Sarebbe opportuno, prima di conoscere la bella nostra Italia, prima di recarsi all'estero, visitare la nostra isola, ammirare le notevoli bellezze, in gran parte sconosciute, valorizzare le testimonianze del passato promuovendo e stimolando, attraverso una continua presenza di visitatori, un migliore sviluppo socio-economico della nostra Sicilia. Questo dovrebbe costituire l'interesse primario dei siciliani e, nello stesso tempo, motivo di orgoglio per avere a portata di mano tanti tesori artistici non adeguatamente valorizzati. Caltagirone, ad esempio, cittadina stupenda che sorge sopra tre colli dei crinale degli Erei, dalle nobili tradizioni, principalmente conosciuta come la città della ceramica e che da lungo tempo ha avuto tra i suoi figli umili artigiani che hanno saputo dar vitae forma a figure isolate, a quadretti di vita familiare, a scene campestri, prendendo a pretesto le gozzoviglie, l'ebbrezza, la gioia e imitando con rigorosa fedeltà i tratti somatici, i ferri del mestiere, gli abiti rattoppati sì da renderli animati e quasi parlanti. Mi riferisco al capostipite Giacomo Bongiovanni ed al suo allievo e nipote Giuseppe Vaccaro, maestri figurinai di fine '700 e metà Ottocento, i cui capolavori di tecnica e professionalità si potevano ammirare nel museo sito all'interno della magnifica villa Vittorio Emanuele, prima che un furto privasse la città di reperti di notevole qualità artistica e di valore inestimabile. Ma Caltagirone merita di essere conosciuta per altre testimonianze dei suo nobile passato: mi riferisco alla Chiesa dei Cappuccini con l'annesso convento risalente al 1580 che conserva la grande paia d'altare raffigurante la Madonna d'Odigitria di Filippo Paladini e altri dipinti di Fra Semplice da Verona, alla Chiesa e all'attiguo Convento di Santa Maria dì Gesù dove si possono ammirare il tetto in legno a cassettoni e a rosoni, un altare che custodisce una preziosa Madonna di scuola Ginesca dono del Senato calatino alla Chiesa, ed ancora il portale del chiostro di stile gotico. Degna di menzione è la bella Torre di San Gregorio e dei l'attiguo monastero dalle forme barocche. Ho voluto ricordare per ragioni di spazio le principali chiese ed edifici ma tante altre meriterebbero speciale menzione perché testimoniano il gusto l'arte e la ricchezza comunale di Caltagirone antica che per territorio fitti e canoni già nel 1858, con una popolazione di 24.000 anime, riscuoteva 313.558 lire dal suo vasto territorio mentre la città di Palermo con una popolazione di 194.463 abitanti, ne riscuoteva appena 236.215. Le cifre sono eloquenti e non occorre altro commento. Per chi volesse fare una passeggiata a piedi per Caltagirone venendo da Catania e salendo dallo svincolo Caltasud per via Sfere, deve subito voltare a destra perla via Giorgio Arcoleo e proseguire sempre diritto per via Roma; sulla sinistra troverà il muro che fiancheggia la parte sottostante della Villa Comunale rivestito in ceramica ed ancora più avanti sulla destra ammirerà la bella balconata in ceramica di casa Spampinato. Interessante è pure il Tondo vecchio dalla forma di teatro greco costruito "quale pubblico sedile" per far riposare i cittadini e godere la vista delle valli circostanti. Oggi si trova ad un livello superiore a quello originale a causa del l'abbassamento della strada. Più avanti si giunge al vecchio ponte, detto di "San Francesco" dal vicino omonimo convento, che nel 1666 congiunse la parte vecchia di Caltagirone con quella nuova; in tempi piuttosto recenti è stato arricchito con pannelli e candelabri in ceramica. Alle spalle del ponte si ammira la chiesa dell'Immacolata, ex "chiesa di San Francesco", e l'annesso Arcivescovado. Attraversando il ponte ci si trova innanzi al carcere borbonico, architetto Natale Bonaiuto, un edificio dalle forme quadrate costruito con mura grossissime munito di segrete e di quanto altro le barbari procedure penali dell'epoca avessero inventato. Procedendo ancora avanti per la piazza Duomo, si arriva alla successiva piazza Municipio ove si trova il palazzo Municipale ex Palazzo Interlandi di Bellaprima, architetto il già citato Natale Bonaiuto. Di fronte la Corte Capitaniale ove sedettero i giudici civili criminali e d'appello ad amministrare giustizia. Di tutti gli uffici municipali il capitano di giustizia costituiva il primo in prestigio e dignità. Tale onorificenza veniva conferita dal reo dal vicerè a persone altamente rappresentative "caput civitates". Da notare il particolare del capitello corinzio inserito nel bugnato dei cantone sormontato dall'aquila dei reali di Spagna, con lo stemma del Comune. Dal palazzo municipale si ammira la monumentale scala S. Maria dei Monte che durante i secoli ha avuto parecchie risistemazioni. Verso la metà dell'Ottocento venne riportata ad unica distesa di ben 142 gradini. Particolarmente suggestiva è la sua illuminazione che avviene in occasione della festa del patrono, San Giacomo, il 25 luglio, mediante coppi ad olio dai colori bianchi, rossi e verdi. Uno spettacolo indimenticabile ed unico al mondo, da non perdere. In epoca recente il frontale delle alzate è stato rivestito in maiolica con motivi decorativi che esprimono l'evoluzione della ceramica calatina dall'inizio ai nostri giorni. Tappa obbligata, atteso che dista pochi metri dalla piazza, è la Mostra mercato permanente delle ceramiche di Caltagirone allestita dal l'associazione dei ceramisti calatini che espongono il meglio della loro produzione. La realizzazione di tale significativa manifestazione è dovuta anche al proficuo e determinante interessamento dell'attuale direttore Marcello Romano attivo ed illuminato ceramista. Al piano superiore della mostra si può ammirare un pregevolissimo presepe animato, unico nel suo genere, che rappresenta un ritorno alle tradizioni artigiane del passato ormai scomparse, che ispirandosi ai valori dei grandi ed umici maestri dei passato ne fanno rivivere i fasti e la grandezza nel riproporre le vecchie figure e gli antichi soggetti. A questo punto può intraprendersi la via del ritorno e se stanchi potete fare una sosta nella magnifica Villa Comunale ove potete ammirare viali artistici, un verde intenso di pini ed altre varietà di piante oltre a sempre interessanti vasi in ceramica. Resta il rammarico di avere visto solo una parte dei grande patrimonio artistico esistente a Caltagirone. Il resto potrete visitarlo in un prossimo futuro e sulle pagine di questa rivista sarà indicato un altro itinerario che vi farà scoprire altri angoli suggestivi di Caltagirone. |