ERBORISTERIA
 La genziana:
contro i nemici di corte

 di Luigina Armieri



E’ un fiore di montagna facile da trovare sulle Alpi, meno negli Appennini, dal colore giallo intenso, esteticamente molto bello.

La sua scoperta, in senso fitoterapico, cioè le sue proprietà salutari, risale al II secolo d.C., e viene attribuita a Gentius re dell'Illiria da cui prende il nome botanico Gentiana lutea (lutea vuol dire gialla). Gentius, sembra, fu il primo ad usare le radici di genziana probabilmente macerate o bollite per curarsi un attacco di febbre.

Nel medioevo la genziana veniva usata contro gli avvelenamenti di ogni tipo, da quelli alimentari a quelli provocati da un nemico o da un rivale. Nel 1800 i medici se ne servivano come vermifugo. Oggi la ricerca scientifica preferisce sottolineare le proprietà molto meno impegnative, ma altrettanto utili, stimolanti ed equilibranti dei succhi gastrici e biliari che le radici di genziana hanno in sé.

Questa pianta viene quindi usata perché può dare beneficio per il mal di testa (dovuto soprattutto a disturbi intestinali), la sonnolenza, i gas intestinali, la disappetenza, la nausea.

E' curioso il fatto che tutti noi assumiamo la genziana probabilmente senza saperlo: essa infatti è contenuta, per esempio, in molti aperitivi analcolici e liquori digestivi. Quando i contenuti di un prodotto, di una bibita, sono troppo dolci si “correggono” con l'amaro della genziana; anche certi prodotti farmaceutici che risultano piacevolmente amari sono corretti con l'aroma naturale della genziana. Parecchie sono quindi le qualità di questa piccola pianta che cresce spontaneamente e che, in molti luoghi lontani, è proibito raccogliere.