ITINERARI SOMMERSI
I sentieri
dei funghi

 di Pietro Nicosia

 

Boschi, campagne, sono i luoghi dei funghi. Cercare queste prelibatezze impone un contatto stretto con la natura ma anche una conoscenza dei luoghi in cui è più facile trovarli e delle caratteristiche che ne consentono il riconoscimento. Meglio sempre affidarsi ad un esperto che sappia distinguere i funghi commestibili da quelli tossici per evitare spiacevoli sorprese

Comunemente vissuta come l'epilogo delle vacanze, la seconda metà di agosto è il periodo più atteso dagli appassionati della pratica mitologica che, a fine estate, coronano la loro attesa per provare a scovare, sotto i loro bastoni, il porcino più bello.
C'è, innanzitutto, da dire che la stagione dei funghi è essenzialmente decisa dagli eventi meteorologici, che trasformano l'attesa in gioie o in dolori.
Come mai dimenticare quell’agosto piovosissimo (di qualche anno fa) che trasformò una stagione nera per i vacanzieri balneari, nella stagione più bella per i fungaioli.
Agosto piovoso significa porcini sicuri, e questo grazie alla concomitanza di un terreno umido e di una temperatura, ancora, calda.
Qui, comunque, non vogliamo certo fare un trattato di micologia, e non ci rivolgiamo certo a chi non è mai andato per boschi a scovare qualche micete, al quale consigliamo (per adesso) di comprarli i funghi, in attesa di fare un corso in una qualche associazione mitologica, per tentare al più presto la fortuna. E non ci rivolgiamo nemmeno a chi è un fungaiolo accanito, a cui questo articolo farà sicuramente ridere, visto che non riusciremo di certo a raccontare tutta la sua sapienza, fatta di anni ed anni di paziente ricerca che rimane, però, patrimonio personale oscuro al resto del globo.
E allora ci rivolgiamo a chi - come chi scrive - ha tanta strada ancora da compiere (ma non è certo alle primissime armi) e qualche dritta spassionata, è lieto di riceverla, sull'arte mitologica in Sicilia. Prima di addentrarci nei particolari, vogliamo suggerire ai fungaioli che leggeranno queste righe, di aver sempre rispetto per la natura; il rispetto non è mai tanto, ed alcuni comportamenti comuni nei boschi, sono certamente da demonizzare in quanto, se praticati da tutti, alla lunga trasformeranno il sottobosco in un deserto. Ed allora, scegliamo i cestini, anziché le buste di plastica, per permettere alle spore dei funghi che abbiamo scovato, di cadere e deliziarci anche in un futuro prossimo.
Un accorgimento, questo, che tornerà a nostro vantaggio di sicuro. Così come tornerà a nostro vantaggio lasciar crescere quel fungo così piccolo da non costituire nemmeno un boccone, meglio memorizzare bene il posto, e tornare fra qualche giorno, sperando che nessuno si sia accorto della nostra precedente scoperta. E lasciamo anche quei funghi che, visibilmente, sono già andati. Certo è tanta la sofferenza che si prova a lasciare un porcino alto 20 centimetri anche quando questo è evidentemente bacato, perché costituisce sempre un trofeo da mostrare agli amici; il contributo che - comunque - potrà ancora dare all'ecosistema, sarà superiore alla nostra vanità. E allora veniamo a 3 itinerari che vogliamo suggerire a chi, alla fine dell'estate, si dedicherà a cercare il porcino della "vita".
La prima "dritta" ricade all'interno del Parco dell'Etna, nella zona più umida del territorio del vulcano, e per questo maggiormente frequentata dai fungaioli.
La zona è denominata Giarrita, e si trova nell'area B del Parco, dove è consentita la raccolta di funghi, anche se in quantità modeste. Per ulteriori informazioni, comunque è bene contattare l'Ente Parco dell'Etna.
Per recarsi sul posto bisogna portarsi sino a Fornazzo frazione di Milo (raggiungibile da Zafferana-Milo per chi proviene da sud; da Linguaglossa, Fiumefreddo o da Giarre per chi proviene da nord). Raggiunto il piccolo abitato di Fornazzo (eletto villaggio ideale d'Italia per le magnifiche condizioni ambientali) bisogna immettersi sulla Mareneve e percorrerla per circa 10 chilometri. L'area della Giarrita è quella subito dopo il punto base per l'escursionismo numero 16 delle Case di Pietracannone. In ogni caso auto ferme ai bordi della carreggiata, indicheranno che i fungaioli sono già all'opera (prima di noi) nell'area tutt'intorno. Ad elevatissimo interesse micologico, è la zona del Parco dei Nebrodi, vera e propria culla per infinite distese di funghi di ogni genere, dai buonissimi boleti alla pregiatissima amanita cesarea o fungo d'uovo.
L'area che suggeriamo è quella compresa fra Cesarò e San Fratello, lungo la strada statale 289.
I due comuni distano 50 chilometri di funghi. Da una parte e dall'altra del corso stradale, tagliando il Parco ed attraversando le zone A, B e C, si estendono i boschi, nei quali mettono radici bontà d'ogni tipo che attendono solo di finire nei nostri tegami. A metà strada circa, a Portella Femmina Morta, c'è la deviazione per Monte Soro e per il Lago Biviere, dove eventualmente poter fare una capatina per meglio conoscere i Nebrodi. Limitrofa ai Nebrodi è l'ultima nostra segnalazione, che riguarda la strada statale 120 (sulle carte stradali anche s.s. 117) nel tratto compreso fra Nicosia e Mistretta, che per alcuni chilometri rappresenta il margine occidentale del Parco dei Nebrodi. A metà strada circa si trova la Riserva Naturale Sambughetti Campanito, dove c'è pure un'area attrezzata in cui, eventualmente, fermarsi per una pausa.
E allora, non ci resta che augurarvi buona passeggiata e tanti panieri colmi di funghi.