caratterizzate da una grande incertezza derivante dalle
difficoltà incontrate da studiosi vecchi e nuovi nell'interpretare gli
scritti dei loro colleghi più antichi. Una valida ipotesi sulla nascita
del piccolo centro farebbe riferimento alla scoperta di una
frequentazione del sito da parte dei Sicani e dei Siculi nelle zone di
Monte Ficari e Monte Canalotto, e da questa constatazione prese origine
l'idea che Mazzarino derivasse da Maktorion divenuta successivamente, in
epoca romana, Macharina. Secondo questa ipotesi Mazzarino fu occupata
dai romani dopo l'invasione cartaginese avvenuta nel 405 a.C.
|
Chiesa S.Maria della Neve
Anche sulla data di origine della cittadina le ipotesi sono piuttosto
contrastanti ma essa si può far risalire comunque ad un'epoca
antecedente il 452 a. C. in considerazione del fatto che Herodoto parla
già di "Mactarium urbem" a partire da questa data.
Distrutta dai Cartaginesi prima (405 a.C.) e successivamente anche dai
Romani, agli abitanti fu concesso di ricostruire la propria città
purché, secondo le leggi dell'Impero Romano, in un sito diverso da
quello su cui sorgeva precedentemente, e cioè il Monte Gibli, e portasse
un nuovo nome. E il nuovo nome fù Macarina, posta a circa 4 km più a sud
dell'attuale abitato. In questa fase sorgeva sul colle, sito attuale del
Castello, una torre di cui oggi non rimane
|
Complesso architettonico
del Carmine
alcuna traccia.
Dopo la caduta dell'Impero Romano con l'invasione dei Saraceni avvenuta
intorno all'827 d.C., Mazzarino passò sotto il dominio arabo cambiando
l'antica denominazione del paese da Macarina a Mazzaranu. Con
l’invasione delle truppe normanne di re Ruggiero, Mazzarino fu distrutta
mentre la popolazione indigena, considerata in sostanziale schiavitù,
potè ricostruire il paese con il nome di Mazzareno, non lontano dal
vecchio sito, nei pressi del luogo dove ora sorge la chiesa di San
Salvatore.
Signore del posto fu, dal 1090 circa, Enrico, marchese di Lombardia.
Dopo il succedersi di principi e signori, Mazzarino passa sotto il
controllo dei Branciforti, giunti intorno il 1300 a Catania dove si
imparentarono con la nobiltà locale estendendo il proprio dominio su
parte del Calatino e del Nisseno.
|
Carlo Maria Carafa
Sotto i Branciforti il Castello di Mazzarino sorgeva su di un colle
occupando 1100 mq con 4 torri cilindriche i cui resti sono ancora oggi
visibili. Trascurata poi per un lungo periodo, 1'imponente costruzione
fu ricondotta all'antico splendore soltanto nel 1554.
Erede dei Branciforti fu Carlo Carafa per volere del quale fu costruito
il teatro annesso a Palazzo Butera oggi palazzo Bartoli. In questo
periodo che fu per Mazzarino di grande splendore e fermento culturale,
operavano in paese anche tre tipografie.
Due anni dopo la morte del Carafa, Mazzarino iniziò un periodo di
decadenza sotto il giogo dispotico dei baroni che la governarono
cancellando i fasti feudali e bloccando lo sviluppo delle attività
commerciali, senza però impedire l'emergere di uomini di cultura di
notevole spessore come P. Egidio Mancuso che
|
Chiesa dell'Immacolata
si distinse nella teologia
e nella filosofia, l'architetto Angelo Italia che vestì poi l'abito
gesuita e Giuseppe Artale, cavaliere e combattente che si impegnò nelle
arti letterarie e nella poesia. Mazzarino fu sede agli inizi del secolo
scorso di una setta carbonara capace di resistere con violenza alla
forza regia inviata per soffocarla. Ma il germe della rivolta sarebbe
riesploso anche qui nel periodo dei moti del 1848 allorché si comprese
che le promesse della Costituzione del 1821, voluta da Ferdinando I, non
sarebbero state mantenute.
|
Chiesa Madonna delle Grazie
La sommossa fu spenta nel sangue il 2 maggio 1849 dalle truppe delle
guardie nazionali giunte da Caltanissetta e dai comuni limitrofi.
L'anelito di libertà che era nell'animo dei mazzarinesi ed in
particolare in quello degli appartenenti ai ceti meno abbienti, si
manifestò nuovamente con l'impegno a fianco di Garibaldi dopo lo sbarco
dei Mille, avvenuto nel 1860 a Marsala.
Da questo momento in poi la storia di Mazzarino segue le vicende
isolane, con le tensioni permanenti tra contadini e latifondisti per il
controllo delle terre. I
|
Chiesa Signora dell'Olmo
rapporti tra la massa contadina e i grandi
proprietari terrieri non furono in effetti mai semplici tantochè, ancora
una volta, nel 1944 prima e nel 1947 dopo, esplose ancora
sanguinosamente nel territorio la rivolta popolare. Soltanto nel 1948
con l'istituzione delle rappresentanze elette democraticamcnte, il paese
parve ritornare a vivere un'esistenza pacifica.
su
Tra misticismo religioso e storia di contrasti, Mazzarino acquista un
fascino imperdibile per il visitatore la cui maggiore difficoltà, nel
percorrere le vie del centro nisseno, sarà quella di prestare attenzione
alle innumerevoli pregiatezze architettoniche, distratto solo dai sapori
della pasticceria e della cucina locale
Lungo le strade dei Branciforte
E' certo che passeggiare per Mazzarino
significa cogliere la grande spiritualità della gente del luogo,
testimoniata dalla presenza delle numerose chiese che meritano di essere
menzionate e attentamente osservate perché trasudanti di storia e
rivestite di pregiate ricerche architettoniche.
|
Chiesa del Carmine
E non sembra neanche contrastare, questo misticismo religioso, con la
storia della città costellata di sanguinose rivolte popolari, scatenate
dalle difficili condizioni di vita del contadini, contro l'oppressione
feudale; anzi queste apparenti contraddizioni sembrano completarsi
vicendevolmente attribuendo a Mazzarino quella unicità che pochi altri
centri possono vantare.
La nostra passeggiata per le vie di Mazzarino inizia quindi con una
ricerca sistematica dei luoghi di culto, a cominciare dalla chiesa di
S.Maria di Gesù risalente al XV secolo che custodisce, all'interno della
sua unica navata, il sepolcro marmoreo del principe Carlo Maria Carafa
Branciforte che regnò sul piccolo centro nisseno dal 1676 al 1695.
Uno sguardo intorno ci mostra come il paese non stimoli la curiosità del
visitatore solo per gli edifici religiosi, eventualità testimoniata
dalla presenza degli eleganti prospetti dei palazzi De Maria, Nicastro,
Bivona e Adonnino-Alberti che fanno da cornice al corso principale del
paese, senza trascurare la dimora
|
Chiesa Maria SS. del Mazzaro
del principe Carlo M.Carafa, palazzo
Branciforte, risalente alla prima metà del XVI secolo e successivamente
oggetto di rimaneggiamenti che a partire dal XVII secolo l'hanno anche
notevolmente accresciuto.
Merita una sosta piazza del Carmine, cuore della città, con il complesso
seicentesco dei Carmelitani la cui chiesa annessa, ad una navata con
cupola, custodisce le spoglie di Giovanni IV Branciforte e della moglie
Dorotea Barresi, oltre a due interessanti statue barocche in marmo
raffiguranti la Fede e la Speranza.
L'ex convento è oggi sede del Municipio e nel suo chiostro si trova il
sarcofago di Giovanni II Branciforte, elegante esempio della perizia
della scuola gaginesca. Non distante dal Carmine, la chiesetta
dell'Immacolata conserva una tela del 1606 di Filippo Paladino.
Soffermiamoci ora ad osservare la chiesa Madre di S.Maria della Neve,
costruita nel 1737 ad una navata ed ingrandita nel 1834 con l'aggiunta
di altre due. Al suo interno, sull'altare maggiore, fa bella mostra di
sè una pregiata tela della Madonna della Neve; splendido il polittico in
legno raffigurante, incise a bassorilievo, trentasei scene tratte dal
Vecchio e dal Nuovo Testamento. Non lontano da questo edificio
religioso, si trova, annessa all'ex convento dei Padri Domenicani,
l'antica chiesa (1480) di San Domenico, semplice ed austera con la sua
unica navata che custodisce al proprio interno una tela raffigurante la
|
Chiesa S. Francesco di Paola
Madonna del Rosario (1608) opera di Filippo Paladino.
Altri luoghi di culto interessanti sono la chiesa del SS. Crocifisso
dell'Olmo, di origini antichissime, ricostruita da Francesco Bivona dopo
la distruzione dovuta al terremoto del 1693; voluta dal barone Filippo
rivarola è invece la chiesa dei Padri Cappuccini, il cui altare è
inserito nella custodia opera del frate Angelo Gagliano che la costruì
pregevolmente in legno di ciliegio e di ulivo con eleganti intarsi in
osso, avorio, tartaruga e madreperla. Annessa alla chiesa, la biblioteca
nella quale sono custoditi oltre 10.000 volumi, alcuni dei quali
particolarmente preziosi ed antichi.
Di più recente costruzione la chiesa di S.Ignazio e quella di
S.Francesco di Paola, mentre all'estremità orientale dell'abitato si
erge il santuario di Maria SS. del Mazzaro costruito da Manfredi, conte
di Policastro, nel XII secolo e ricostruita nel XVIII dopo che il
terremoto del 1693 l’aveva distrutta. Il suo prospetto rappresenta un
classico esempio del tardo barocco siciliano. La sua pianta è a tre
navate e le pareti sono riccamente decorate.
L'attuale centro abitato che si fa risalire al XII secolo, sorse attorno
al castello di Mazzarino detto "U' Cannuni". La curiosa denominazione
deriva dalla particolare forma della torre cilindrica. Gli attuali
ruderi del castello, che ha antiche origini romano-bizantine, lasciano
ipotizzare la presenza in passato di quattro torri cilindriche merlate a
difesa dell'edificio.
su
|