Tesori da scoprire Le chiese dimenticate dell'antica Mompileri di Fabio Cardile
Se vi capita di passare dalla Sicilia, alle falde dell'Etna,
incontrerete un Paese chiamato Mascalucia. Vale la pena soffermarsi
un paio d'ore per scoprire autentici tesori d'arte ...... tra un cannolo
di ricotta ed una pasta di mandorla.
In "Via Mompilieri" all'altezza del civico 75, sul lato opposto
al Santuario, imbocchiamo "Via dei Mughetti". In fondo, dopo
una ripida discesa, la strada restringe e siamo costretti a parcheggiare
l'automobile per continuare a piedi. Costeggiamo a destra "Via
delle Marche" fino al confine con Belpasso e, a malapena, notiamo
un piccolo viottolo nascosto dai rovi, lo percorriamo e dopo mille peripezie
giungiamo davanti ad un rudere, in pietrame lavico, senza tetto. Un
rudere sacro di un'importanza straordinaria che nelle mappe catastali
(dove le chiese vengono contrassegnate con le lettere in base alla rilevanza)
è segnato con la lettera "a" mentre la Chiesa Madre
di Mascalucia con la "F" e la Chiesa di S. Vito con la "D".
Si tratta, infatti, della Chiesa di Maria SS. della Misericordia, risalente
almeno al 1500, meta di molti devoti che veneravano con singolare culto
la beatissima Vergine dell'Aiuto, volgarmente del Soccorso. nell'assenza dell'Abate, gli abitanti si professarono soggetti all'Arcivescovo di Messina il quale corrispose, comprendendoli nei confini della sua diocesi, finché ritornò l'Abate Marcello Mascella. Oggi è in totale abbandono. Il prospetto principale non è più esistente, rimangono solo i muri perimetrali del lato più lungo della navata e il muro di fondo con tracce di pitture che, a sfida del tempo e dell'uomo, sono ancora leggibili: l'affresco della Pietà in cui vi è raffigurata la Vergine Santissima in atto supplichevole che chiede pietà al Padre Eterno per i poveri peccatori e l'affresco raffigurante la deposizione di Cristo dalla SS. Croce. Il bellissimo portale in pietra lavica fu tolto, negli anni '50 dal sacerdote Filippo Consoli per evitare che venisse rubato, e trasferito all'ingresso della "grotta del ritrovamento" del Santuario di Mompileri. Sotto il pavimento, da ricerche effettuate dal sacerdote Giuseppe Padalino, fino a poco tempo fa era visibile l'accesso per la sepoltura e la tumulazione delle salme. Dipendevano dalla Chiesa della Misericordia altre due chiese, che si trovavano a breve distanza da questa e, che facevano parte del patrimonio ecclesiastico delle 8 chiese dell'antico Mompileri: la chiesa di San Marco e la chiesa della Madonna Bambina. La chiesa sacra all'Evangelista San Marco era a tre navate, fino al 1928 era possibile vederne le fondamenta, oggi non ne rimane alcun vestigio. La chiesa della Bambina è ancora esistente e funzionante. Un tempo le tre chiese erano collegate da un'unica strada che facilitava il percorso dei pellegrini, oggi quella strada è impraticabile dalle automobili perché troppo stretta e sterrata, pertanto bisogna utilizzare un percorso alternativo. Prendiamo la macchina, torniamo sulla "Via Mompilieri" in direzione Mascalucia fino al bivio di "Via Soccorso" che incontriamo sulla destra, percorriamo detta "Via Soccorso" fino al civico 60, dove parcheggiamo nuovamente l'auto per proseguire a piedi. A questo punto abbiamo due possibilità, possiamo prendere per "Via Madonna Bambina" che è una stradina in terra battuta affiancata da alti muri in pietra lavica o per "Via Abruzzo" che è una strada asfaltata. Dopo pochi minuti giungiamo davanti a una struttura in pietra lavica, alquanto rurale, che assomiglia più ad una casa che ad una chiesa. Ha una porta centrale di dimensioni normali, sulle pareti laterali delle piccole finestre poste in alto e sul prospetto principale una rudimentale torre campanaria. L'interno è una piccola aula longitudinale. Il pavimento è in cotto. Sull'altare che guarda a tramontana si può ammirare una soave pittura della nascita della Vergine Benedetta. Su una parete vi è un bellissimo affresco che raffigura Maria Santissima Liberatrice dal fuoco materiale (la lava) e dal fuoco spirituale: la Madonna porta una corona dorata sul capo, si trova su una nuvola che sovrasta un paese in fiamme, tiene col braccio sinistro il piccolo Gesù e con la destra aiuta a salvarsi dalle fiamme
un bambino che si aggrappa ad un nastro da Lei teso in suo aiuto. Narra
la tradizione che a pochi giorni dal terribile terremoto del 1693, che
devastò Catania, la predetta Immagine emise un abbondante sudore,
e sgorgarono lacrime dagli occhi della Beata Vergine, annunciatori dell'inaudito
cataclisma. A solenne ricordo del prodigioso avvenimento si legge: "In
sudore vultus mei, hanc patriam liberavi, ab ingenti terremotu anni
1693". La chiesa fu eretta tra il XVI e il XVII secolo, risparmiata
dalla lava del 1669 che distrusse tutte le case che l'attorniavano e
che comportò il conseguente abbandono da parte degli abitanti.
Vari terremoti ne hanno danneggiato la struttura. Agli inizi del '900
furono fatti dei contrafforti per evitare il crollo della parete. Fu
sostituita la porta di ingresso con una più modesta. Per molto
tempo è stata abbandonata alle intemperie e all'incuria degli
uomini. Oggi grazie agli abitanti della zona che la hanno adottata e
al sacerdote Salvatore Incognito che vi celebra la santa messa l'otto settembre, giorno della natività di Maria Santissima, e che ne
ha sistemato un po' la struttura, è ritornata ad essere la meta
di tanti pellegrini che a volte vi si recano a piedi nudi per ottenere
grazie. Quando la chiesa era abbandonata a se stessa, coperta di rovi
e spine, tante mamme portavano ugualmente le loro figlie appena nate
per offrirle alla protezione della Madonna. |