SICILIA DA SCOPRIRE

Calatabiano

  a cura di Carmelinda Paternò


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Suggestioni di una fortezza

Un itinerario per le vie di Calatabiano


 
Suggestioni di una fortezza

Il castello di Calatabiano, dalle antiche origini arabe, immerso tra ficodindia e grandi alberi d'ulivo, riesce a rievocare antiche suggestioni, sospeso in un silenzio irreale e senza tempo. 

Castello
Maestoso a dominare la vallata su cui giace l'attuale centro urbano di Calatabiano, si erge il castello, circondato dai resti delle possenti mura di cinta e dell'antico borgo. Vi si accede attraverso una stradina che, nei giorni della festa per il santo protettore di Calatabiano, viene percorsa dai fedeli con il feretro di San Filippo, collocato nella chiesetta del S.S. Crocifisso, appena più a valle dell'antica costruzione.

Nel silenzio della campagna, tra i ficodindia e gli ulivi, pur devastata dai terremoti e dal tempo, la vecchia fortezza riesce ancora a rievocare suggestioni perdute ed immagini d'altri tempi, dei fasti di corte e dei cruenti assedi. La fortezza sembra avere un'origine araba come dimostrerebbe il suo vecchio nome Kaalat-bian (castello di Bian, probabilmente suo amministratore e signore). Inoltre, nella sua parte più alta, sono ancora evidenti le tracce del genio architettonico normanno e, più in basso, le migliorie difensive di origine sveva e aragonese. Sulle mura di difesa che cingevano il borgo e il maniero propriamente detto, è evidente la merlatura, mentre di grande interesse è, dinnanzi all'ingresso principale, l'elegante arco quattrocentesco che consentiva l'accesso alla sala grande e su cui sono visibili le insegne dei Cruyllas e degli Alagona, antichi signori del luogo. Prima del disastroso terremoto del 1693 la vita di Calatabiano si svolgeva tutta all'interno della cinta muraria a ponente della quale si apriva la porta d'ingresso che veniva repentinamente chiusa di notte e nei momenti di maggiore pericolo. All'interno di ciò che resta delle mura di cinta sono ancora in parte evidenti i ruderi delle antiche case coloniche che costituivano il borgo, collegate tra loro da strettissimi viottoli. Nel maniero si trovavano invece, oltre alle ampie sale e ad una vasta teoria di scale che servivano per collegare diversi piani, le cisterne per l'acqua ad uso dei signori e della servitù. Un tempo vi erano anche i sotterranei adibiti a prigione.

Castello
Nei pressi del maniero, poco più a valle, edificata nel 1484 da Giovanni Cruyllas, sorge la chiesa del S.S. Crocifisso nello stile gotico tipico dell'epoca. Sulla porta dell'ingresso principale è ancora visibile, sull'elegante fregio sovrastante l'ogiva, lo stemma dei Cruyllas, con le caratteristiche nove crocette d'oro in campo azzurro ed alcune scritte di difficile interpretazione che riportano probabilmente la data di costruzione dell'edificio e il nome dell'arcivescovo Eusebio promotore dell'opera. L'edificio ha un'altra porta d'accesso rivolta a levante oltre a quella appena descritta che guarda invece a ponente. Alla stessa epoca risale il campanile, nella cui struttura creano discontinuità numerose feritoie. La chiesa è oggi dedicata a San Filippo Siriaco, protettore del paese.

Ancora più a valle si possono individuare i ruderi della chiesa del Carmelo, collocati anch'essi, come l'edificio religioso precedente, all'interno dell'antica cinta muraria della fortezza.

Una visita al castello di Calatabiano può essere lo spunto per godere di meravigliosi silenzi e di un'imperdibile panorama della montagna Etna che dalle sue bocche di fuoco sputò in passato la materia prima, poi sapientemente lavorata dalle mani degli artigiani di un tempo, che ne consentì la costruzione. Ad est, a perdita d'occhio, la costa ionica con in bell'evidenza i fasti taorminesi e lo Ionio dalle acque limpide e pescose.

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Un itinerario per le vie di Calatabiano

Non è soltanto il castello a costituire motivo di una visita a Calatabiano, ma anche il centro cittadino merita più che una fugace attenzione per un soggiorno piacevole alla scoperta anche di succulente specialità gastronomiche.

Giungere a Calatabiano è molto semplice: vi si può arrivare in auto, imboccando l'autostrada Messina-Catania e uscendo al casello Taormina sud-Giardini Naxos, o in treno, usufruendo della tratta ferroviaria Messina-Siracusa, lungo la quale si incontrano le stazioni di Taormina e Calatabiano.

Scorcio Castello San Marco
L' attuale centro di Calatabiano fu edificato da Ignazio Sebastiano Gravina, signore del luogo e principe di Palagonia, in seguito al terremoto del 1693, allorché gli abitanti della fortezza decisero di trasferirsi più a valle in un luogo più sicuro.

Il paese assurse al rango di comune nel 1813 allorchè il Parlamento siciliano, appena successo al Parlamento feudale, cancellò i diritti feudali abolendo definitivamente il vassallaggio.

Particolari suggestioni rievoca ancora il quartiere di Gesù e Maria, la parte più antica ed alta della cittadina, presso cui si erge la chiesa omonima la cui data di costruzione sembra risalire al 1695 ma che presenta, nella sua struttura, motivi tardo-cinquecenteschi. Val la pena perdersi nel dedalo di viuzze e nei suoi angoli più caratteristici che mantengono ancora intatto un fascino antico. Poi, ci si può fermare ad ammirare la sobrietà del prospetto della chiesa Madre, costruita intorno al 1740 e recante al proprio interno un notevole Crocifisso ligneo risalente al 1502, opera di Giovanni Salvo D'Antonio, discepolo della scuola di Antonello da Messina. Sempre nel centro cittadino sono ancora visibili due eleganti portali di altrettanti palazzi appartenuti ai Gravina e collocati, uno sul prospetto di un edificio scolastico, e l'altro su quello di un edificio posto alle spalle della chiesa Madre.

Chiesa di Gesù e Maria
Non lontano dal paese (vi si arriva percorrendo la statale 114 ed imboccando poi una stradina in prossimità della spiaggia) una visita merita senz'altro il Castello di San Marco che fu residenza estiva dei Gravina. L'edificio è in stile barocco con qualche concessione estetica in più rispetto a quello più a monte, nel quale invece si privilegiava l'aspetto difensivo. Si presenta con pianta quadrangolare ai cui vertici, simmetricamente si elevano quattro torri circolari. Tutt'intorno si possono osservare una serie di caseggiati rurali tra cui è possibile scorgere i resti di un'antica chiesetta. Calatabiano non si limita ad offrire bellezze proprie ma risulta essere anche un punto di partenza ideale per chi vuol avventurarsi nelle belle acque dello Jonio o per chi vuol raggiungere per un'escursione i boschi dell'Etna e il fiume Alcantara. La sua posizione è poi privilegiata anche per la sua vicinanza ad altri centri di interesse storico-artistico e turistico come Taormina, Giardini Naxos, o Acireale.

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