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C’era una stradella sopra Piano dell'Acqua, a Zafferana (Parco dell'Etna), che i villeggianti e gli abitanti del centro pedemontano, usavano per effettuare pellegrinaggi alla vetta di Monte Zoccolaro, dove, per devozione, i fedeli issarono una croce ed un altare. E proprio la conquista della vetta, (appena un chilometro) è idonea per un cammino penitenziale, per una sorta di calvario cristiano, tanto faticoso da rimettere ogni peccato. Su questa traccia, l'Ente Parco dell'Etna (da qualche anno), ha creato un Sentiero Natura che risulta essere il più suggestivo fra i 3 attualmente esistenti (anche M. Nero degli Zappini e M. Sartorius). La vetta di Monte Zoccolaro, un vero e proprio balcone sulla Valle del Bove, riesce ad incarnare appieno tutti i tratti caratteriali dell'Etna, e a manifestarli in un colpo solo: rocce, deserti lavici, strapiombi, aquile, ginestra, senso dell'immenso. Un cocktail unico al mondo con la sorpresa finale rappresentata da una vista unica sulla Valle del Bove, la quale si presenta ‑ interamente ‑ nei suoi 8 chilometri di lunghezza per 5 di larghezza. Affacciarsi da Monte Zoccolaro, che si faccia con intento religioso o meno, riavvicina sicuramente all'immenso, a quello straordinario che è la natura e che sul vulcano più alto d'Europa, ha luoghi unici in cui ci si riappropria di sentimenti non più assaporabili nel tran tran quotidiano.
L'inizio del Sentiero
Natura di Monte Zoccolaro, è dal piazzale Belvedere di Monte Pomiciaro che
si raggiunge, da Zafferana, salendo per le provinciale Cassone‑Piano del
Vescovo; e da Nicolosi, percorrendo la s.p. 92 direzione rifugio Sapienza,
superando quest'ultimo e scendendo verso Cassone‑Piano del Vescovo.
Prima di imboccare il
Sentiero, si consiglia di dare un rapido sguardo al Belvedere del Monte,
dal quale è visibile il Salto della Giumenta e la Val Calanna, segnata
ormai solo dalla pietra nera, dopo che l'eruzione '91/ '93 la sommerse
insieme ai suoi frutteti unici. In particolare un elicottero militare statunitense, "calò" in uno dei condotti principali di quell'eruzione, migliaia di metri cubi di cemento, causando una vera e propria "trombosi" all'interno di un'arteria di scorrimento lavico, cosicché il magma, che scorreva ingrottato sottoterra, non poté più riemergere fluido a bassa quota, interrompendo di fatto, l'alimentazione dei fronti lavici che minacciavano da vicino Zafferana. Il corso di quell'eruzione è visibile ‑adesso ‑ sotto gli occhi di chi osserva.
Nel primo tratto, appena
fuori il boschetto di pioppi, si può notare un meleto, (oggetto del primo
punto d'osservazione); nella zona la fauna enumera la volpe, il riccio, la
donnola ed il coniglio; fra i volatili è possibile imbattersi nel volo, e
nel canto, di cinciallegre, fringuelli e fanelli; sugli arbusti nidificano
merlo, pettirosso e capinera. La faticosa ascesa
continua sotto l'ombrello dei castagni che precede l'insediamento dei
faggi. E, mozzafiato, è senz'altro la magnifica vista dalla cima, in cui si trovano ‑come detto in precedenza ‑ un altare ed una croce. L'intera Valle del Bove è sotto gli occhi del visitatore. Da sinistra (ovest): la Schiena dell'Asino; la vetta della Montagnola, i Crateri Sommitali, Serra delle Concazze, e verso oriente Monte Calanna. Se le condizioni climatiche lo consentono, la vista può spaziare sino al mare ed ai centri della riviera jonica. Dalla cima di Monte Zoccolaro può essere scorto il volo di numerosi rapaci. I fortunati potrebbero imbattersi, addirittura, nel maestoso volteggio dell'aquila reale, tornata a nidificare sul vulcano dopo tanti decenni d'assenza, causata dalle attività di disturbo dell'uomo. Adesso la regina degli uccelli, grazie alla tutela ed alla salvaguardia introdotta dall'Ente Parco, ha ritrovato le condizioni per il ritorno sull'Etna, dove ha già fatto nascere i primi aquilotti. Il silenzio ed i "rumori" dell'alta montagna, sono la colonna sonora di uno degli spettacoli più belli a cui si può assistere. Il ritorno, sebbene in discesa, non è certo agevole, in quanto ad ogni pietra può nascondersi un'insidia. Il consiglio è quello di prendersela comoda e continuare a gustarsi il panorama. |