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Con i suoi 2845 metri s.l.m. Monte Frumento Supino è considerato la terza cima dell'Etna, dopo Punta Lucia (2934 m) e i Pizzi Deneri (2847 m) oltre, naturalmente al complesso dei crateri sommitali. L'ascensione al Monte non è il solito itinerario o sentiero natura, ma una escursione che auspichiamo diventi classica del trekking etneo. Sarà perchè il percorso ci porta lontano dai tradizionali circuiti escursionistici, lontano quindi dalla pista altomontana e dai rifugi, presi ormai d'assalto da decine di visitatori più o meno scrupolosi. Sarà per la quasi assenza di sentieri e manufatti umani, per il fascino della scalata, per quella ebbrezza di altitudine che spinge a continuare quando le gambe ne farebbero a meno. Sarà per tutto ciò e per quant'altro non riesco ad esprimere che si ha l'impressione di essere dei pionieri nell'ultimo lembo di territorio etneo inesplorato. Non esagero, infine, affermando che solo dentro la Valle del Bove si avverte una tale sensazione di libertà, di spazio, di avventura, di quelle che riconciliano col mondo, ma soprattutto con se stessi. Tutto ciò qui, sull'Etna, a due passi da casa, senza scomodare mete tanto favoleggiate quanto distanti e dispendiose. L'itinerario racchiude in se molteplici elementi di interesse in grado di appagare il geologo così come il botanico, l'escursionista esperto come il neofita. Il punto di partenza è Piano Vetore (1700m.), località in territorio di Ragalna (paesino ubicato a 825 metri s.l.m. nel versante sud dell'Etna, da sempre rinomato per la salubrità dell'aria), facilmente raggiungibile dalla S.P. 92, nota per la presenza del Grande Albergo dell'Etna e per il primo Sentiero Natura realizzato dall'Ente Parco. A nord est, lo sguardo incontra la sagoma di M. Nero degli Zappini (1963 m.) che con M. Nero (2182 m.) e M. Rinatura (2231 m.) costituisce un insieme di crateri apertisi a bottoniera cioè lungo un'unica linea di frattura. Ci dirigiamo proprio verso M. Nero degli Zappini, seguendo l'omonimo Sentiero Natura, il cui inizio è segnalato da un cartello e da un muretto in pietra. Dopo un breve tratto in salita sulle lave, giungiamo ad un pianoro erboso limitato verso nord da alcune digitazioni della colata del 1985 e caratterizzato da un interessante conetto di scorie saldate nonchè da vari cespugli di rosa canina. Sempre seguendo il sentiero, che intanto in discesa conduce nei pressi della Grotta S. Barbara, giungiamo, dopo aver incontrato alcuni faggi, ad un torrente stagionale dal tipico letto lavico levigato, che alimenta l'invaso del Giardino Botanico ubicato poco più a valle. Fin qui il sentiero natura. Abbandoniamolo e iniziamo la nostra salita costeggiando il lato sinistro del torrente. Il nostro cammino è accompagnato dalla presenza di numerosi cespugli di Ginepro le cui possenti radici si fanno strada tra gli anfratti rocciosi, e da vari esemplari di Pino Laricio, alcuni dei quali caratteristici per la chioma ad ombrello, modellata dall'azione dei venti. Siamo giunti nei pressi del fianco est di M. Nero degli Zappini. Sarebbe interessante fare una deviazione per visitare il suo interno, ma superare il canalone ai nostri piedi richiede tempo e fatica da non sottrarre al raggiungimento della nostra meta. Si continua in direzione di M. Nero, lasciando alla nostra sinistra un piccolo braccio dell'eruzione del 1985 che lo ha quasi accerchiato. 1 Pini Larici si fanno sempre più rari, siamo intorno ai 2000 m. Qui il torrente presenta una cascatella e una sorta di cupola originata dall'erosione, utile riparo in caso di maltempo. Risaliamo il monte, preferibilmente dal lato Nord, meno scosceso. Dalla cima il panorama è mozzafiato. Una enorme bomba vulcanica, solitaria proprio sul bordo del cratere, ci ricorda quella che fu un tempo la sua attività. E' questo il punto migliore per fare una sosta, non vi sono ripari, in caso di forte vento però basta scendere di qualche metro entro il cratere. M. Rinatura è appena più a Nord, ma superato il piccolo braccio lavico, consigliamo di puntare decisamente alla meta che, maestosa ed ancora lontana ci si staglia dinnanzi (siamo a quota 2200 m.). Durante l'ascesa, abbastanza impegnativa, osserviamo varie specie vegetali e i loro limiti altitudinali. Tra queste: Tanaceto, Rumex, Senecio, Astragalo (Spinosanto), Cerastium Aetneum, Ginepro, ecc. A quota 2600 2700 m. macchie di Camomilla dell'Etna e Segale ingentiliscono il deserto vulcanico. Coccinelle settepuntate si trovano sotto ogni pietra. Già da parecchio è visibile alla nostra destra, in lontananza e separata da vaste colate del 1971 e del 1985, la stazione di arrivo della funivia. Un ultimo sforzo e la vetta è conquistata. Ogni parola, per chi ha ancora fiato, è superflua. Il Monte Frumento Stipino, come ben visibile, ha fatto da spartiacque per la colata dell'eruzione del 1971 e per altre ancora. Ciò ha consentito che buona parte del suo versante Sud rimanesse incontaminata da lave recenti. Quest'ultimo per le peculiarità geomorfologiche (resti di antichi canali lavici, conetti e crateri preistorici, dicchi affioranti ecc.) nonché per la ricca e multiforme vegetazione, rappresenta un ambiente unico e poco conosciuto del nostro territorio, ma purtroppo ugualmente minacciato dalle manomissioni dell'uomo. Solo conoscendo e studiando direttamente il nostro ambiente è possibile comprendere la necessità e l'urgenza di tutelarlo. In questo senso opera l'associazione senza fini di lucro ”Il Lapillo”, i cui campi d'intervento, diversi ma strettamente collegati con quello ambientale, sono la preservazione del patrimonio architettonico rurale, la valorizzazione delle dinamiche storico culturali e, non ultimo, il contributo alla nascita della necessaria "coscienza" politica e sociale. Per raggiungere questi scopi, l'associazione, mantenendo la sua indipendenza dai partiti e autofinanziando interamente le proprie attività, intende coinvolgere il maggior numero di persone, senza alcuna discriminazione, in ogni fase delle proprie iniziative, dalla preparazione alla realizzazione delle stesse. Per contattare l'associazione “Il Lapillo” potete telefonare allo 095.433666 oppure allo 095.620207 o scrivere a: “Il Lapillo”, via Neghelli 7 - 95030 Ragalna (CT). |