Dopo anni di studio, riflessioni, che lo hanno portato per un lungo viaggio alla ricerca del suo passato, della storia della sua terra, arriva oggi il suo primo lavoro: “Hybla”. E’ il suo esordio discografico, è il suo primo impatto con il grande pubblico, è il lavoro di anni che si concretizza;  rappresenta la tenacia e la perseveranza di chi, innamorato della musica e della sua terra natia, cerca di diffondere un sentimento popolare fatto di suoni soavi e soffici, che nel loro concatenarsi armonicamente accarezzano leggermente la nostra anima, traghettandola per terreni inesplorati, in un tempo ormai che fu. Una musica semplice, ma ricca di tanti accorgimenti che rievocano il nostro passato, le nostre origini. Come per incanto nell’ascoltare l’opera, tutto ciò che ci circonda si ferma; per un attimo si ha la sensazione di ripercorrere la vita, la vita di tanta gente, tante tradizioni, la storia di un popolo, la storia di una terra, quella dei monti Iblei, teatro per tanto tempo di conquista e colonizzazione da parte di popoli stranieri. La musica etnica di Carmelo Salemi si sposa bene con quella del Mare Nostrum, e come un arabesco dalle volute plastiche e riposanti, si intreccia con le soluzioni armoniche e ritmiche della musica contemporanea. Hybla terra, città e divinità irraggiungibile per il suo splendore, diviene oggi un lavoro musicale frutto del legame biunivoco fra il territorio e Carmelo Salemi, artista che offre un tributo alla sua terra, ai suoi paesaggi, alle tradizioni della vita contadina e alla sua cultura. Nell’incanto di questi suoni, si ode l’amore per la vita, l’amore per la vita semplice, la passione per tutto ciò che è serenità, è libertà, libertà di evadere dal nostro tempo, libertà di volare nel ricordo e nell’immaginazione del nostro passato. E’ il mistero che ritorna, è l’interesse verso la nostra storia che rinasce, è la voglia di non dimenticare, è la voglia di riaffermare la nostra identità, è la voglia di far riemergere e rivivere quei giorni ormai passati, lontani ormai, troppo, dalle abitudini di questo tempo. Ma è grazie ad artisti come lui, come Carmelo Salemi, che, quanto  a molti  sconosciuto, quanto rischia di scomparire sotto il velo soffice e leggero di una globalizzazione che per certi versi copre queste piccole ma quanto mai profonde tradizioni, viene conservato, custodito, e tramandato nei giorni... viene tenuto in vita...

 

Simone Isabella

  

Cosa ti ha spinto alla realizzazione di questo lavoro?

 

Sicuramente questo folle amore che sento per la musica; per me è come una missione mista ad una voglia sfrenata di osare, di mettere da parte certi canoni, per la produzione di un disco. Ho sempre sognato di produrre qualcosa di originale, di fresco, cercando di dare il massimo con poco… Il mio sogno era quello di scrivere qualcosa di rarefatto utilizzando strumenti poveri: dare l’illusione dell’intreccio armonico con uno strumento monodico.

  

Nel tuo lavoro hai scelto questi suoni particolari, hai scelto strumenti particolarissimi, hai scelto di privilegiare il suono del “friscalettu“, ma cosa rappresenta, allora, per te Hybla?

 

Un omaggio al friscalettu, a questo strumento popolare che mi accompagna fin da bambino per esplorare, con semplicità un mondo musicale interiore, fatto di suoni autentici. Costringere l’aria dentro un tubo di canna di appena venti centimetri per ottenere effetti timbrici unici: è questa la peculiarità del progetto musicale Hybla.

 

Come incide il rapporto con la tua terra, nella tua musica?

 

La natura ha un ruolo importante nel mio lavoro, poiché spesso mi condiziona nella scelta della canna per costruire lo strumento: più grossa è la canna, più sono distanti i nodi l’uno dall’altro, meno saranno i suoni resi dallo strumento che costruirò. Quindi è la natura ed i suoi suoni, che diventano musica. E questa particolarità potrebbe essere una delle molteplici chiavi di lettura di Hybla, il cui scopo di fondo è – e rimane – quello di nobilitare il “ friscalettu “, strumento di grande espressività fino ad oggi rimasto troppo chiuso entro i limiti della tradizione bucolica.

   

Nel tuo lavoro hai dedicato un brano al fiume Anapo, e alla sua cava, Valle dell’Anapo, che millenni fa fu la dimora di tanti popoli…che rapporto hai con la natura incontaminata di questi luoghi?

 

Penso proprio di farne completamente parte: la natura si mescola con la mia creatività musicale. In questo disco c’è la forza, la magia e la bellezza di questi paesaggi, dove il tempo non esiste, dove il silenzio diventa musica, dove ogni rumore diventa ritmo. Ho sempre sostenuto che in un mondo dove tutto è virtuale, tecnologico, meccanico, bisognerebbe attingere dal passato, ritornare alle proprie origini per capire chi siamo veramente. Il mio è un sentimento forte per queste cave di pietra bianca e per questi paesaggi incontaminati. Fin da bambino sono stato a contatto con la natura… la mia è una famiglia di contadini che inevitabilmente mi ha trasmesso certi valori, un modo di vivere semplice, che nel tempo hanno creato in me quell’amore verso questi luoghi che cerco con il mio lavoro di far emergere e rivivere continuamente.

 

"Serenamente contemplava la corrente del fiume; mai un’acqua gli era tanto piaciuta come questa, mai aveva sentito così forti e così belli la voce e il significato dell’acqua che passa. Gli pareva che il fiume avesse qualcosa di speciale da dirgli, qualcosa ch’egli non sapeva ancora, qualcosa che aspettava proprio lui”

Hermann Hesse

 

Cosa ti aspetti da questo lavoro

 

Sicuramente non saprei cosa aspettarmi…il mio unico desiderio è quello di poter esportare fuori la mia musica e che questo disco possa essere un punto di partenza...ho tanta voglia di creare e ricreare…spero solo di poter avere ancora la possibilità di esprimermi, di emozionarmi e magari di emozionare.

 

 

Breve biografia di Carmelo Salemi

 

Nasce a Lentini (Siracusa) il 17 aprile 1971, e vive da sempre a Sortino, una cittadina sui monti Iblei, immersa nello splendore di una suggestiva “Valle dell’Anapo” e nella storia e nel passato dell’ incantevole “Necropoli di Pantalica”. Studia clarinetto presso il Liceo Musicale “Vincenzo Bellini“ di Catania, diplomandosi brillantemente nel 1992. Dalla più tenera età ha fatto parte di diversi corpi bandistici e gruppi folk. Nel 1993 partecipa al 2° Concorso Nazionale “Città di Modica“ conseguendo il 1° premio categoria “solisti”. Fra le collaborazioni più importanti Carmelo Salemi ha lavorato con Carlo Muratori, Kaballà, Dounia, Nakaira, Cecilia Petino. Ha partecipato al laboratorio “I viaggi di Gulliver” sotto la direzione artistica di Angelo Branduardi. Ha composto musiche di scena per “Liolà” commedia in tre atti di L.Pirandello, con la supervisione di Turi Giordano. Attualmente si occupa delle tradizioni Etniche del Sud Italia, componendo brani musicali con influssi arcaici.

 

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