Il maestro Barbaro
Messina, oltre ad essere un artigiano impegnato in prima linea nel veicolare
l'immagine più bella e poetica della sua Paternò e della
Sicilia, è pure un artista di pregio. Dalla sua "officina"
è nata la sintesi creativa delle due materie che contraddistinguono
il suolo siciliano: argilla e lava, che lui ha coniugato e fuso nel "basalto ceramico".
Ideatore del "Piatto di Natale", e promotore della Scuola "Le
Nid", ha partecipato a molte esposizione e le sue opere si trovano
un po’ in tutto il mondo, compresi musei e gallerie d’arte.
Lavora a Paternò. Lo abbiamo incontrato nella sua officina tra
mille oggetti che percorrono mille forme e mille suggestioni e fra una
pennellata e un ritocco ai suoi lavori siamo voluti entrare nel suo mondo
e nella sua creatività. Domanda: Molti e gravi problemi affliggono
la categoria artigianale. Quali sono secondo Lei quelli di primaria importanza
attorno a cui occorre lavorare per risolverli? Risposta : Il fisco innanzitutto!
Esso è lo spettro che non ci lascia sonni tranquilli! Ma poi c'è
un altro elemento da non sottovalutare: l'abusivismo di categoria. Molti
artigiani lavorano senza essere iscritti all'albo artigiano, evitando
così imposte, tasse e balzelli di cui, chi è invece in regola,
deve rendere conto. Il 70% circa esercita senza "licenza", per
cui tutto il peso fiscale grava sul rimanente 30% di operatori seri. A
questo punto occorre dire che se i "furbi" sanno fare bene il
loro mestiere, i controlli statali sono come sempre latitanti. Ciò
significa ancora che il 60 % circa del fatturato di un artigiano in regola
sfuma sulle ali delle imposte. D)- Volendo considerare gli impapocchiamenti
leghisti veritieri, ritiene Lei gli artigiani del Nord più protetti
e meglio assistiti? R)- Non voglio fare il solito discorso dell' assistenzialismo!
Gli artigiani del Nord sono certamente più favoriti perchè
sono al centro d'Europa e quindi dispongono di contatti e mezzi più
rapidi. Inoltre i costi di produzione incidono meno per loro in ragione
circa del 15%, perchè spendono meno, sia per rifornirsi della materia
prima e sia per spedire il prodotto finito. Spedire un prodotto "posto
laboratorio" in Germania costa certamente di più a un catanese
che a un friulano. Occorrerebbe allora che gli Enti pubblici intervenissero
per colmare almeno questo dislivello, agevolandoci nel trasporto. Saremmo
più competitivi se la spese di spedizione fossero agevolati per
tutti fino a "posto dogana". D)- Quali settori artigianali possono
avere maggiori possibilità di sviluppo e quindi di successo economico
per il futuro, sia sul livello comunitario e sia su quello nazionale e
locale? R)- I settori più all'avanguardia, e nello stesso tempo
più a rischio, sono quelli legati ala commercializzazione e alla
produzione. Le imprese di servizio hanno un futuro ovunque. Dico questo
sempre rifacendomi al problema dei trasporti. La più avviata e
florida impresa artigiana di produzione deve fare i conti con l'acquisto
"fuori" della materia prima e con la spedizione "fuori"
del prodotto. Il 20 % di utile si perde in queste semplici operazioni;
utile che non può essere reinvestito nell'azienda. D)- In che modo,
secondo Lei, possono avere un ruolo e un peso di rilievo gli artigiani
sul piano delle grandi scelte politiche ed economiche?. R) - In un solo
modo! Unificando tutte le sigle sindacali in una! L'impresa artigiana è
legata all'intesa di categoria,
per cui, se essa non si intende sulle grandi questioni in maniera univoca,
non avrà mai una forza contrattuale adeguata a interloquire con la
controparte. Inoltre penso che non ci sia, allo stato attuale, una classe
dirigente sindacale capace di contrapporsi al governo; e non bastano gli
scioperi. Le aziende soffrono sempre più spesso di solitudine. |