ITINERARI SOMMERSI
 A piedi sulla bottoniera
 di Pietro Nicosia


Gli appassionati di escursionismo che si cimentano nell'attraversamento degli spazi dell'Etna, possono usufruire di un nuovo Sentiero Natura, quello dei Monti Sartorius, il terzo allestito dal Parco dell'Etna, dopo Monte Nero degli Zappini e Monte Zoccolaro. In realtà, quello dei Monti Sartorius, è un sentiero preesistente che, considerata l'importanza geologica dell'intera area, da semplice traccia escursionistica si è, trasformata in Sentiero Natura il quale, a caratteristiche di tipo ambientale, accosta peculiarità scientifiche. I Monti Sartorius, dedicati al vulcanologo Sartorius von Waltershausen, nacquero il 30 gennaio del 1865 in seguito ad un'eruzione che allineò a bottoniera 7 conetti. L'aspetto che quella manifestazione eruttiva donò all'intero paesaggio circostante, è di deserto lunare, colonizzato, in scarsa misura, da vegetazione endemica etnea. Presente, lungo l'itinerario, l'elegante betulla dell'Etna dalla corteccia bianca. L'accesso al Sentiero Natura (ben indicato) è dalla strada Mareneve, poche centinaia di metri prima del Rifugio Citelli, nel territorio del Comune di Sant'Alfio (CT). Il percorso, che si snoda ad un'altezza media di 1.700 metri s.l.m., è di 4 chilometri circa, ed è indicato in tutte le stagioni, fatta eccezione per le giornate più rigide d'inverno. L'itinerario è interamente segnato da pilieri in pietra lavica, recanti i punti di osservazione, e da paletti di colore giallo. Il sentiero, che compie ad anello mediante una traccia usata dai pastori, penetra nel cuore del più esteso bosco di betulle dell'Etna; suggestiva la tonalità giallo arancio che il paesaggio assume nella stagione autunnale. Il sentiero inizia dalla barra della Forestale sulla Mareneve. Dopo qualche decina di metri si incontra il primo punto di osservazione sulla radura a festuca e poa (piante graminacee), che si alternano ai pulvini di spino santo e al profumatissimo tanaceto. Sulla destra si scorgono gli apparati eruttivi dei Sartorius che, in 5 mesi, sputarono 100 milioni di metri cubi di lava. Fra i volatili si possono sentire, e vedere, codirosso spazzacamino e culbianco. Oggetto del punto d'osservazione 2, sono le numerose bombe vulcaniche scagliate, anche a notevole distanza, dalle manifestazioni eruttive. A sinistra si fa notare Monte Frumento delle Concazze (m. 2.151 s.l.m.), alla base del quale spicca un bosco di betulle, e la parete della Valle del Bove. Un ovile usato dai pastori, indica liinizio del bosco di betulle, che si incontra poco prima del giro di boa. Varie le specie vegetali che coesistono nel bosco: la betulla, appunto; festuca e poa, piante disgregatrici della roccia vulcanica; licheni e muschi; ginestre e pini. E proprio la vita tra le rocce è l’elemento che caratterizza il terzo punto di osservazione. Il punto d'osservazione numero 4, valorizza la betulla dell'Etna, fondamentale elemento dell'ambiente circostante, grazie alla capacità di adattamento al substrato lavico, caratteristica che le assegna un importante ruolo nell'ecosistema. Nel bosco, comunque, sono presenti anche la ginestra dell'Etna (altra pianta che “lavora”, oggi, il terreno per consentire in futuro l’insediamento dei boschi), ed il pino laricio. La colata del 1865 punto d'osservazione 5 si presenta in tutta la sua maestosità alla fine del bosco. A perdita di vista il panorama che - a 360° - varia dai crateri sommitali a Rocca Novara. La ricostruzione di quell’evento eruttivo parla di un'estensione larga 8 chilometri quadrati, con uno spessore medio superiore ai 12 metri. Nei pressi di Monte Baracca le lave (in conseguenza della presenza di ambienti umidi al tempo del processo di solidificazione) hanno assunto forme particolarissime. Antemide, saponaria e romice, affondano le radici sui pendii degli apparati eruttivi dei Sartorius, alla cui base si trova il punto d'osservazione numero 6. La sagoma del Rifugio Citelli che si scorge in lontananza indica l’approssimarsi della fine dell’itinerario che si conclude dov’era iniziato.