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Una terra di confine tra poeti e viaggiatori
Il valico della memoria
Ecosistemi della Garfagnana
Terra natale di
poeti, la Garfagnana è stata anche meta prediletta di numerosi
intellettuali italiani e stranieri che, affascinati dal misticismo del
paesaggio, ci hanno lasciato pagine indimenticabili che ne descrivono
l'essenza più profonda, frutto di una simbiosi perfetta tra l'ambiente,
la sua storia e le sue genti.
Una terra di
confine tra poeti e viaggiatori
E’ l'estremo margine settentrionale della
Toscana il punto di contatto tra le Alpi
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Veduta del lago di Pontecosi
Apuane e l'Appennino
tosco-emiliano, separati da una valle, la Garfagnana, ricca di storia e
di splendida natura, scavata nei secoli da un fiume, il Serchio, capace
col suo fascino e quello delle sue genti di stimolare la vena poetica di
Giuseppe Ungaretti. Il poeta vedeva nei fiumi elementi centrali della
propria esistenza: in un grande fiume, il Nilo, la propria nascita; le
sue origini e quelle della sua famiglia nel Serchio e tanto forte era il
legame con quest'ultimo da condurlo a regalarci una perla di poesia che
così recitava:
"... Questo è il Serchio
al quale hanno attinto
duemil'anni forse di gente mia campagnola
e mio padre e mia madre ".
Ma in questi luoghi visse (e scrisse) anche Pascoli e non si può
dimenticare un'opera interessante come quella dello scrittore Mario
Tobino (Le libere donne di Magliano), che lavorò a lungo in un ospedale
psichiatrico tra Lucca e Viareggio.
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Veduta del lago di Isolasanta all'interno del Parco delle Apuane
La sua condizione di valico tra Appennini e Alpi fece sì che in molti si
fermassero in Garfagnana affascinati dai suoi paesaggi e tra questi,
spinto anche da una calcolosi che lo costringeva a soste forzate in
località termali, Michel de Montaigne che, nel 1580, scelse Bagni della
Villa, oggi Bagni di Lucca, nel cuore della Garfagnana, di cui potè
apprezzare le qualità terapeutiche delle terme e non solo. Talmente fu
colpito da questi luoghi che decise di continuare a scrivere il suo
lungo diario di viaggio in italiano. Montaigne fu, per così dire, un
antesignano del turismo culturale in questa località che, un paio di
secoli dopo, divenne meta prediletta di tanti altri intellettuali
italiani e stranieri. Pagine di descrizioni di questi luoghi,
indimenticabili per la ricerca dettagliata dei particolari che
caratterizzano il paesaggio e la sua simbiosi con le attività dell'uomo,
le ha lasciate ad esempio, il poeta Heinrich Heine (1825), secondo cui
"l'anima di chi guarda non è sopraffatta ma
armonicamente nutrita del paesaggio delizioso".
E che dire di Byron, Alessandro Dumas padre, D'Azeglio, Carducci e
Montale che precisa
"Fra il tonfo dei marroni
e il gemito del torrente che uniscono i loro suoni
esita il cuore "
Esprimendo, se ce ne fosse ancora bisogno, tutta la poesia che questi
luoghi possono sprigionare.
su
Scavata nei secoli dal fiume Serchio,
che ne ha condizionato non soltanto le caratteristiche orogenetiche e
naturali ma anche quelle storiche, la valle della Garfagnana,
spartiacque tra gli Appennini e le Alpi Apuane, è stata scenario di
battaglie sin dalle epoche più antiche a causa della sua posizione
strategica che l'ha resa appetibile per il controllo indiretto di un
vasto territorio di cui rappresentava la porta d'ingresso.
Il
valico della memoria
Piccolo corso d'acqua di circa 110 km, il
Serchio, vive la contraddizione tra i paesaggi che separa; sospeso tra
gli Appennini che gli regalano, per mezzo dei suoi affluenti di destra,
bianchi ciottoli di marmo, e le Alpi che donano invece al
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Scorcio di natura incontaminata nel cuore della Garfagnana
fiume le
minacciose acque della Lima, terrore dei lucchesi per le inondazioni che
in passato potevano produrre le abbondanti acque alpine. Le acque della
Lima ingrossavano il Serchio, ma ciò che più preoccupava i lucchesi era
la posizione del fiume che scorreva su un'altura che dominava la città.
E questa particolare collocazione del fiume aveva suggerito al
Brunelleschi una strategia per vincere i lucchesi assediati da Firenze
nel 1430 semplicemente deviando il corso del fiume e provocando una
inondazione catastrofica della città. Il piano non ebbe successo, non
tanto perché concettualmente errato, quanto perché i lucchesi, venuti a
conoscenza dello stratagemma, vollero rivolgere contro i fiorentini la
loro stessa astuzia. I cittadini di Lucca deviarono a loro volta il
corso del Serchio da un'altra posizione e le acque del fiume anziché
invadere la città inondarono l'accampamento dei nemici anch'esso posto
in una depressione. I lucchesi, esaltati dall'accaduto e avvantaggiati
dalle conseguenti perdite nemiche, prepararono un contrattacco riuscendo
ad avere la meglio sulle truppe medicee. Solo nell'Ottocento, con
un'opera di arginazione del letto del Serchio fu scongiurato
definitivamente il pericolo di inondazioni.
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Il Serchio
La presenza antropica nella valle ha origini antiche con i popolamenti
preistorici di tribù nomadi a cui subentrarono i Liguri che dopo essersi
insediati stabilmente nell'area apuana furono sospinti verso nord dai
Romani, vecchi alleati nella battaglia col comune nemico etrusco. Ma non
fu facile per le genti latine avere la meglio sulle bellicose tribù
liguri che, così come ci tramanda Tito Livio, si trovavano strettamente
arroccate in un ambiente impervio di cui conoscevano anche i meandri più
reconditi.
Dopo il dominio romano la Garfagnana diviene appetibile terreno di
conquista per Eruli, Ostrogoti e Longobardi prima, per i Franchi e le
truppe imperiali di Federico Barbarossa che controllava il feudo di
Lucca dopo.
Il XIII secolo fu per la Garfagnana, dominata dal Comune di Lucca,
periodo di un certo splendore essendo divenuta la città un vero e
proprio Stato che intesseva rapporti commerciali con il resto d'Europa e
l'Oriente.
In tutto il territorio fioriscono in quest'epoca numerosi edifici
religiosi e pievi romaniche, edificati in uno stile particolarissimo ed
originale, definito pisano-lucchese.
Ed è questa l'epoca in cui la Lucchesia inizia a caratterizzarsi per un
paesaggio profondamente cattolico, verificabile non soltanto nel numero
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Pania di Corfino
e nell'imponenza degli edifici religiosi, d'altro canto presenti anche
altrove, ma anche per una particolare forma di misticismo che la
distingueva dal resto della Toscana e che ha forgiato il carattere
prudente ed operoso delle genti del luogo, che soltanto l'evolversi
rapido degli eventi e l'irruzione della società moderna hanno, in
seguito e soltanto in parte, potuto modificare.
Le alterne vicende di contrasti tra le signorie di Lucca, Pisa e Firenze
non dettero tregua alla regione che ritrovò pace solo sotto il dominio
degli Estensi nel XV secolo, allorchè divenne capoluogo della regione
Castelnuovo, in cui trovò riparo lo stesso Ludovico Ariosto.
La storia della Garfagnana come terra di confine e quindi sito di alto
valore strategico, termina con l'avvento del Regno d'Italia nel 1860,
venendo preferiti altri luoghi come vie di valico degli Appennini.
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Ecosistemi della Garfagnana
E’ la natura a far da padrona in questa
straordinaria vallata che è la Garfagnana. Una natura splendida
soprattutto per la capacità delle genti che vi abitano di stabilire con
essa una simbiosi permanente che si realizza con la
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Lago di Villa Collemandina
grande attenzione
con cui essi tendono a conservare l'ambiente, a partire dalla
istituzione di due grandi parchi naturali, quello dell'Orecchiella, sul
versante appenninico, e quello delle Alpi Apuane sul versante opposto.
Con una superficie di 52 km quadrati il Parco dell'Orecchiella è posto
al limite degli Appennini dove la catena montuosa degrada verso la valle
della Garfagnana comprendendo i comuni di Piazza al Serchio, San Romano,
Sillano e Villa Collemandina. Geologicamente la conformazione del Parco
è piuttosto varia, confluendo in esso formazioni calcaree come quelle
della Pania di Corfino e di Ripa alternate alle classiche formazioni
aremacee dell'Appennino ed agli affioramenti di scisti argillose e
brecce marmifere da cui si produce il pregiato marmo di Sassorosso. Alla
varietà geologica corrisponde una diversificazione morfologica che va
dai declivi dolci ai profili ripidi che concorrono a creare una
spettacolare alternanza di microclimi i quali offrono una notevole
varietà anche nelle forme viventi che si susseguono, dalla fitta
vegetazione dei boschi di faggio e di conifere alle vaste aree di
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Drappeggi e stalagmiti nella sala del Ciondolo all'interno della
Grotta del Vento nel Parco delle Apuane
prateria d'alta montagna e brughiere alle quote più alte. Nei rilievi
più bassi, dove si accumulano i detriti di falda, spicca una vegetazione
pioniera con carpino, maggiociondolo, orniello e cerro con la presenza
di quest'ultimo che si spinge sino ai mille metri di altezza. Ai boschi
di castagno, faggio e cerro si accompagna un ricco sottobosco in cui
domina il mirtillo che, propagandosi anche nella prateria di quota più
elevata, concorre con il ginepro, la ginestra dei carbonai e la rosa
canina a creare un altro interessantissimo ecosistema un tempo ricco di
pascoli abbondanti che sfruttavano anche la presenza di ottimo fieno. La
florida vegetazione del Parco è ambiente naturale eccellente per
numerose specie di ungulati tra cui il cervo ed il capriolo, ma anche
cinghiali e mufloni. Di recente, da queste parti, è ricomparso il lupo
che concorre alla predazione con la volpe e varie specie di mustelidi
come la martora, la faina, la donnola, il tasso, la puzzola e la lontra.
Prede ambite per questi carnivori sono altri abitanti dell'area come
scoiattoli, lepri, ghiri e moscardini. Abbondante è anche l'avifauna che
comprende alcune specie piuttosto rare nel territorio italiano come il
gufo reale, il falco lanario, la pernice rossa, lo sparviero, il rondone
e la coturnice. Ricca di corsi d'acqua di natura torrentizia, l'area
offre un ambiente idoneo, per la purezza delle acque, ad alcuni anfibi
come il tritone e la salamandra, a pesci come la trota fario ed a
crostacei come il gambero di fiume. Zone di particolare interesse
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Fortezza delle Verrucole
naturalistico sono rappresentate dalla Riserva naturale della Pania di
Porfino e da quella di Lamarossa. Si comprende, anche da una descrizione
sommaria come quella proposta, il valore naturalistico dell'area che
quindi è dotata di un Centro Visitatori nei pressi del quale sorge anche
un Centro di ricerca e studi ecologici.
Il Parco delle Alpi Apuane sorge sul versante alpino della Garfagnana
compreso tra i territori di Lucca e Massa. Anche questo territorio è
caratterizzato da una grande varietà geologica in cui spiccano le
formazioni di grossi banchi di marmo accanto ai quali si osservano
dolomie, scisti porfirici, calcari in strati sottili, gneis albitici.
Interessanti sono, sul versante della Garfagnana delle Alpi Apuane, una
serie di grotte ricche di stalattiti e stalagmiti e solcate da corsi
d'acqua sotterranei che divengono paradiso imperdibile per gli
speleologi.
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Parco naturale delle Alpi Apuane: Monte Roccandagia
L'origine litologica del terreno di parte delle Alpi Apuane
consente, nelle zone meno declive, la formazione di terre brune ricche
di vegetazione mentre, nei pendii più ripidi e scoscesi del massiccio,
prevalgono aree più brulle in cui più difficile è la forestazione con
una predominanza di specie pioniere. Estendendosi dal Mediterraneo, in
prossimità della Versilia, in cui il clima consente la proliferazione di
una vegetazione fatta di specie prevalentemente termofile, alla valle
del Serchio attraverso le alte vette alpine del Pizzo d'Uccello, del
Monte Altissimo, del Monte Grondilice e del Roccandaglia, il Parco
mostra un interessante succedersi di ecosistemi molto vari e di grande
interesse naturalistico. La variegata vegetazione garantisce un ambiente
ideale per molti animali tra cui il cinghiale, la martora, la faina, ed
altri già citati precedentemente parlando del Parco dell'Orecchiella. Ma
in passato la fauna del sito era assai più interessante come ci
dimostrano i ritrovamenti ossei effettuati nelle numerose grotte di cui
è ricco il Massiccio e che ci testimoniano la presenza in loco di
esemplari di leopardo, del leone, del bue primigenio, dell'orso delle
caverne.
Per far fronte all'afflusso turistico anche in questa zona è stato
organizzato un Centro Visitatori a Castelnuovo di Garfagnana.
su
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