Oh! Valentino vestito di nuovo, come le brocche del Biancospino!" . Chi non conosce questa poesia di Giovanni Pascoli, chi non associa l'immagine del biancospino a quello della primavera, della freschezza? In effetti il biancospino (nome botanico Crataegus monogyna) è una pianta presente in tutta Europa e ricca di qualità   beneficile notevoli, come se la primavera l'avesse davvero dotata di poteri straordinarii. Le proprietà del biancospino si concentrano nelle sommità fiorite; fiori e foglie  aiutano a regolare e rallentare le pulsazioni e possono avere un effetto distensivo su chi è iperteso. Dagli albori dell'umanità, gli insonni, gli ipertesi, chi soffre di palpitazioni, sa che i fiori del biancospino (che può diventare un vero e proprio albero) alleviano questi disturbi, inoltre essi, come anche i frutti, la corteccia e i rami, sono usati come lenitivi delle gengive infiammate e delle mucose della bocca. I frutti (falsi frutti, una polpa di colore rosso bruno, mentre il vero frutto è il nocciolo) contengono elementi contro la diarrea e la ritenzione urinaria. I corimbi, cioè il raggruppamento dei fiorellini alla sommità della pianta, si raccolgono in marzo e aprile, quando sono ancora in boccio; i frutti si raccolgono invece in settembre e ottobre mentre la corteccia in novembre o febbraio. Il biancospino, quasi a confermare le sue qualità beneficile, è simbolo d'amore, come testimonia una leggenda molto popolare in Germania, intitolata "Il bel biancospi­no", che racconta di un uomo che si riscatta dei torti fatti subire alla sua bella innamorata regalandole una pianticella di biancospino "simbolo del mio cuore che batte per te". Mai come in questo caso, quindi, fiabe e leggende trovano riscontro nei poteri rasserenanti e rilassanti di questa pianta che, sia presso gli antichi romani che presso i popoli cristiani, era considerata come il rimedio di tutti i mali.