ITINERARI SOMMERSI
   Il Balcone degli Dei
    di Pietro Nicosia

C’era una stradella sopra Piano dell'Acqua, a Zafferana (Parco dell'Etna), che i villeggianti e gli abitanti del centro pedemontano, usavano per effettuare pellegrinaggi alla vetta di Monte Zoccolaro, dove, per devozione, i fedeli issarono una croce ed un altare.

E proprio la conquista della vetta, (appena un chilometro) è idonea per un cammino penitenziale, per una sorta di calvario cristiano, tanto faticoso da rimettere ogni peccato. Su questa traccia, l'Ente Parco dell'Etna (da qualche anno), ha creato un Sentiero Natura che risulta essere il più suggestivo fra i 3 attualmente esistenti (anche M. Nero degli Zappini e M. Sartorius).

La vetta di Monte Zoccolaro, un vero e proprio balcone sulla Valle del Bove, riesce ad incarnare appieno tutti i tratti caratteriali dell'Etna, e a manifestarli in un colpo solo: rocce, deserti lavici, strapiombi, aquile, ginestra, senso dell'immenso. Un cocktail unico al mondo con la sorpresa finale rappresentata da una vista unica sulla Valle del Bove, la quale si presenta ‑ interamente ‑ nei suoi 8 chilometri di lunghezza per 5 di larghezza. Affacciarsi da Monte Zoccolaro, che si faccia con intento religioso o meno, riavvicina sicuramente all'immenso, a quello straordinario che è la natura e che sul vulcano più alto d'Europa, ha luoghi unici in cui ci si riappropria di sentimenti non più assaporabili nel tran tran quotidiano.

L'inizio del Sentiero Natura di Monte Zoccolaro, è dal piazzale Belvedere di Monte Pomiciaro che si raggiunge, da Zafferana, salendo per le provinciale Cassone‑Piano del Vescovo; e da Nicolosi, percorrendo la s.p. 92 direzione rifugio Sapienza, superando quest'ultimo e scendendo verso Cassone‑Piano del Vescovo.
In ogni comune ed in ogni strada del Parco, comunque, sono installate frecce che indicano l'inizio dei Sentieri Natura.
Presso la sede dell'Ente Parco (a Nicolosi), è inoltre possibile ritirare dei fascicoletti contenenti la descrizione dell'itinerario ed i vari punti d'osservazione. I Sentieri Natura, sono segnati lungo il percorso, per non smarrire il passo, da frecce segnavia, nonché da pilieri in pietra lavica ceramizzata, contenenti i vari punti d'osservazione, ad ognuno dei quali corrisponde un elemento interessante.
Lasciare il mezzo nel piazzale Belvedere di Monte Pomiciaro, dove finisce la strada asfaltata.

Prima di imboccare il Sentiero, si consiglia di dare un rapido sguardo al Belvedere del Monte, dal quale è visibile il Salto della Giumenta e la Val Calanna, segnata ormai solo dalla pietra nera, dopo che l'eruzione '91/ '93 la sommerse insieme ai suoi frutteti unici.
Dal piazzale Belvedere si segue la strada sterrata che condurrà (dopo circa 200 metri) all'inizio del Sentiero Natura.
Imboccando la stradella di destra, inizia la salita, ripidissima, verso la vetta di Monte Zocccolaro. Sulla destra si ammira ancora la Val Calanna, il Salto della Giumenta, Monte Calanna ed il corso dell'eruzione di 5 anni fa. Quell'evento magmatico, salì alla ribalta delle cronache per essere stato il primo in cui, l'uomo, riuscì a frenare il cammino del fronte lavico con un'operazione, perfettamente riuscita, denominata "tappo", eseguita dalla Protezione Civile, ed alla quale collaborarono i marines americani che misero a disposizione delle autorità italiane, uomini e mezzi.

In particolare un elicottero militare statunitense, "calò" in uno dei condotti principali di quell'eruzione, migliaia di metri cubi di cemento, causando una vera e propria "trombosi" all'interno di un'arteria di scorrimento lavico, cosicché il magma, che scorreva ingrottato sottoterra, non poté più riemergere fluido a bassa quota, interrompendo di fatto, l'alimentazione dei fronti lavici che minacciavano da vicino Zafferana.

Il corso di quell'eruzione è visibile ‑adesso ‑ sotto gli occhi di chi osserva.

Nel primo tratto, appena fuori il boschetto di pioppi, si può notare un meleto, (oggetto del primo punto d'osservazione); nella zona la fauna enumera la volpe, il riccio, la donnola ed il coniglio; fra i volatili è possibile imbattersi nel volo, e nel canto, di cinciallegre, fringuelli e fanelli; sugli arbusti nidificano merlo, pettirosso e capinera. La faticosa ascesa continua sotto l'ombrello dei castagni che precede l'insediamento dei faggi.
Il punto d'osservazione numero 2 è a pochi metri dal sentiero, ed è rappresentato da enormi faggi che, sull'Etna, costituiscono il cosiddetto orizzonte del faggio, ovvero il limite estremo (a sud) del suo areale.
Un altro gigantesco esemplare di faggio, immette sulla radura erbosa (punto d'osservazione numero 3), nella quale spiccano ginestre, rose canine e graminacee. A destra, nord, si nota Monte Calanna aggirato dalle lave, che si sono sovrapposte sulla colata del '51/'52, in parte visibile ed individuabile per la colorazione più chiara. Guardando verso sotto emergono numerose bancate laviche, e dicchi di oltre un metro di spessore.
Il cammino verso il quarto punto ‑ che offre una magnifica vista sulla Valle ‑ è faticosissimo e richiede una certa attenzione. Ma la fatica è sicuramente ricompensata dalla sconfinata veduta: sulla vetta si riconoscono 2 dei crateri sommitali; più a destra (verso nord) ci sono i Pizzi Deneri, quindi Serra delle Concazze e Monte Fontane; a fondo valle spicca Rocca Musarra.
Le lave, sotto il "balcone" dal quale ci si affaccia, sono dei due diversi tipi esistenti: tipo "aa", che in hawaiano significa "che fanno male ai piedi se ci si cammina sopra", proprio per il loro carattere aspro e tagliente; e tipo "pahoehoe" o a corda, che possono essere calpestate senza pericolo di ferirsi in quanto piane o cordate.
Ancora qualche minuto di fatica e la vetta di Monte Zoccolaro (quinto punto d'osservazione) è raggiunta, non senza lo "strattone" finale mozzafiato.

E, mozzafiato, è senz'altro la magnifica vista dalla cima, in cui si trovano ‑come detto in precedenza ‑ un altare ed una croce. L'intera Valle del Bove è sotto gli occhi del visitatore. Da sinistra (ovest): la Schiena dell'Asino; la vetta della Montagnola, i Crateri Sommitali, Serra delle Concazze, e verso oriente Monte Calanna.

Se le condizioni climatiche lo consentono, la vista può spaziare sino al mare ed ai centri della riviera jonica. Dalla cima di Monte Zoccolaro può essere scorto il volo di numerosi rapaci. I fortunati potrebbero imbattersi, addirittura, nel maestoso volteggio dell'aquila reale, tornata a nidificare sul vulcano dopo tanti decenni d'assenza, causata dalle attività di disturbo dell'uomo. Adesso la regina degli uccelli, grazie alla tutela ed alla salvaguardia introdotta dall'Ente Parco, ha ritrovato le condizioni per il ritorno sull'Etna, dove ha già fatto nascere i primi aquilotti. Il silenzio ed i "rumori" dell'alta montagna, sono la colonna sonora di uno degli spettacoli più belli a cui si può assistere.

Il ritorno, sebbene in discesa, non è certo agevole, in quanto ad ogni pietra può nascondersi un'insidia. Il consiglio è quello di prendersela comoda e continuare a gustarsi il panorama.