STORIA E TRADIZIONI
 Il Carnevale
 a cura di Fabio Cardile


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Il Carnevale: Origine ed evoluzione

Il Carnevale: le Maschere

Il Carnevale: Oggi

Il Carnevale in Sicilia


Il Carnevale: Origine ed evoluzione

L’etimologia della parola Carnevale è tuttora molto discussa: potrebbe derivare da “Carnem Levare” (tradizione medievale di consumare un banchetto di "addio alla carne" la sera precedente il mercoledì delle Ceneri, saziandosi fino alla nausea prima dei digiuni quaresimali) o da “Carnalia” (feste romane in onore di Saturno), o da “Carna-aval” (un invito a non mangiare carne) o ancora c'è chi la farebbe risalire al “Carrus Navalis” (carri a forma di nave usati a Roma nelle processioni di purificazione). La festa di Carnevale ha un’origine molto lontana, risale al periodo greco-romano, è strettamente legata alle cerimonie religiose pagane, in cui si faceva uso delle maschere per allontanare gli spiriti maligni. Le maschere sono state utilizzate dall’uomo fin dal Paleolitico dagli stregoni per riti magici e propiziatori, e ancora oggi alcune tribù dell’Africa e dell’Oceania le utilizzano per lo stesso scopo. Le origini del nostro Carnevale vanno cercate nell’antica Roma dove si svolgevano diverse feste in onore degli dei, lungo le strade della città e che prevedevano l’uso di maschere. Vi erano i Baccanali (in onore di Bacco) tra fiumi di vino e manifestazioni danzanti; la festa di Cerere e Prosperina che si svolgeva di notte e che univa nei festeggiamenti giovani e vecchi, nobili e plebei; i Saturnali (in onore di Saturno per propiziare un raccolto copioso) dove vi era uno scambio di ruoli tra schiavi e padroni (si annullavano le barriere servili e sociali) e dove il “re della festa” eletto dal popolo organizzava giochi nelle piazze; la Opalia (in onore di Opa moglie di Saturno); la Sigillaria (in onore di Giano e Strenia); i Lupercali, feste della fecondità, in ricordo della lupa che allattò Romolo e Remo. Con il Cristianesimo questi riti persero il carattere magico-rituale e rimasero semplicemente come forme di divertimento popolare. Nel quattrocento sia il moralizzatore cristiano Savonarola, sia la Controriforma, sia le Chiese cercarono di sopprimere i festeggiamenti giudicati troppo “pagani”, ma il Carnevale ha continuato a dar vita a nuove forme celebrative: lotte rituali tra rioni e quartieri di una stessa città o di città diverse, combattimenti tra classi diverse di cittadini o circoscrizioni (da cui l’uso oggi di manganelli o martelletti in plastica). Nel Medioevo si diffuse in tutta l’Europa l’uso di fare grandi e festosi cortei mascherati, che percorrevano le vie della città. L’uso del travestimento permetteva lo scambio dei ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, l’esaltare i vizi e le debolezze umane. Verso la fine del XVI secolo, in Italia si diffuse la "Commedia dell'arte", che utilizzava le maschere italiane, cioè personaggi che ricomparivano in ogni commedia con lo stesso nome, lo stesso costume, lo stesso trucco o maschera, lo stesso linguaggio e soprattutto lo stesso carattere. Questi personaggi, come Arlecchino, Pantalone, Colombina, il Dottor Balanzone, Pulcinella divennero famosi in tutta Europa. Il declino del teatro delle maschere iniziò nel XVIII secolo, quando autori come Carlo Goldoni abolirono le loro avventure grottesche e ridimensionarono il loro ruolo, riducendole a figure di contorno. Scomparse col tempo dalle scene dei teatri, le maschere sono sopravvissute soltanto nelle feste e nelle mascherate di Carnevale. Ogni anno fanno la comparsa molte maschere nuove e fantasiose accanto alle loro antenate e tutte insieme hanno, come tanto tempo fa, lo stesso scopo: garantire allegria.
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Il Carnevale: le Maschere

Arlecchino: servo balordo e opportunista, è bergamasco. Apparve inizialmente come una creatura infernale, ma nel 600 divenne un personaggio da commedia che recitò le parti di servo sbadato e sguaiato. Il suo costume cucito con pezze è un simbolo perché arlecchino ne fa davvero"di tutti i colori".
Pulcinella: intelligente e ridicolo..abile e inetto, è una maschera napoletana. Il suo costume bianco con maschera nera. Il suo nome deriva dal fatto che diceva di essere stato covato da una chioccia come il pulcino.
Balanzone: è la maschera tipica di Bologna, dottore saccente e ciarliero. E' un personaggio burbero e brontolone che fa credere di essere un gran sapiente, ma molto spesso truffa la gente. La storia dice che è un avvocato ed un professore che ha studiato all'Università di Bologna. La sua maschera è una presa in giro per tutti coloro che si vantano del loro sapere appena si presenta l'occasione.
Pantalone: è un vecchio mercante veneziano avaro e brontolone. Crede solo nel denaro e nel commercio. Autoritario e bizzarro è però facilmente raggirato dalla moglie e dalle figlie.
Brighella: è una maschera di Bergamo. E' un giovane servo furbo e attaccabrighe (da cui deriva il suo nome).
Colombina: servetta furba, vivace, graziosa, bugiarda. Parla veneziano. È l'unica maschera femminile
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Il Carnevale: Oggi

È un periodo magico di baldoria, durante il quale ci si dimentica dei problemi quotidiani. È un intervallo che nel calendario liturgico - cristiano si colloca tra l'Epifania e la Quaresima (si protrae fino al mercoledì delle Ceneri). In Europa è stato per secoli una festa di purificazione di inizio anno. Infatti, ancora oggi, un particolare unisce tutti i luoghi il giorno in cui i carri allegorici sfilano mostrando le proprie maschere cioè il funerale del “Re Carnevale”, che altro non è che l'anno vecchio che muore e porta via con sé tutti i mali passati. I coriandoli, tondi di carta colorata (inventati, si dice, da un milanese), all'origine erano semi della pianta di coriandolo ricoperti di gesso, come confetti, da lanciare dai carri e dai balconi. Durante i festeggiamenti era usanza cucinare dolci veloci, poco costosi, da offrire alla moltitudine di persone che intervenivano. Da qui la tradizione dei fritti: acqua, farina e zucchero che ancora oggi, pur con qualche ingrediente in più, si trasformano in fumanti e dorate castagnole, frittelle, zeppole, tortelli, struffoli, frappe, cenci, chiacchiere. Oggi, dopo alterne vicende di gloria e decadenza, le manifestazioni carnevalesche hanno ripreso con forte vigore. Per un certo aspetto sono il frutto di un sincero recupero di tradizioni popolari dimenticate, da un’altro sono il risultato di un ingegnoso lavoro imprenditoriale dove il business diventa il volano per iniziative turistiche e di valorizzazione di aree geografiche trascurate, con importanti riprese sui livelli occupazionali e sul benessere della Comunità.
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Il Carnevale in Sicilia

Il Carnevale è una tradizione radicata in Sicilia dal XVII secolo e ormai fa parte del folclore popolare. Le manifestazioni si svolgono in tutta l'Isola, protraendosi per diversi giorni, e per i quali vengono previsti, nei vari centri, iniziative diverse. Il Carnevale o il "Carnalivari" (come qua viene chiamato da "carnem levare") è un'occasione non solo per evadere dalla quotidianità, ma anche per "commentare" i fatti e i personaggi, soprattutto della classe politica italiana, attraverso la sfilata dei carri allegorici, costruiti in cartapesta ed alla cui realizzazione si lavora per tutto l'anno. Tra le maschere tradizionali del passato si possono ricordare quelle che servivono da parodia ai maggiori esponenti delle classi sociali cittadine: si hanno così le innumerevoli rappresentazioni dei "Dutturi", dei "Baruni" e degli "Abbati". I centri in cui i festeggiamenti sono molto sentiti dalla popolazione e costituiscono un richiamo per i turisti sono, soprattutto, Acireale (CT), Misterbianco (CT) e Sciacca (AG).
Il Carnevale di Acireale ha origini antichissime risale, infatti, al 1594. Dal 1929 è una festa organizzata che comprende giochi, esibizioni e l'immancabile sfilata dei carri allegorici (i primi dei quali costruiti nel 1880), dei carri infiorati (realizzati già nel 1930) e dei mini-carri detti "lilliput" (che fanno la loro comparsa negli anni '50 - '60). Dal 1996 Acireale ha la lotteria nazionale assieme a Viareggio e Putignano. Questa e' l'occasione affinché “Il più bel Carnevale di Sicilia” acquisti una dimensione nazionale. Il Carnevale di Misterbianco nasce da un’antica tradizione legata alle “comari”. La sera del giovedì antecedente a quello “grasso” (detto appunto “delle comari”) le donne indossando il “dominò” (una tunica con un mantello di raso nero) con una mascherina che le rendeva irriconoscibili, si recavano in piazza per il tradizionale ballo di carnevale alla “conquista dell’innamorato”. Durante il giorno, spettacoli di piazza improvvisati, legati alla tradizione arcaica e contadina della burla e della “celebrazione” gastronomica, allietavano gli spettatori per le strade del paese. I primi gruppi mascherati e carri scenografici fanno la loro comparsa negli anni ’70. Da allora, col passare degli anni, si è evoluto diventando uno tra i più importanti d’Italia per l’elevato valore artistico dei costumi e dei carri scenografici. Estro e fantasia, creatività ed eleganza caratterizzano quello che è annoverato come il “Carnevale dei costumi più belli di Sicilia”. Più di 1000 maschere che sfilano per le vie del paese al ritmo di samba e merenghe. Il Carnevale di Sciacca nasce nel 1800. Tutti gli artisti e gli artigiani, compresi i noti ceramisti e, in generale, tutti coloro che hanno avuta tramandata la tradizione, collaborano alla realizzazione dei carri per la quale ci si è ormai adeguati ai tempi sfruttando le innovazioni tecnologiche. Nei primi anni del secolo la figura del “re carnevale” era “lu nannu” (un vecchio fantoccio, imbottito di paglia, abbigliato da capo a piedi da stimato notabile). Dopo gli anni bui della guerra, negli anni cinquanta, il senatore Molinari, volendo dare un volto nuovo alla manifestazione, sostituì “lu nannu” con “Peppe Nappa" (una maschera simbolo che rappresentasse la festa saccente scelta tra varie tradizionali italiane). Vera peculiarità di "Peppe Nappa" è la tradizionale distribuzione, a tutto il popolo partecipante alla festa, di caramelle, vino e salsiccia: quest'ultima preparata sulla brace, nella parte posteriore del carro.
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