La necessità di conoscere e mantenere gli ecosistemi deve far parte integrante di tutti i modelli pedagogici a partire dalla prima infanzia. La scuola dovrebbe avere un ruolo fondamentale...

L'ecologia, intesa come studio del sistema ambientale e dei suoi rapporti, negli ultimi anni ha assunto un ruolo sempre più importante. Tuttavia la cultura scientifica che 1 ha accompagnata, troppo settorializzata e poco comprensibile ai più, ha spesso parlato di ecologia in termini astratti come sistema da opporre all'inquinamento, come lotta alla cementificazione. Sono stati scritti trattati, si sono fatti dibattiti tutto con il solo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica al grave problema del degrado ambientale.

Ma per formare una vera e propria coscienza ecologica è necessario che l'opera di avvicinamento alla Natura cominci sin dalla più tenera età; per sviluppare tale coscienza occorre introdurre nello spazio mentale del bambino sapori, odori, visioni ed esperienze in cui alberi, animali, acqua e sole siano delle realtà tangibili e non immagini televisive o stampate.

Contemporaneamente si devono dare al bambino gli strumenti per capire la realtà che lo circonda ed è in quest'opera di apprendimento e comprensione che la scuola deve essere vista come luogo di riflessione critica sulle esperienze e sui messaggi provenienti dall'estemo. Infatti ad essa è affidato il compito di istruire i più giovani al rispetto per la natura, rispetto che si acquisisce studiandola dal vivo cioè a stretto contatto con essa; è quindi necessario che l'apprendimento teorico si trasformi in conoscenza profonda attraverso uno studio sul "campo".

L'insegnate, quindi, giocherebbe un ruolo fondamentale, egli sarebbe ricercatore che, insieme agli studenti, in rapporto con un determinato ambiente e in relazione a diverse modalità di avvicinamento al reale, costruirebbe modelli di interpretazione di quelle realtà. Tuttavia in questa sua opera l'insegnante non può e non deve essere solo, egli ha bisogno di esperti naturalisti che permettano un approccio dídattico-culturale al l'ambiente naturale: per questo sono necessarie le visite di istruzione presso le aziende agrituristiche.

Vivendo le realtà ambientali del bosco, del fiume,del vigneto e dell'uliveto i giovani possono rendersi conto di come l'ambiente naturale sia una meravigliosa macchina senza la quale l'uomo non potrebbe vivere. Le visite guidate da esperti naturalisti permettono di comprendere i complessi meccanismi naturali per cui si producono determinati effetti. I ragazzi, per esempio, capirebbero l'importanza della presenza di una determinata flora e fauna in una certa zona, comincerebbero a chiedersi il "come" e il "perchè" delle cose.

La visione antropocentrica del rapporto Uomo-Natura si trasformerebbe, quindi, in una visione biocentrica dove l'uomo è un componente della natura. L'interesse scaturirebbe dal gioco e non da un apprendimento statico e mnemonico e tutto ciò avverrebbe attraverso un approccio sistematico reso operativo, ad esempio, con "giochi di percezione".

Per giochi di percezione si intende l'uso delle attività sensoriali per comprendere gli elementi naturali. Vale a dire stimolare i sensi attraverso il gioco, per capire le realtà della natura e per decodificare i messaggi in essa contenuti.

I giochi di percezione si compongono di: Monitoraggio del bosco: riconoscimento dei vari tipi di piante e delle condizioni vegetative del bosco. Monitoraggio degli animali: rilevamento di tracce ed impronte. Influenza dell'uomo sull'ambiente: presenza di capanni, sentieri, tralicci ecc....

Lezioni di orientamento: Tutte le attività devono essere concordate con i docenti interessati in modo da fornire gli strumenti adatti per la conoscenza didattica. Emerge chiaramente che fra ambiente rurale e scuola si dovrebbe creare uno stretto rapporto che recuperi i giovani ad una coscienza ambientale da trasfondere in una vera e propria educazione al rispetto e alla tutela della Natura.